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Biathlon, Dominik Windisch: “Punto alla medaglia olimpica, ma tutto deve andare per il verso giusto”

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Manca meno di un mese all’inaugurazione della Coppa del mondo di biathlon. La nazionale italiana sta preparando l’appuntamento sulle nevi di Sjusjøen, in Norvegia, per rifinire la preparazione estiva. Abbiamo parlato con Dominik Windisch, atleta ormai 28enne cresciuto sportivamente e non solo a Rasun. Queste le parole dell’azzurro alla vigilia della stagione che porterà alla sua seconda partecipazione ai Giochi Olimpici e che potrebbe rappresentare un ulteriore step della sua carriera.

Quella trascorsa può essere considerata come la tua più bella stagione di Coppa del Mondo, con il 14esimo posto in classifica generale: anche se non è arrivata la vittoria, hai centrato due bellissimi podi consecutivi a Oberhof.

“Sicuramente è stata la mia stagione migliore, soprattutto a livello di regolarità: mi sono sempre classificato nelle prime trenta posizioni ad eccezione di sole tre gare. Anche se non è arrivata la vittoria come nella stagione 2015/2016, i due podi di Oberhof equivalgono per me ad un successo, perchè per centrare la prima posizione in Coppa del Mondo c’è bisogno anche di un po’ di fortuna e sperare che gli avversari sbaglino, mentre due podi così ravvicinati sono indice di costanza e sono davvero felice di aver conquistato anche questo obiettivo”.

In stagione sei riuscito in ben tre occasioni ad importi in volata per la conquista del podio, quale finale è stato per te più emozionante?

“La più bella dal mio punto di vista è stata quella nell’inseguimento di Oberhof contro il norvegese Emil Hegle Svendsen, perchè è stata molto più tattica nell’ultimo giro, anche se rivedendo il finale della staffetta di Oestersund è stato bellissimo, soprattutto quando ho rivisto la gara per le parole al commento nell’ ultimo giro di Dario Puppo che mi hanno davvero emozionato”.

Purtroppo ai Mondiali di Hochfilzen è mancato l’acuto, anche se hai sfiorato la medaglia nella mista. Nelle gare individuali, sei riuscito a concludere tutte le gare a ridosso o entro la top 20, distante però dalla zona medaglie. Un calo abbastanza evidente nella seconda parte di stagione?

“Nella mista sfortunatamente mi è caduto il caricatore al termine della prima serie: Fourcade e Shipulin hanno fatto una gara perfetta e hanno sparato veramente veloci, dispiace soprattutto per la squadra perchè con il 5/5 potevo giocarmi il podio e la medaglia con loro, però è andata così e ho dato il massimo. Per quanto riguarda le gare individuali, ho cominciato proprio ad Hochfilzen a sentirmi un po’ stanco, anche perchè questa è stata la prima stagione a cui ho preso a gare a tutte le competizioni, gareggiando in tutte le partenze in linea. Questa sensazione di stanchezza è cresciuta nella seconda parte di stagione con i numerosi viaggi e il fuso orario dovuto al trasferimento in Corea. Sono riuscito ad ottenere dei buoni risultati, anche se non nelle primissime posizioni, dal momento che non ero al top della condizione, non solo a livello fisico ma anche mentale”.

Il salto di qualità in queste due stagioni è avvenuto soprattutto grazie alla precisione al tiro (84% a terra, 79% in piedi per un complessivo 81%). E’ stato questo passo in avanti che poi ti ha permesso di rendere al meglio sugli sci e giocartela spesso con i migliori?

“Ho lavorato molto sulla qualità la scorsa stagione, focalizzandomi sul poligono e i frutti sono arrivati in gara. Sono curioso di vedere se riuscirò a trasferire gli ulteriori miglioramenti implementati durante la preparazione, per sparare bene però serve anche la massima condizione atletica perchè incide molto anche sull’aspetto psicologico di adattamento al poligono”.

Andreas Zingerle, allenatore della squadra A, tra i più grandi atleti della storia della nostra nazionale, ritiene che tu possa essere tranquillamente tra i migliori 10 di Coppa del Mondo. Quanto è importante da questo punto di vista sia il lavoro fisico/atletico che quello mentale?

