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Ginnastica, Olimpiadi Rio 2016 – La lettera alle azzurre: “Cara Italia, tira fuori gli artigli. Gladiatrici nell’Arena per un’impresa”

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Cara Italia e care azzurre,

sta per arrivare l’appuntamento clou del quadriennio. Le Olimpiadi di Rio 2016 sono da diverse stagioni il traguardo per cui tutte voi avete lavorato duramente.

Nelle ultime annate la nostra Nazionale ha conquistato riconoscimenti importanti tra cui spiccano senza dubbio i quinti posti ottenuti nei turni eliminatori dei Mondiali 2014 e 2015 (a Nanning il risultato è stato replicato anche in Finale) oltre ai diversi risultati individuali (come dimenticare l’oro europeo e l’argento iridato di Vanessa al corpo libero, il bronzo all’American Cup di Erika).

Ora, davanti a voi, si erge la sfida delle sfide. I Giochi Olimpici rappresentano il culmine massimo per la carriera di uno sportivo, il sogno che tutte voi avete avuto da bambine, fin da quando avete mosso i primi passi, fin da quando siete entrate in palestra portate per disperazione (si scherza) dai vostri genitori, fin da quando qualcuna di voi si arrampicava sugli armadi in casa oppure si è lasciata folgorare da un esercizio in televisione.

All’ombra del Cristo Redentore, in una delle città più belle e affascinanti del mondo, concretizzerete tutte le vostre aspettative, le vostre fantasie, vedrete sbocciare la magia dei cinque cerchi e ne rimarrete incantate. Sono discorsi forse ovvi per chi ha vissuto questa esperienza già tre volte (Vanessa), magari anche per chi la potrà rigustare dopo Londra 2012 (Erika e Carlotta), certamente non per chi sarà al debutto assoluto (Elisa e Martina) prese da un’emozione che immaginiamo essere incontenibile.

 

Siete il quintetto che rappresenterà il nostro Paese alle Olimpiadi. Voi siete l’immagine dell’Italia ginnica al femminile. Non è un ruolo da sottovalutare, anzi. Su di voi avrete i riflettori di tutto lo Stivale che tiferà per voi, sostenendovi e incoraggiandovi. Ecco, durante il quadriennio ci si è spesso lamentati che la ginnastica non ha visibilità. Questa volta, in tutta Italia, non sarà così.

Gli obiettivi sono tanti, li sapete sicuramente meglio di noi. I sogni, però, sono e saranno sempre gli stessi. Voi cinque, quando indosserete i meravigliosi body azzurri cuciti appositamente per l’occasione, avrete la responsabilità di dare il meglio di voi stesse per ottenere il risultato migliore, andando oltre le vostre possibilità come avete già fatto diverse volte in passato.

Dovrete essere come delle gladiatrici che, in un’Arena ultracombattiva ricca di leoni e avversarie fortissime, sanno difendersi nei momenti di difficoltà facendo scudo sulle loro abilità per poi attaccare nel momento più opportuno. Il vostro compito sarà quello di scaldare i cuori azzurri, farli ribollire di passione, farli gioire e renderli orgogliosi. Avrete una missione: provare a fare capire che l’artistica merita l’interesse di sempre più appassionati. È difficilissima ma sta a voi riuscirci, sta a voi volere la visibilità e prendervela.

 

Insieme a Enrico Casella, Direttore Tecnico che ha indubbiamente innalzato il livello del nostro movimento, avete alzato l’asticella verso quote cosmiche. Avete più volte dichiarato di volervela giocare fino in fondo per un clamoroso podio a squadre. Diciamo solo una cosa: auguri. Anzi, due: grazie. In un universo sportivo sempre più appiattito e in cui spesso ci si accontenta di svolgere il compitino e di ottenere un risultato semplicemente discreto, voi avete dimostrato che ci si può crescere, si può e si deve attaccare, si può osare.

Un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso”. Ebbene, l’augurio che tutta l’Italia fa alla propria Nazionale di ginnastica artistica femminile è quello di tenere aperti gli occhi quando è sugli attrezzi ma contemporaneamente di chiudere le palpebre, immaginare, sperare.

Questa lettera viene dal cuore dopo quattro anni di intenso lavoro e di passione profusi per seguire l’artistica, per darle la visibilità che merita. Per raccontare i risultati positivi (tanti) e quelli negativi (ci sono stati). Solo per amore del Magnesio.

 

Quell’amore all’ennesima potenza che voi azzurre, siamo certi, metterete in mostra all’Olympic Arena di Rio. Vi passeranno avanti tutti i momenti difficili della vostra vita, le volte in cui avete pensato di mollare tutto, le volte in cui avete capito di essere tra le migliori in Italia, le volte in cui avete sbagliato, le volte in cui avete eseguito meravigliosamente un esercizio, le volte che siete cadute e le volte che vi siete prontamente rialzate. È semplicemente vita.

A Vanessa Ferrari, la ginnasta italiana più forte di tutti i tempi che a 25 anni è ancora qui a battersi come una Leonessa e che vuole stupire ancora tutti. A lei che ha saputo rialzarsi mille volte come un’Araba Fenice, rigenerandosi continuamente nonostante mille acciacchi fisici e che a Rio andrà a caccia dell’unico alloro che le manca puntando su trave e corpo libero.

A Carlotta Ferlito che tanto ha dato per la visibilità di questo sport in Italia, concedendosi tanto senza perdere di vista la pedana, pronta per l’ennesima battaglia e per sognare in grande alla trave.

A Erika Fasana che tra un gomito dolorante e delle tibie recuperate ha dato tutto per essere qui, dopo due finali ai Mondiali e dopo essere cresciuta tantissimo.

A Elisa Meneghini che ha lavorato duramente, che ha voluto rischiare sulla trave e che ci proverà a Rio, per regalarci tanta gioia.

A Martina Rizzelli che si è perfezionata tanto nelle ultime stagioni, rispondendo con i fatti alle critiche per gli errori del passato.

A tutte voi, semplicemente, gan-ba. Buona Olimpiade a tutte.

 

stefano.villa@oasport.it

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