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Rugby, Test Match novembre 2016. Italia: contro gli All Blacks sprazzi di buon gioco. “Coraggio” e “grinta” le parole chiave degli azzurri

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Ieri è andata in scena la prima uscita assoluta della nuova Italia di Conor O’Shea in territorio amico. Allo Stadio Olimpico di Roma, infatti, ieri si è svolta la sfida tra gli azzurri e i giganti della Nuova Zelanda, primo Test Match autunnale per la Nazionale del Bel Paese.

L’esito dell’incontro è stato quello pronosticato alla vigilia (non sarebbe potuto essere altrimenti): schiacciante e convincente prestazione degli All Blacks, vittoriosi 68-10 contro un’Italia che, malgrado la pesantezza del passivo, ha comunque offerto sprazzi di bel (e buon) gioco, quello richiesto dal nostro ct irlandese. Gli azzurri hanno concluso la partita con dieci punti, frutto di un penalty trasformato da Carlo Canna e da una fantastica meta di Tommaso Boni. Il veneto è stato abile a disfarsi di tutti gli uomini in maglia nera che tentavano di fermarlo e, con dei dribbling, è riuscito ad arrivare sotto la porta neozelandese e schiacciare l’ovale dietro la porta avversaria.

Il miglior pregio di questa Italia è stato forse la grinta, la voglia di non lasciare niente al caso e provare sempre a concludere nei migliori dei modi un’azione. Su questo piano, due come Simone Favaro e Ugo Gori si sono distinti: il primo non ha mollato e non si è risparmiato mai, dimostrando grande attitudine nei placcaggi; il secondo, entrato nella ripresa, è stato colui che ha lanciato Boni verso la prima e unica meta azzurra.

Il risultato finale di 68-10 non deve distogliere l’attenzione da un movimento, quello del rugby italiano, che sta vivendo un anno zero, l’inizio di un nuovo corso (dopo l’era di Jacques Brunel) con un nuovo commissario tecnico, ambizioso ma con i piedi per terra, consapevole che c’è ancora tanto da lavorare per portare a casa risultati migliori. Del resto le dichiarazioni dello stesso O’Shea in conferenza stampa sono chiare e dirette e non lasciano spazio a interpretazioni: “Non ci piace perdere, ma a volte devi ammettere che hai perso contro una squadra migliore. Noi vogliamo costruire una squadra che giochi per 80 minuti, oggi (ieri, ndr) sicuramente c’è stato coraggio e la voglia di placcare per tutta la partita. La squadra non ha mai alzato bandiera bianca, no ha mai abbassato la testa”.

giuseppe.bernardi@oasport.it

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Foto: Twitter FIR

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