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Ciclismo

Tour de France 2017: Fabio Aru, un Izoard d’orgoglio per salvare la top5

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Barcolla, sì, ma senza mollare: oggi per Fabio Aru è stata la giornata probabilmente più dura dell’intero Tour de France, gli ultimi chilometri del Galibier un vero e proprio calvario in una danza con gli avversari nel tentativo di perdere meno possibile sugli scatti per poi rientrare in progressione, evitando cambi di ritmo repentini.

Forse oggi sono usciti i problemi che potevano essere ipotizzati sin da inizio Tour, con un Aru non così brillante con il passare dei giorni e quando il fondo ha fatto la differenza. L’infortunio di aprile, il lavoro perso in quel periodo, le poche gare. Tutti fattori che forse lo hanno favorito tra giugno e inizio luglio, quando ha trovato un’ottima condizione, che però non lo hanno fatto galleggiare al livello dei migliori in questo primo assaggio di terza settimana. 

Il ritardo accusato oggi, di 31”, lo ha fatto scivolare fuori dal podio provvisorio con un ritardo di 26” sia da Romain Bardet che da Rigoberto Uran, i più immediati inseguitori di Chris Froome, ulteriori 27” più avanti rispetto a questa coppia. L’obiettivo podio, sopratutto per le sensazioni destate oggi, sembra difficile. L’Izoard, ultimo arrivo in salita nella giornata di domani, non perdona e potrebbe acuire i limiti del sardo, proprio come la cronometro di Marsiglia. 

In ogni caso, resta un Tour de rance di alto profilo di Aru, sopratutto considerando i problemi che hanno caratterizzato l’avvicinamento al Giro d’Italia e poi, in ripiego, la Grande Boucle. Sul’Izoard sarà fondamentale gestire ancora una volta le forze, evitare tracolli che potrebbero addirittura escluderlo dalla top 5. Una condizione che sembra mancare proprio nel momento chiave, anche se in verità delle avvisaglie c’erano già state negli scorsi giorni. L’esperienza è comunque importante e data la preparazione che probabilmente non è stata ottimale, il calo di Fabio non può che essere fisiologico. 

Twitter: @Santo_Gianluca

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gianluca.santo@oasport.it

Foto: © ASO/Pauline BALLET

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