“Direi a pari merito, perchè è importante sicuramente l’allenamento fisico, dal momento che tutti gli atleti saranno al top in vista dei Giochi Olimpici, sarà difficile fare un ulteriore salto di qualità sugli sci ma sul fondo siamo ad un ottimo livello, molto vicino ai big della disciplina, per cui il programma di lavoro funziona bene. Bisogna poi stare attenti, in particolare durante l’autunno, a non ammalarsi. limitare i piccoli malesseri come raffreddori e mal di gola. La parte mentale conta moltissimo, infatti proprio a questo proposito ho deciso per questa stagione di limitare gli appuntamenti con gli sponsor per concentrarmi il più possibile sulla preparazione di questa stagione olimpica: ora bisogna correre e sparare senza troppi pensieri”.

La stagione olimpica sta per aprirsi, anzi abbiamo avuto un antipasto nei Campionati Estivi su skiroll di Anterselva dove c’è stata una bella lotta con Lukas Hofer nella sprint, mentre hai vinto l’inseguimento. I primi test estivi, anche quelli disputati a Ruhpolding, ti hanno dato le risposte che cercavi?

“Sì e no, in quelle due settimane ero molto stanco fisicamente a causa dei carichi di lavoro previsti dal programma di allenamento. Durante le gare gli allenatori mi hanno fatto notare che la tecnica sugli skiroll non era delle migliori, ma sono riuscito a recuperare bene dopo ogni stage della preparazione. Ai Campionati italiani di Anterselva Luki (Hofer, ndr) mi ha battuto per due decimi nella sprint, in una battaglia come lo era stata ad Oberhof e si è preso addirittura un decimo di vantaggio…che mi farò restituire questo inverno. E’ stato bello lottare anche per un Campionato italiano perchè è sicuramente un ulteriore stimolo per dare il massimo, come il giorno successivo nell’inseguimento con Thomas Bormolini, non è stato per niente facile conquistare il titolo”.

Dopo il primo contatto sulla neve a Ramsau, come intendete rifinire la preparazione a Sjusjoen in vista della Coppa del Mondo?

“L’ultima tappa della preparazione prevede il ritiro in Norvegia (attualmente in corso di svolgimento) e parteciperemo anche alle gare del Seasongstart di Sjusjoen come ultimo test prima di gareggiare ad Oestersund”.

A Pyeongchang sei riuscito a disputare delle buone gare nella tappa preolimpica, con il sesto posto della sprint. Come valuti la pista e il contesto anche in ottica dei Giochi Olimpici?

“La scorsa stagione ha inciso molto sulla condizione il fuso orario, perchè ci costringeva ad andare a dormire alle 4 di notte e svegliarci alle 2 di pomeriggio, ma lo abbiamo sentito più nelle settimane successive alla tappa. Prima dei Giochi Olimpici avremo delle settimane di adattamento sia al fuso e al contesto di gara per permetterci di poter essere nelle migliori condizioni. La pista mi piace molto, prevede delle salite dure ma corte, che ben si adattano alle mie caratteristiche. L’ingresso al poligono è piuttosto semplice perchè avviene in seguito ad una discesa, ma bisognerà stare attenti al vento e sono convinto che in alcune gare si vedranno anche numerosi errori che certamente mi avvantaggeranno. Il contesto di gara è silenzioso e surreale se confrontato con le precedenti tappe di Ruhpolding e Anterselva, dove si sente il calore e l’affetto dei tifosi, ma non influirà sulla gara perchè ovviamente ognuno sarà concentrato sul proprio risultato”.

L’obiettivo è eguagliare la medaglia conquistata a Sochi?

“Non è un segreto, tutti gli atleti di un certo livello punteranno ad una medaglia. Sappiamo che non è facile arrivarci al momento giusto, c’è bisogno che tutto vada nel verso giusto: salute, fortuna, tiro e altri fattori che possono condizionare le gare, per cui non poniamo ulteriori aspettative”.

Il livello di tutta la squadra italiana maschile è complessivamente buono, se consideriamo il quinto posto nella staffetta di Hochfilzen. Pensi che possa essere un ulteriore stimolo per la crescita di Thomas Bormolini e Giuseppe Montello? Inoltre pensi che verso i Giochi si possa adottare una tattica più aggressiva, schierando te e Hofer nelle ultime due frazioni?

“La scorsa stagione Bormolini e Montello hanno compiuto un grande passo in avanti nelle staffette, soprattutto a livello di testa e di esperienza. Nei test skiroll di Ruhpolding hanno provato entrambi a gareggiare in prima frazione con ottimi risultati, per cui con ogni probabilità vedrete qualche novità nelle frazioni della staffetta per la prossima stagione.”





nicolo.persico@oasport.it

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Foto: Fisi

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