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Formula 1

F1, GP Spagna 2017: Sebastian Vettel e Lewis Hamilton, chi sarà matador e chi toro?

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Il Mondiale F1 2017 si appresta a vivere un week-end ormai tradizionale nel calendario del campionato, quello sul tracciato catalano di Barcellona, sito in località Montmelò. Si tratta di un appuntamento particolarmente amato da piloti e scuderie, perché si va su un circuito completo, tecnico ed in grado di proporre una sfida davvero ardua, per via delle elevate temperature normalmente registrare durante la corsa. Il layout dell’autodromo iberico è rimasto in gran parte inalterato sin dall’esordio della pista in calendario, datato 1991, se si eccettua una modifica apportata alla parte finale nel 2007. Tale variazione ha comportato la rivisitazione della raggiatura delle curve 10 ed 11, nonché l’eliminazione della rapida piega a destra della “Europcar”, sostituita da un complesso maggiormente tortuoso che immette nella attuale curva 16, la “New Holland”, cui si giunge ora a velocità sensibilmente più bassa. Modifica effettuata per cercare di aumentare le possibilità di sorpasso, ma che tuttavia non ha sortito particolari effetti positivi in tal senso. Allo stesso tempo, il GP di Barcellona è un momento di potenziale svolta decisamente importante, poiché è qui che le varie scuderie introducono la prima tranche di aggiornamenti da applicare sulle rispettive vetture, con la speranza di aver azzeccato lo sviluppo del mezzo.

Si riparte con Sebastian Vettel in testa nella classifica del Mondiale, desideroso di allungare il gap nei confronti dei due piloti Mercedes, Lewis Hamilton e Valtteri Bottas, distanziati di 13 e 23 punti rispettivamente. Il tedesco ha fino ad ora mostrato un grandioso feeling con la vettura italiana, a differenza del suo avversario principale (sulla carta, almeno), il tre volte campione del mondo britannico, parso non ancora a suo agio con l’anteriore della macchina di Stoccarda. In attesa che Lewis risolva tale problematica, sarebbe estremamente importante riuscire a mettere del fieno in cascina, contando poi su un lavoro di sviluppo del mezzo finalmente convincente da parte del team di Maranello per quantomeno mantenerlo. Proverà a dare conferme positive, dopo il buonissimo week-end vissuto a Sochi, Kimi Raikkonen, reduce nel 2016 da un ottimo 2° posto sull’asfalto catalano, alle spalle del vincitore della passata edizione, Max Verstappen.

Già, Verstappen. L’olandese arriva a questo appuntamento così speciale per lui, avendo ottenuto l’anno scorso la sua prima ed unica vittoria al momento in F1, che lo ha reso il più giovane corridore di sempre a raggiungere tale traguardo, in una situazione non facile. Ciò non tanto per mancanze sue, quanto piuttosto per via di una Red Bull ampiamente deludente nei primi quattro appuntamenti stagionali, sia dal punto di vista della prestazione pura che dell’affidabilità. A farne le spese è stato soprattutto il suo compagno di team, Daniel Ricciardo, costretto a due ritiri fino ad ora, avvenuti tra l’altro nelle prime fasi di gara. In teoria, sarebbe un primo momento utile per provare a recuperare il gap che separa il team di Milton Keynes da Ferrari e Mercedes, ma le notizie di “radio paddock” non sembrano deporre in tal senso: si parla di un robusto ingresso di novità tecniche solo in Canada, per il GP in programma tra circa un mese sul circuito di Montreal. Sintomo che il lavoro da fare è tanto, più complesso di quanto inizialmente previsto dalla Red Bull.

Correndo in Spagna, grande attenzione verrà riservata ai due beniamini di casa, Fernando Alonso e Carlos Sainz Jr. Il primo, in realtà, sembra essere con la testa già ad Indianapolis, in vista della grande sfida che lo attende alla 500 Miglia di fine mese. Complice una McLaren fin qui disastrosa, tanto per prestazioni quanto in termini di affidabilità, che lo lascia ancora a zero nella casella dei punti conquistati, ma soprattutto sempre più frustrato circa una situazione tecnica che tarda a mostrare segnali di ripresa. Difficile aspettarsi qualcosa di importante dal due volte campione del mondo, con delle premesse simili. Viceversa, Sainz ha la possibilità di ben figurare: l’inizio di Mondiale 2017 è stato positivo, a conferma di un talento interessante che, se dovesse continuare così, ben presto troverà spazio in team maggiormente ambiziosi, rispetto alla pur rispettabile Toro Rosso. Chiaramente le scuderie “top” sono inattaccabili in condizioni di gara normale, tuttavia la zona punti è un traguardo che sembra essere (almeno sulla carta) fattibile, per il 22enne iberico di Madrid.

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davide.brufani@oasport.it

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