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Basket, Olimpiadi Rio 2016: i Fenomeni sono tornati! Argentina e Ginobili agli emozionanti saluti

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L’Argentina saluta i Giochi di Rio 2016 tra le emozioni, la sua “anima” Manu Ginobili saluta l’amata Albiceleste tra le lacrime. Ma il Team Usa non ha compassione (rispetto sì) e non perdona, giocando una partita tutta potenza, chiusa già dopo 20 minuti (in realtà, anche meno…). Cancellati i dubbi addensatisi nelle ultime uscite: i Fenomeni sono tornati!

I quintetti di partenza: Durant, Thompson, Antony, Irving, Jordan; dalla parte argentina, Campazzo, Ginobili, Nocioni, Scola e Garino. L’inizio della gara è scoppiettante: primi due liberi di Durant, subito dopo sono Campazzo e Scola a mandare avanti i biancocelesti. Il vantaggio dell’Argentina cresce e doppia gli avversari con un Campazzo in grande spolvero; Manu Ginobili scuote il suo popolo ed incrementa il vantaggio (14-7).

Tiene a galla i suoi, in questa delicata fase iniziale del match, Kevin Durant: KD rimette in piedi la partita con cinque punti in sequenza; una schiacciata di George porta la gara sul 19-16 per il 7-0 di parziale a stelle e strisce. Il tredicesimo punto di uno scatenato Durant porta Usa sotto di due; il pareggio ed il vantaggio arrivano dalle mani di Cousins. Il 20-2 di parziale porta ancora la firma di Demarcus Cousins, assoluto dominatore dell’area argentina gara, ben supportato da Paul George. L’Argentina non ne azzecca più una ed il sogno-semifinale sembra già finito.

Una tripla di Durant ed una ripartenza veloce di Jimmy Butler portano Team Usa sul +15. Il parziale di 27 a 2 lo spezza Facundo Campazzo, mentre la tripla di Laprovittola porta l’Argentina sul meno nove. Team Usa, però, si scatena ancora, questa volta con Antony, George e Irving. Venti punti di vantaggio dopo 16 minuti sono decisamente troppi da recuperare contro questi alieni, a maggior ragione per un’Argentina che non riesce più a mostrare il proprio gioco. Il secondo periodo termina 56 a 40.

Gli statunitensi ripartono con un secco 5-0 nel terzo quarto. Il ventisettesimo punto di Kevin Durant scrive la parola fine a caratteri cubitali sul match già al ventisettesimo minuto (83 a 58). Il resto del match sono accademia e brividi: Team Usa diventa imprendibile anche se, sugli spalti, l’Argentina stravince. Delle bandiere della Generación Dorada, oggi definitivamente ammainatesi, se ne parlerà per sempre in Argentina e al di fuori di essa: un modo di giocare unico che ha dimostrato come nulla sia concretamente impossibile su un parquet.

Un mito che oggi si è placato soltanto al cospetto degli “extra-terrestri”. Ginobili, Scola, Delfino, Nocioni salutano tutti alle Olimpiadi: il pubblico di Rio apprezza e sostiene fino al termine le azioni dei ragazzi di coach Hernandez. L’emozione è grande, palpabile: non si sono ripetuti, dopo Atene 2004, ma hanno lasciato nel cuore degli sportivi qualcosa di immenso. La standing ovation a 1’34” dal termine è tutta per il totem Manu Ginobili, semplicemente il giocatore argentino più forte di tutti i tempi. Gli Stati Uniti onorano il campione argentino, riconosciuto tale su scala globale, e vanno a prendersi sul velluto la semifinale contro la Spagna di Sergio Scariolo. Ci sarà partita? Lo vedremo.

Il tabellino della partita

USA-ARGENTINA 105-78 (25-21; 31-19; 31-21; 18-17)

Usa: Durant 27, George 17, Cousins 15

Argentina: Scola 15, Ginobili 14, Campazzo 13

giuseppe.urbano@oasport.it

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Foto: profilo FB Kevin Durant

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