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Nuoto, Olimpiadi Rio 2016: gli eroi Paltrinieri e Detti non salvano un gruppo con risultati scadenti

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E’ il momento di tracciare un bilancio per il nuoto azzurro in piscina nella settimana a Cinque Cerchi. La magica doppietta di Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti nei 1500 stile libero (oro e bronzo) ed il terzo posto di quest’ultimo nei 400 metri che cosa rappresentano? Di sicuro, un miglioramento sostanziale se si pensa allo zero di Londra quando la nazionale azzurra tornò a casa a mani vuote e con una valigia colma di delusioni.

MEDAGLIERE NUOTO GIOCHI OLIMPICI RIO 2016

Rank Nazione Oro Arg Bro Totale
1 USA 16 8 9 33
2 AUS 3 4 3 10
3 HUN 3 2 2 8
4 JPN 2 2 3 7
5 UK 1 6 7
6 CHN 1 2 3 6
7 CAN 1 1 4 6
8 SWE 1 1 1 3
9 ITA 1 2 3
10 SPA-DEN 1 1 2
12 KAZ-SIN 1 1
14 SAF 3 3
15 RUS 2 2 4
16 FRA 2 2

Tuttavia, facendo un’analisi più in profondità, dietro le strepitose prestazioni dei due allievi di Stefano Morini c’è un problema evidente: la totale inconsistenza di un livello medio/alto della squadra, sotto il profilo tecnico e mentale. I riscontri cronometrici sottotono degli atleti sono diversi e la discrepanza, spesso di secondi, tra il proprio personal best ed il tempo ottenuto a Rio è lampante. Una mancanza grave per una nazione che punta a crescere senza dipendere dalle lune delle proprie punte. Si è invece, da questo punto di vista, fatto peggio di Londra in termini di presenze in finale e ciò è un segnale d’allarme molto chiaro.

LONDRA 2012

1500 stile libero uomini
100 rana uomini
400 misti uomini
4×100 stile libero uomini
200 stile libero donne
400 stile libero donne
100 farfalla donne
4×200 stile libero donne

RIO 2016

400 stile libero uomini
1500 stile libero uomini
200 stile libero donne
4×100 stile libero donne
4×100 mista donne

Cinque finali contro le otto di quattro anni fa non sono certo un dato trascurabile che va, appunto, ad aggiungersi ad un livello di prestazioni non all’altezza. Il ct Cesare Butini, intervistato dalla Rai nella penultima giornata, ha parlato di nuotatori troppo protetti nel contesto italiano e scarsamente abituati ad esibirsi a livello internazionale adducendo quindi ad una scarsa capacità di adattamento in competizioni al di fuori dei nostri confini. Tuttavia, queste affermazioni convincono fino ad un certo punto dal momento che i tempi poco lusinghieri sono stati siglati anche da atleti navigati e con una certa esperienza. Per questo, la criticità di una preparazione gestita male torna a galla. Non sono forse troppi tre picchi stagionali per arrivare ai Giochi con sufficienti energie? Perchè allargare ad un numero così importante l’avventura a Cinque Cerchi quando alcuni giovani interessanti, vedi Giacomo Carini (nuovo primatista italiano sui 200 farfalla) o Nicolò Martinenghi, talento della rana, sono rimasti in Italia? 

Domande e perplessità che poi vanno anche associate agli atteggiamenti, questo si, poco ambiziosi di alcuni nostri portacolori secondo i quali l’essere presente alle Olimpiadi è un punto di arrivo e non di partenza.Dobbiamo apprendere dagli americani ed avere la loro cattiveria” – le parole di Luisa Trombetti, mistista azzurra. Concetto piuttosto chiaro che però abbiamo ascoltato diverse volte e che alimenta amarezza per quello che non è arrivato. E’ evidente che gli atleti da medaglia erano tre: Paltrinieri, Detti e Federica Pellegrini. Non è arrivata la medaglia di Federica mentre gli altri due hanno ottenuto il meglio ma a chi era richiesto una qualificazione alla finale, il miglioramento del proprio personale o la replica dello stesso, ha fallito completamente.

Su questo dunque dirigenti ed allenatori dovranno riflettere senza nascondersi dietro le medaglie olimpiche ma partendo da esse per un modello più efficiente e meno improvvisato.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

Immagine: fonte Len

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