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Volley, Olimpiadi Rio 2016 – Italia, 12 Leoni pronti per la Guerra d’Oro: da Zaytsev a Juantorena, i ritratti degli azzurri

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Domani (ore 18.15 italiane) l’Italia giocherà la Finale per l’oro del torneo di volley maschile alle Olimpiadi di Rio 2016. Al Maracanazinho gli azzurri affronteranno il Brasile nella partita delle partite, quella che consacra all’immortalità: il titolo a cinque cerchi ci è sempre sfuggito, un autentico tabù che Zaytsev e compagni possono sfatare. Servirà l’impresa contro i padroni di casa, alla quarta finale consecutiva: ad Atene 2004 sconfissero proprio la nostra Nazionale, poi persero le due successiva (a Pechino 2008 contro gli USA, a Londra 2012 contro la Russia).

Avremo contro 12000 spettatori infuocati che sosterranno gli uomini di Bernardinho, a caccia della medaglia d’oro più ambita per loro in tutti i Giochi Olimpici. La squadra guidata da coach Blengini può espugnare il tempio del volley e salire sull’Olimpo come non riuscì a fare nemmeno la Generazione dei Fenomeni. Conosciamo più da vicino i 12 Leoni che domani incolleranno l’intera Nazione allo schermo come non accadeva da 12 anni.

 

IVAN ZAYTSEV – L’uomo simbolo di questa squadra, l’opposto trascinatore, leader carismatico, grinta fatta a persona. Lo Zar è alla sua seconda Olimpiade ma, dopo il bronzo di Londra 2012, ha sempre dichiarato che sarebbe voluto tornare ai Giochi per lottare per l’oro. Dopo quattro anni ci è riuscito e ora dovrà guidare l’Italia nella scalata finale. Saprà esaltarsi con tutto il tifo contro, dovrà dimostrare lo stesso rendimento della semifinale quando non ha mollato davvero mai: quell’atteggiamento così combattivo anche quando le cose andavano storte gli è un po’ mancato nel quadriennio ma contro gli USA ha dato il tutto per tutto piazzando quei tre aces mirabolanti che ci hanno permesso di giocare il tie-break.

 

OSMANY JUANTORENA – La nostra Pantera dal braccio armato. Il suo sogno era giocare un’Olimpiade, con Cuba non ne aveva mai avuto la possibilità, poi due anni fa la decisione di vestire finalmente l’azzurro dopo un lungo corteggiamento. L’Italia è subito cambiata con l’inserimento del nostro schiacciatore che ha garantito un giusto equilibrio tra attacco e difesa. Sa mettersi in luce nei momenti decisivi e soprattutto colpisce facendo male agli avversari, tecnicamente e moralmente. Non mancherà all’appuntamento con la storia: il primo set vinto contro gli USA ieri e lo show contro la Polonia in Coppa del Mondo portano il suo marchio di fabbrica, due momenti determinanti per arrivare a giocarsi questa medaglia d’oro.

 

SIMONE GIANNELLI – Un predestinato, un baby fenomeno, un palleggiatore spettacolare che nel giro di pochi anni può davvero diventare il più forte al mondo nel suo ruolo. Tre anni fa vinceva lo scudetto tra gli under 17, ad Atene 2004 non sapeva nemmeno cosa fosse il volley, tra poche ore si giocherà con oro olimpico da titolare, come ormai sta facendo da un anno. La sua avventura in azzurro, da uomo di riferimento stabile in cabina di regia, è iniziata proprio a Rio de Janeiro lo scorso anno dopo la “Cacciata di Rio” che sostanzialmente ha messo fine all’era Berruto. Dopo tredici mesi è cambiato tutto: sarà lui a dover gestire Zaytsev e compagni, esibendosi anche in invenzioni personali come visto nell’arco dell’intero torneo. Possiede un talento innato, ha una visione della partita eccellente, propone un’ampia varietà di colpi che lo rendono decisivo.

 

EMANUELE BIRARELLI – Il nostro capitano. Alla terza Olimpiade della carriera è riuscito finalmente ad agguantare la finale per l’oro dopo il quarto posto di Pechino 2008 e il bronzo di Londra 2012. Il Bira, che domani potrebbe giocare la sua ultima partita in azzurro, vuole chiudere al meglio una carriera ad altissimo livello. A Rio 2016 ha stretto i denti come non mai: la distorsione patita contro gli USA non lo ha scalfito, ha continuato a giocare ad altissimo livello e sta esprimendo un gioco magistrale. Si fa sentire a muro e con i primi tempi ma soprattutto si è dimostrato un vero metronomo della squadra. La sua battuta flottante poi…

 

FILIPPO LANZA – L’equilibrio fatto a persona. Se metteste una telecamera personalizzata sul nostro super Pippo vi rendereste conta del lavoro che svolge. Sporco per chi si fa prendere dai colpi sensazionalisti ma fondamentale per il bene della squadra. Difende un’infinità di palloni, è sempre propositivo, recupera e quando ne ha l’occasione va a marcare punto, spesso con ottime percentuali di realizzazione. Se Zaytsev e Juantorena possono sganciare bombe molto del merito è proprio del nostro secondo schiacciatore.

 

SIMONE BUTI – Era partito come riserva di Matteo Piano, poi l’infortunio di quest’ultimo lo ha promesso a titolare, ormai insostituibile. Suo il muro che ha chiuso la partita contro gli USA e ora dovrà aiutarci a compiere l’ultimo passo verso la gloria.

MASSIMO COLACI – Un vero ministro della difesa. È in formato monstre, sta giocando a livelli spaziali. Il nostro libero recupera palloni su palloni e aiuta la squadra a ricostruire più agevolmente, mettendo in crisi gli avversari che con lui in campo non mettono facilmente palla a terra. Poi il punto realizzato ieri contro gli USA…

 

LUCA VETTORI – Un mese fa doveva essere il nostro opposto titolare nello schema del Tridente Offensivo che prevedeva Juantorena e Zaytsev di banda. Poi è cambiato tutto, in meglio vedendo i risultati. Il nostro opposto di riserva sarà comunque pronto per ogni evenienza, al termine di un’Olimpiade in cui ha giocato molto poco.

OLEG ANTONOV – Schiacciatore di riserva ma viene sempre chiamato in causa al servizio durante i finali dei vari set. Spesso e volentieri ha messo in crisi gli avversari: l’Iran è crollato sotto i suoi colpi durante il secondo parziale.

DANIELE SOTTILE – L’uomo spogliatoio, il veterano a livello anagrafico. È un po’ l’uomo di fiducia di Chicco Blengini, non ha giocato praticamente mai (anche se ci ha salvato nel tie-break contro l’Argentina in Coppa del Mondo…) ma la sua presenza è stata importante all’interno della squadra.

MATTEO PIANO – La storia poteva essere diversa ma un problema a un polpaccio lo ha praticamente tolto dal torneo già dal primo set contro il Brasile. Ora sembra aver recuperato ma difficilmente tornerà in campo da titolare. Un centrale ricco di talento, abilissimo a muro e che ben si comporta accanto a Birarelli.

SALVATORE ROSSINI – Libero, ma gioca da schiacciatore in seconda linea. Quando è stato chiamato in causa si è sempre fatto trovare pronto per dare il proprio contributo difensivo.

 

stefano.villa@oasport.it

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