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Scherma, Olimpiadi Rio 2016: dal fioretto maschile un’altra batosta per l’Italia. E questa fa male

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Questa fa male. Non (solo) perché il fioretto maschile italiano era campione olimpico e mondiale in carica, ma per il modo in cui è arrivata: azzurri quarti con una vittoria (45-27 sul Brasile nel primo assalto di giornata) e due sconfitte pesantissime, 30-45 con la Francia e 31-45 con gli Stati Uniti.

Ecco, così no. Vedere fuoriclasse del calibro di Andrea Cassarà e Andrea Baldini, che hanno fatto la storia dell’Italia in questo sport, di Giorgio Avola (bronzo continentale) e Daniele Garozzo (oro individuale a Rio 2016 meno di una settimana fa) cedere in maniera pressoché inerme a due nazioni sicuramente forti, ma tutt’altro che imbattibili, è stato il peggiore spot possibile per una specialità che adesso in proiezione è scesa pericolosamente sotto il numero di medaglie previsto alla vigilia di Rio 2016.

Nessuno aveva chiesto di ripetere i sette podi di Atene 2004, Pechino 2008 e Londra 2012: impossibile sognare senza il fioretto femminile a squadre (e di conseguenza la terza atleta da schierare nella gara individuale) e la sciabola maschile a squadre, ma un bottino di almeno cinque sarebbe stato ampiamente alla portata. Invece a due giorni dalla conclusione degli assalti olimpici il palmarès azzurro vanta un oro e due argenti, tante delusioni e altre due sole possibilità per raddrizzare la nave che sbanda pericolosamente. E se la spada maschile di domenica potrebbe anche farcela, l’impresa si preannuncia quasi impossibile per le sciabolatrici in pedana domani.

Le 29 stoccate di passivo accumulate dai campioni olimpici e iridati tra semifinale e finale per il bronzo rappresentano una delle delusioni più cocenti dell’avventura italiana a cinque cerchi. Anche perché si tratta di un ko difficilmente spiegabile, come il blackout psicologico di Arianna Errigo nell’individuale femminile o – cambiando sport – il legno nei 200 stile libero di Federica Pellegrini, incapace di battere l’1’54”92 dell’australiana Emma McKeon. Poca amalgama di squadra? Eppure lo stesso quartetto nel luglio 2015 era salito in cima al mondo. Fa male e c’è amarezza: cos’è successo agli azzurri?

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: Augusto Bizzi/Federscherma

2 Commenti

1 Commento

  1. Luca46

    13 Agosto 2016 at 02:35

    Io non ne farei tanto una questione di computo delle medaglie anche perchè qui a Rio vuoi per la mancanza del fioretto a squadre femminile vuoi per la maggiore competitività delle Russia proprio nel fioretto erano un tantino più difficili da raggiungere. Anzi c’è da rallegrarsi per la bella prestazione di Garozzo e Di Francisca e Fiammingo se la sono giocata fino alla fine. C’è stata la debacle della Errigo ma penso che si sia trattato di un episodio. In sostanza dove dovevamo esserci ci siamo stati tranne che per il fioretto a squadre maschile. Competizione nella quale Garozzo e Avola ci hanno rappresentato degnamente a mio modo di vedere. Non capisco la nullità messa in campo da Cassarà e Baldini che ha compromesso i duri assalti di semifinale e terzo posto. E’ stato imbarazzante. Non vorrei che stessero cominciando un inattesa fase calante. Sono due ragazzi da recuperare assolutamente perchè il talento è indiscutibile ed espresso più volte anche se ultimamente sono più le delusioni.

  2. Gabriele Dente

    13 Agosto 2016 at 01:23

    Secondo me gli sconquassi del dopo Londra stanno pian piano presentando il (salatissimo) conto da pagare, nel senso che la “fuga” di Cerioni e dei maestri ha indebolito noi e rinforzato gli avversari. Tutto qui… E vale anche per le donne (tutti stanno a dire: “Ci hanno tolto un oro sicuro” ma io non sono affatto sicuro che l’Italia avrebbe vinto l’oro nel fioretto femminile a squadre). Non so a voi, ma a me è parso che ai fiorettisti, soprattutto alle donne, mancassero velocità e brillantezza. Daniele Garozzo è un’eccezione perché è emerso seguendo un percorso diverso dagli altri nazionali.
    E comunque, tornando alla gara di oggi, secondo me Cassarà con le sue incertezze ha “contagiato” tutta la squadra. Purtroppo poi Baldini, se possibile, ha fatto anche peggio.
    Forse, mantenendo come punti fermi Garozzo e Avola, è il momento di puntare forte sulla crescita dei giovani. In modo da arrivare pronti a Tokio fra quattro anni.

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