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MotoGP, Mondiale 2017: un poker d’assi per il titolo, ma chi riuscirà a spuntarla?

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Quattro campioni per un titolo. Quattro grandi talenti. Il Mondiale 2017, affascinante e avvincente come pochi altri nella storia della categoria, si ritrova a sei gare dalla conclusione all’insegna dell’equilibrio e della imperscrutabilità. I distacchi sono ridotti e ad ogni gara le carte vengono rimescolate in maniera notevole. Ad oggi è impossibile sapere chi può essere definito il favorito per questo campionato.

Potrebbe esserlo Andrea Dovizioso (Ducati), sia perchè arriva da due vittorie consecutive (quattro in totale), sia perchè attraversa uno strepitoso stato di forma psico-fisico sia perchè, per i freddi numeri, è al comando della graduatoria. 183 punti, 9 in più di Marc Marquez (Honda), non certo un bottino tranquillizzante, ma è comunque qualcosa a soli sei appuntamenti dal termine.

Lo spagnolo, vittima dell’esplosione del motore a Silverstone, cede lo scettro della categoria che aveva preso dopo la vittoria al Sachsenring, ma siamo sicuri che dopo questo inconveniente sarà ancora più determinato a centrare il bis Mondiale dopo il successo di dodici mesi or sono. Il numero 93 paga a caro prezzo i tre “zero” di questo 2017 (Argentina, Le Mans e Gran Bretagna) che fanno in modo che il campionato sia ancora vivo e non veda la sua fuga solitaria. Eventualità che non sarebbe stata certo da scartare.




Ad inizio anno era Maverick Vinales (Yamaha) ad essere scappato a suon di punti, ma piano piano il catalano ha visto scemare il suo rendimento fino a tagliarlo, quasi, fuori dalla lotta. Il secondo posto di Silverstone, invece, lo ha riportato in piena bagarre ad appena 4 punti da Marquez e 13 da Dovizioso. L’ex Suzuki non ha più nulla da perdere e proverà a giocarsi le sue carte nel migliore dei modi fino alla fine.

Il quarto asso, e che asso, è Valentino Rossi. I punti di distacco dalla vetta sono 26 (una settimana fa erano 33) e la gara disputata ieri può avere ridato voglia di stupire al nove volte campione del mondo. Non tanto per il risultato ottenuto, un terzo posto, quanto perchè la Yamaha gli ha permesso di comandare la corsa fino a 4 giri dalla conclusione e, non ultimo, ha messo in mostra importanti segnali di crescita. L’impresa non è certo delle più semplici, ma da uno come lui, che ha appena varcato la soglia dei 300 GP nella classe regina, possiamo aspettarci veramente di tutto.

Le carte, a questo punto, sono in mano, il poker d’assi è servito. Ma, non sarà facile capire quale sarà il vincitore finale. Misano, Aragon, Motegi, Phillip Island, Sepang e Valencia si stagliano all’orizzonte e saranno i palcoscenici ideali per il finale di una stagione veramente elettrizzante.

Saranno i dettagli a fare la differenza. Le moto, per esempio, sono quasi allo stesso livello. La Ducati ha dimostrato di essere competitiva ormai su ogni pista, la Honda è eccellente e si sposa a pieno con i desiderata di Marquez, mentre la Yamaha soffre un po’ troppo a livello di gomme. I piloti, tutti di altissimo livello, saranno la discriminante finale. Andrea Dovizioso è ampiamente il più in forma a livello mentale ed a livello di feeling con la moto. Ma, dall’altro canto, non ha mai provato l’emozione di lottare per il titolo della MotoGP fino alla fine. Marc Marquez, invece. in questi momenti sa dare il proprio meglio, dall’alto dei suoi tre titoli già vinti. Maverick Vinales, che sembra rigenerato dopo un periodo grigio, è anch’esso alla prima esperienza nei piani alti della graduatoria, ma vuole essere della partita. Valentino Rossi, non ha certo bisogno di presentazioni e parte per questo rush finale con la mente più leggera di tutti. In poche parole il “Dottore” sarà assolutamente pericoloso e tutti i rivali dovranno prenderlo con le molle. Starà a noi gustarci un finale di stagione che ci regalerà emozioni a non finire.

 

alessandro.passanti@oasport.it

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Foto: Lorenzo Di Cola

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