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Ciclismo

Tour de France 2017: un’edizione per scalatori? Davvero pochi chilometri a cronometro

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Finalmente, dopo tanti anni, la cronometro non sarà più il punto principale del Tour de France. In questa edizione infatti saranno gli scalatori a sfidarsi nel testa a testa, potendo praticamente tralasciare le prove contro il tempo. Dovrà stare attento dunque Chris Froome, che nelle passate stagioni si è avvantaggiato (e non poco) nella sua specialità: il britannico dovrà puntare il tutto per tutto sulle montagne.

14 chilometri nella frazione d’apertura in Germania, a Dusseldorf, praticamente tutti piatti (nei quali però le differenze non saranno assolutamente ampie, al massimo si potrà pensare di guadagnare 30”-40” sui rivali diretti). 22,5 saranno invece i chilometri da Marsiglia a Marsiglia: nella penultima frazione, con le energie che saranno già al lumicino, bisognerà stare attentissimi anche alla salita di Notre Dame de la Garde, posta praticamente a metà gara. Fare un fuorigiri su quello strappo potrebbe voler dire perdere davvero tantissimi secondi (anche se il rischio di giungere con 2′ di ritardo non c’è).

Tutta salita dunque: molto duri i Pirenei, con soprattutto la giornata di Peyragudes che si farà sentire sulle gambe dei corridori, aspre anche le vette alpine con Galibier ed Izoard da scalare in due giorni consecutivi. Sarà un Tour molto difficile da gareggiare e, soprattutto, interpretare. Come di consueto però non è il percorso che decide l’andatura: la corsa la fanno i corridori ed anche un leggero strappo potrebbe fare grandi distacchi. Lo ricordano bene Nairo Quintana e Vincenzo Nibali, che hanno ceduto recentemente un Giro d’Italia che sembrava ricco di possibilità di attaccare proprio nell’ultima giornata, nell’odiata prova a cronometro a Tom Dumoulin.

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Foto: Gyrostat (Wikimedia, CC-BY-SA 4.0) [CC BY-SA 4.0], via Wikimedia Commons

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