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Calcio, l’Olanda ai raggi X. Orange, il ricambio è un rebus. Il romanista Strootman guida il centrocampo, Robben è il faro della squadra

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Messi in cascina i tre punti in occasione del match contro l’Albania, Ventura si appresta a cambiare lo spartito in vista dell’amichevole di domani contro l’Olanda, una sfida che gli azzurri affronteranno con animo sereno dopo aver svolto il proprio dovere e aver risposto al successo della Spagna contro Israele nel gruppo G di qualificazione ai Campionati Mondiali 2018. Nella prestigiosa cornice dell’Amsterdam Arena, l’Italia affronterà gli Orange, che hanno perso clamorosamente in Bulgaria (sconfitta costata cara al tecnico Danny Blind) e stanno vivendo una delicata fase di ricambio generazionale dopo i fasti dello scorso decennio, ma dispongono ugualmente di un talento complessivo decisamente superiore alla media delle Nazionali del Vecchio Continente. Ma andiamo ad analizzare nel dettaglio, reparto per reparto, i punti deboli e le virtù dei Tulipani.

PORTIERI

Jasper Cillesen è il secondo portiere del Barcellona, con cui ha collezionato finora appena una presenza dopo aver blindato la porta dell’Ajax per cinque anni. Jeroen Zoet del PSV gli ha soffiato il posto di recente in Nazionale, ma un suo pasticcio sabato è costato caro agli Orange contro la Bulgaria. Non è escluso, tuttavia, che contro l’Italia possa scendere in campo uno tra l’esperto pararigori Tim Krul dell’AZ e Michel Vorn, vice di Hugo Lloris al Tottenham.

DIFENSORI

Il perno della retroguardia olandese, il laziale Stefan de Vrij, è stato costretto a lasciare il ritiro a causa di un problema alla tibia. Il reparto arretrato degli Orange, tuttavia, può far leva anche sulla spensieratezza del 17enne dell’Ajax Matthijs de Ligt, il più giovane calciatore dell’Olanda nel Dopoguerra, sulla fisicità di Wesley Hoedt, compagno di squadra di de Vrij, e sull’esplosività di Martins Indi, andato a segno di recente contro il Chelsea con il suo Stoke City ma spesso vittima di amnesie letali che hanno compromesso la sua ascesa ai vertici internazionali. Joel Veltman dell’Ajax e Rick Karsdorp del Feyenoord rappresentano due pedine di assoluto spessore per la corsia destra grazie alla loro capacità di unire velocità e tecnica, ma sono ancora acerbi per compiere il definitivo salto di qualità. Poche chances hanno i due difensori dell’Ajax, Kenny Tete e Nick Viergever, che finora sono stati poco più che comprimari in Nazionale. Decisamente più navigato è Daley Blind, figlio dell’ex ct Danny Blind, elemento dotato di tecnica e visione di gioco, che quest’anno sta trovando poco spazio negli schemi di Mourinho al Manchester United.

CENTROCAMPISTI

La mediana degli Orange è ricca di calciatori con ottime doti di inserimento e senso del gol, ma dispone di soli due elementi in grado di agire in cabina di regia e fare legna nella zona nevralgica del campo. Si tratta dell’ex atalantino Marten de Roon, ora al Middlesbrough, centrocampista di posizione, molto abile in fase di interdizione, e del romanista Kevin Strootman, uno dei migliori interpreti mondiali del suo ruolo grazie ad un’eccellente visione di gioco e alla capacità di essere sempre vicino all’azione e di aiutare i compagni in fase di non possesso. Ben più spregiudicati sono Georginio Wijnaldum, pupillo di Klopp al Liverpool e autore di svariati gol decisivi per la stagione dei Reds, e Davy Klaassen, che un anno fa è stato corteggiato da mezza Europa ma è rimasto all’Ajax, di cui è l’indiscusso punto di riferimento. Leroy Fer dello Swansea è dotato di un gran tiro dalla distanza, al pari di Davy Propper del PSV. Jens Toornstra e Tonny Vilhena rappresentano due colonne portanti di un Feyenoord che tuttavia ha perso appeal negli ultimi anni, ma il calciatore di maggior qualità a centrocampo è Wesley Sneijder, protagonista nel 2010 del triplete dell’Inter e protagonista da qualche anno in Turchia con la maglia del Galatasaray. Le sue giocate rappresentano tuttora una delle armi principali di una squadra che non ha ancora trovato valide alternative alla sua fantasia.

ATTACCANTI

L’era dei Van Nistelrooy e Van Persie è ormai un lontano ricordo e attualmente il ct può disporre soltanto di tre vere punte di ruolo. Il più prolifico è Bas Dost, che ha realizzato 24 reti in 23 partite in questa stagione con la maglia dello Sporting Lisbona ed è dotato di un’eccellente elevazione a dispetto del fisico longilineo. Meno fortuna ha trovato negli ultimi anni Memphis Depay, reduce da un’esperienza negativa al Manchester United e approdato al Lione dove sta mettendo in luce almeno in parte le qualità che gli hanno consentito di salire alla ribalta delle passate stagioni. Vincent Janssen, infine, è stato capocannoniere della passata stagione in Eredivisie con la maglia dell’AZ, ma quest’anno al Tottenham sta trovando poco spazio, chiuso dal talento di Harry Kane. L’esperto Jeremain Lens, inoltre, rappresenta una valida alternativa ma difficilmente potrà essere protagonista in prospettiva con la maglia dei Tulipani, mentre le ali Quincy Promes e Steven Berghuis costituiscono due variabili impazzite che potrebbero trovare spazio dal primo minuto contro gli azzurri nel probabile 4-3-3 del neo tecnico Grim. Ma il vero totem della compagine olandese è Arjen Robben, fantasista del Bayern Monaco e protagonista assoluto sul palcoscenico internazionale da più di un decennio, grazie alle sue serpentine e ad un sinistro che fa invidia al mondo intero. Robben potrebbe essere risparmiato contro l’Italia, ma il suo impatto sulla partita, anche in corso d’opera, rischia di rivelarsi letale per la difesa azzurra.

mauro.deriso@oasport.it

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Foto: Twitter Arjen Robben

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