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Taekwondo, Mondiali 2017: i cinque azzurri ai raggi X, Claudio Treviso il capitano

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Cinque alfieri non certo favoriti per il podio ma pronti a stupire. Contingente ridotto di un’unità rispetto ai Mondiali di due anni fa per l’Italia, quando furono sei gli atleti in gara. I reduci dal 2015 sono Claudio Treviso e Roberto Botta. Prima assoluta per Vito Dell’Aquila, Ghassemi Shuaki Soehil e Matteo Milani. 

Vito Dell’Aquila -54 kg: la scalata continua. Campione del mondo tra i cadetti nel 2014, quest’anno il mesagnese si è distinto per un repentino salto di qualità aggiudicandosi prima i campionati europei junior e poi il Moldova Open tra i senior. Sempre tra i grandi si è portato a casa i bronzi al Sofia Open e al Dutch Open. Un ragazzo d’oro che dopo essersi aggiudicato il titolo iridato dedicò la medaglia alla zia Katia e alla vicina di casa Fortunata. In Corea Vito proverà a stupire ancora. Debutto ai Mondiali per lui.

Claudio Treviso -68 kg: il capitano della nazionale. Alla quinta partecipazione iridata, il siculo classe 1988 è il filo conduttore tra la generazione dei Molfetta e Basile e quella di adesso. Numero 36 del ranking mondiale, l’azzurro in stagione si è portato a casa l’Egypt Open mentre lo scorso anno si è preso il bronzo europeo nei -74 kg. Presente già alla rassegna sudcoreana del 2011 a Gyeongju, per Treviso il paese asiatico ha un fascio particolare: “Combattere in Corea ha un fascino particolare; palazzetto pieno, gente che applaude e che incita anche se appartenenti a un’altra nazione”. 

Ghassemi Shuaki Soehil -74 kg: atleta cresciuto nello Hwarang-do Milano, era considerato uno degli junior più interessanti del panorama mondiale. Numero 265 al mondo, in carriera vanta come migliori risultati l’oro al Dutch Open youth nel 2012 e un argento e un bronzo senior all’Austrian Open nel 2013 e 2015. Prima esperienza iridata per lui.

Roberto Botta -80 kg: seconda partecipazione mondiale per il campano. Altro talento del taekwondo italiano che dopo aver terminato il percorso junior, ha subito intrapreso un cammino ricco di soddisfazioni tra i senior. Dal bronzo all’Ukraine Open all’argento al Moldova Open, passando per il primo successo di prestigio al Greece Open, l’atleta di Mercato San Severino è ricordato anche per le imprese sfiorate, dalle sfide con Aaron Cook alla mancata qualificazioni olimpica a Rio 2016. Nel 2017 è arrivato invece il bronzo al New Zealand Open. In Corea sarà una mina vagante.

Matteo Milani -87 kg: due anni fa in questa categoria Carlo Molfetta chiudeva la sua splendida carriera iridata. A Muju tocca al bergamasco raccogliere un’eredità pesantissima. Classe 1995, Milani si è piazzato secondo ai Nazionali 2016 nonostante due fratture al piede mentre qualche settimana fa non ha mancato l’appuntamento con il tricolore. Atleta con un passato vincente nella kickboxing e figlio del campione di karate e kickboxing Federico Milani, l’azzurro ha effettuato un bel salto di qualità in questi mesi, occupando la 43^ posizione nel ranking mondiale di giugno.

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