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Boxe: Tyson Fury, un personaggio che ha superato i limiti?

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Che Tyson Fury forse un personaggio particolare lo si sapeva da tempo, ma la sua ascesa mediatica è avvenuta in corrispondenza della vittoria mondiale ai danni dell’ucraino Wladimir Klitschko, fino ad allora considerato come il padrone incontrastato dei pesi massimi. Con il suo fisico da uomo comune (poco muscolato ed abbastanza sovrappeso), Fury aveva anche riscosso qualche simpatia, ma ha impiegato ben poco tempo per perdere gran parte del sostegno.

Di fronte ad un signore del ring come Klitschko, con il quale era in programma una rivincita, poi rimandata in ben due occasioni, le dichiarazioni e gli atti di Fury lo hanno fatto apparire come il “cattivo” della situazione, e non a torto. Ogni volta che ha aperto bocca, il britannico non ha fatto altro che sollevare polveroni, oltre a dimostrare la propria ignoranza. E così, si è prima pronunciato contro gli omosessuali, che sarebbero degli esseri che vivono contro la legge di Dio, e si è poi lasciato andare a frasi misogine, affermando che le donne dovrebbero restare a casa a fare i lavori domestici e ad accudire i figli.

L’ultimo capitolo delle sue disavventure è rappresentato dall’ormai nota positività alla cocaina, fatto che mette a serio repentaglio il suo status di campione mondiale: se non dovrebbero intervenire squalifiche, trattandosi di un controllo fuori competizione, le sigle interessate potrebbero comunque decidere di ritirare le rispettive cinture a Fury. Nel frattempo, il pugile si è divertito a prendere in giro tutti, postando prima una sua foto nelle vesti di Tony Montana e poi inscenando il suo ritiro dalle competizioni per mandare in tilt i media di tutto il mondo. Lo zio-allenatore, dal canto suo, ha fatto sapere che il rientro sul ring potrebbe essere fissato tra circa sei mesi, a marzo-aprile.

Solamente al termine di questo teatrino, Fury ha deciso di affrontare più seriamente il tema della sua positività alla cocaina, ma anche in questo caso le sue dichiarazioni hanno lasciato a desiderare: se il pugile ha ammesso di essersi rifugiato nella droga e nell’alcool a causa di uno stato depressivo, è anche vero che non ha manifestato nessuna intenzione di uscire da questo tunnel, affermando di poter fare ciò che vuole della propria vita. Se non c’è nessun dubbio sul fatto che ognuno possa disporre della propria esistenza come meglio crede, va anche considerato che un campione del mondo di boxe professionistica non può pensare che i propri atti possano passare sotto silenzio, anzi dovrebbe assumere un comportamento responsabile che sia da esempio per chi lo vede come un idolo. Ma, dopo tutto ciò, c’è ancora qualcuno che considera Tyson Fury come un idolo?

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Immagine: Tyson Fury (Twitter)

giulio.chinappi@oasport.it

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