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Triathlon: Alice Betto all’alba di una seconda vita agonistica? Di sicuro, è già entrata nella storia dello sport italiano…

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11 giugno 2017: una data che verrà ricordata a lungo, probabilmente per sempre, da Alice Betto e da tutto il comparto Triathlon italiano. Domenica scorsa, infatti, l’atleta lombarda delle Fiamme Oro è entrata nella storia del Triathlon azzurro, conquistando la medaglia di bronzo nella tappa di Leeds delle World Series. Si è trattato del primo podio “mondiale” (cioè extra-competizioni europee) per l’Italia in questa multi-disciplina, sia in campo maschile che femminile. Una performance straordinaria, al cospetto delle migliori interpreti globali dei Tre Sport, che proietta inevitabilmente la nostra portacolori verso i più prestigiosi palcoscenici internazionali. Alla vigilia dei Campionati Europei di Kitzbuhel…

“Ho provato tanta tanta emozione!!! Non ci sono parole per descrivere quello che ho sentito dentro di me, penso che le immagini del mio arrivo descrivano molto bene il mio stupore e la mia incredulità. Non mi aspettavo un risultato così importante, proprio perché esattamente un anno fa venivo operata per la seconda volta al tendine d’Achille (clicca qui per saperne di più). Mi avevano dato tempistiche lunghe per una totale ripresa, quindi ottenere un risultato così a distanza di poco tempo ha ancora più valore. La strada è ancora lunga di questo sono consapevole”Eccovi le prime parole con cui Alice ha provato a “tradurci” (in esclusiva) le sensazioni provate a Leeds domenica scorsa, una volta tagliato il traguardo.

Migliore di lei, nella gara britannica, solo l’iridata 2016 Flora Duffy (Bermuda) e la statunitense Taylor Spivey. Tutto il resto è cronaca, storia anzi, stampata a fuoco con l’emozione e la commozione di coloro che amano il Triathlon e conoscono i sacrifici che ogni atleta fa ogni giorno, quando stanno bene e quando sono costretti a rimanere lontani da gare ed allenamenti per infortuni e problemi fisici.

Avevamo capito di che pasta fosse fatta Alice Betto quando giunse 5^ nel Grand Final londinese delle WTS 2013, ma poi lo stop forzato dal 2014 fino alla fine dello scorso anno, per i problemi al tendine d’Achille che le hanno fatto sfumare anche il sogno olimpico…

Tuttavia, la delusione non è riuscita a fermarla. Gli “ostacoli” non hanno minato quella determinazione necessaria per guardare/andare avanti e riprovarci; grazie al suo carattere e grazie a chi ha sempre creduto in lei, ad ogni livello…

Eccola ora, terza sul podio di WTS in Gran Bretagna: Alice in Wonderland ci ha fatto sognare per due ore, regalando all’Italia la prima medaglia “mondiale” nella storia del Triathlon azzurro, dopo un avvio di stagione che l’ha vista costantemente e progressivamente migliorare nella frazione più dura e più difficile per lei – la corsa – dopo l’intervento chirurgico di un anno fa.

La gara di Alice Betto raccontata da…Alice Betto: “Sapevo che avrei dovuto nuotare fortissimo fin dalle prime bracciate. Sono arrivata alla prima boa in terza posizione, il ritmo era davvero alto. Guardando con la coda dell’occhio, ho notato che le altre erano già parecchio indietro, quindi ho pensato solo che avrei dovuto continuare così. Uscita dall’acqua, ho cercato di rimanere tranquilla e lucida per affrontare al meglio la salita dopo la T1. La gara si è decisa in quel momento: fino allo scollinamento non dovevo mollare un metro! Dopo mi sono girata indietro e ho visto che si era creato il buco. In quel momento non ho più pensato alle altre ma solo a me stessa. Ho rifiatato per 2/3 km e poi ho dato il mio contributo per tutta la frazione ciclistica. Il percorso dentro la città era davvero duro e tecnico, infatti lì abbiamo fatto la differenza, senza mai risparmiarci fino all’ultimo giro”. Questo il racconto emozionante della gara di Leeds, in esclusiva per OA Sport, della triatleta varesotta.

E pensare che l’azzurra non è e non si sente ancora al massimo della forma… Ma gli Europei d’Austria sono alle porte e non ci si può fermare sul più bello! “Questo periodo di gare era già stato programmato da qualche mese. Sapevo che sarebbe stato duro, perché tre gare una in fila all’altra non sono da sottovalutare… Abbiamo fin da subito posto il nostro primo obiettivo stagionale su Leeds, perché sapevamo che era una gara che poteva addirsi alle mie caratteristiche (dura, tecnica, collinare e fredda), mentre le altre le avrei affrontate diversamente: come preparazione a Leeds, la tappa di World Cup di Cagliari ‘in controllo’ e, con le energie rimanenti, gli Europei di Kitzbuhel. Ci tengo ad essere presente a Kitzbuhel perché sono ormai troppi anni che non partecipo ad un Europeo, vorrei onorare la maglia azzurra in una gara che per l’Italia è sempre stata importante. Dopo di che mi prenderò un breve periodo di recupero in vista della seconda parte di stagione”.

Idee chiare, quelle sue e del suo eccellente staff. In più, la sensazione che Alice sia all’alba di una seconda vita agonistica. E una certezza: la ventinovenne di Cavaria con Premezzo è già entrata nella storia dello sport italiano.

giuseppe.urbano@oasport.it

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Foto: archivio privato Alice Betto (Credit Marco Bardella)

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