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Taekwondo: il talento di Roberto Botta e il sogno da realizzare

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In un’intervista datata 2013 Roberto Botta poneva come obiettivo finale Tokyo 2020. Il ragazzo allora 16enne aveva appena vinto il titolo europeo nella categoria -73 kg, risulato poi non bissato l’anno successsivo nei -80 kg quando venne eliminato ai quarti di finale.

SUBITO COMPETITIVO TRA I GRANDI Terminato il percorso junior, quello senior si è rivelato subito ricco di soddisfazioni per il combattente di Mercato San Severino. Dal bronzo all’Ukraine Open all’argento al Moldova Open, passando per il primo successo di prestigio al Greece Open, l’atleta campano ha dimostrato il suo talento, peccando qualche volta di inesperienza con match persi negli ultimi secondi.

IMPRESE SFIORATE La conferma definitiva delle sue qualità arriva ai Mondiali di Chelyabinsk 2015. Una rassegna non certo entusiasmante per l’Italia, capace di brillare con i soli Daniela Rotolo e Roberto Botta. L’allievo della ASD Bentis 2 Taekwondo cresciuto sotto dal guida di Orlando Senatore e del Maestro Michele Senatore non riesce per un soffio a eliminare il plurititolato Aaron Cook, vincitore dell’incontro per 9-8. Il successivo quarto posto ai Giochi Europei di Baku e il bronzo nel prestigioso Grand Prix di Samsun permettono addirittura al campano di giocarsi la possibilità di prendere parte ai Giochi Olimpici di Rio 2016.

Sempre in Turchia, a Istanbul, Botta non riesce tuttavia a strappare il biglietto a cinque cerchi. La sua foto in ginocchio sul tatami dopo la sconfitta con il britannico Manama Cho (poi bronzo a Rio), è l’immagine simbolo di quella manifestazione insieme a quella di Carlo Molfetta. Se il decano della nazionale era arrivato alla fine dell’attività agonistica, l’atleta dell’Esercito ha immediatamente ripreso a vincere medaglie tra Lussemburgo, Lettoniae Serbia. Realizzare il sogno a cinque cerchi sarà il suo prossimo obiettivo.

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