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Atletica, Mondiali 2017 – La rivincita di Justin Gatlin, l’uomo più fischiato con il doping nel passato. L’inchino a Usain Bolt e zittisce il pubblico

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Justin Gatlin ha consumato la vendetta a lungo e questa sera l’ha colta, fredda come vuole l’adagio, nel momento più inatteso e quando nemmeno lui se la aspettava. A 35 primavere suonate, dopo due argenti iridati consecutivi, addirittura a 13 anni di distanza dal suo trionfo alle Olimpiadi di Atene 2004 e dodici stagioni dopo la sua unica affermazione ai Mondiali (Helsinki 2005), lo statunitense è tornato a imporsi e a esultare. O meglio a zittire.

Il dito davanti al naso subito dopo il suo trionfo di Londra è una delle immagini emblematiche della serata, uno dei momenti che indubbiamente ha segnato e segnerà la storia dell’atletica leggera. Fischiato in lungo e in largo per il suo passato nebuloso fatto di doping (ha scontato una pesantissima squalifica dal 2006 al 2010), sommerso di bu dallo Stadio Olimpico che lo ha avuto sempre inviso e che non lo ha sopportato e supportato, appoggiando Usain Bolt con boati fragorosi.

Justin Gatlin ha fatto l’impresa della vita, ha battuto la Leggenda all’ultima gara della sua sfavillante carriera, vincendo in una condizione ambientale totalmente avversa e al termine di una stagione tutt’altro che esaltante. Invece era tutta una tattica, come era stata una tattica quella di coprirsi tra batterie e semifinali dove non aveva dato l’impressione di poter fare la differenza nell’atto conclusivo contro il giamaicano e contro il giovane connazionale Coleman. E invece all’esterno, lontano dai riflettori e sottavalutato dai più, ha tagliato il traguardo per primo ritagliandosi un posto nella leggenda come l’uomo capace di sconfiggere il Fulmine nel momento dell’addio. Nella storia ci era già entrato per i quattro anni di sospensione a causa di una positività al testosterone e per aver scontato tutta la sua pena, senza alcuna riduzione come invece è successo in tanti altri casi.

Altro momento emblematico è stato l’inchino di Gatlin ai piedi di Usain Bolt dopo la vittoria: una superiorità riconosciuta nell’immediato e poi anche ai microfoni. Il più grande è chi ha perso oggi, quasi più festeggiato di chi ha vinto. L’Inno Statunitense torna a suonare per una vittoria sui 100m dopo 10 anni dall’ultima volta: era il 2007 quando Tyson Gay prese l’eredità proprio di Justin Gatlin battendo il bahamense Atkins e il giamaicano Asafa Powell. Per ritrovare una doppietta a stelle e strisce bisogna risalire addirittura al 2001 con Greene e Williams (dopo la squalifica di Montgomery per doping). Gli USA tornano padroni della velocità dopo il poker giamaicano (tre Bolt, uno Blake) e anche questa è una vera e propria rivoluzione.

 

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