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Ciclismo

Tour de France 2017: Fabio Aru tra alti e bassi. Il bilancio è positivo

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Tantissimi alti, una seconda settimana in calo, ma il bilancio del Tour de France di Fabio Aru si può ritenere più che positivo. Una vittoria di tappa, due giorni in maglia gialla e la quinta piazza in classifica generale: viste le premesse il sardo può ritenersi davvero soddisfatto. Migliorata di gran lunga la deludente Grande Boucle del 2016, dove l’azzurro aveva chiuso addirittura in tredicesima posizione.

La vigilia è stata più che tribolata: dalla bronchite a marzo, passando per la caduta ad aprile che ha costretto il sardo a rinunciare al Giro d’Italia, per finire poi con la tragica morte del compagno Michele Scarponi. Bisognava riscattare questo periodo da dimenticare: l’obiettivo si è spostato sul Tour, con una preparazione che comunque non poteva essere la stessa di coloro che hanno messo il circoletto rosso sulla corsa transalpina sin da inizio anno. Il corridore dell’Astana comunque ha saputo giocarsela alla pari, nonostante i malanni dell’ultima settimana.

Prima un eccezionale Delfinato, poi la maglia tricolore conquistata ad Ivrea: il 1 luglio con la partenza da Dusseldorf è arrivato rapidamente e le attenzioni dei tifosi italiani si sono ovviamente concentrate sul forte sardo. Una prima settimana da vero protagonista: il successo a La Planche des Belles Filles arrivato in modo inatteso e spettacolare lo ha lanciato in un’altra dimensione. Sui Pirenei sempre concentrato fino a conquistare la maglia gialla, un sogno. Poi un calo fisiologico che sembrava scontato: ad aumentarlo c’è stata la bronchite. Si poteva pensare al podio (la vittoria appariva comunque un’utopia). Aru può comunque ripartire da qui per puntare in alto: sin dal prossimo anno la Grande Boucle deve essere terreno di caccia.

© ASO/Pauline BALLET

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