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Scherma: le speranze di medaglia dell’Italia a Rio 2016. Aggrappati al fioretto e ai “garisti”

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Sette medaglie come ad Atene, Pechino e Londra? Bello sognare ma realisticamente servirebbe quasi un miracolo. Non perché l’Italia della scherma si sia indebolita – nonostante quella appena terminata sia stata la stagione di Coppa del Mondo con meno podi azzurri dell’ultimo quadriennio – ma perché da un lato crescono le potenze straniere, dall’America all’Asia, mentre dall’altro le note assenze di sciabola maschile e fioretto femminile a squadre colpiranno proprio due settori di punta del movimento tricolore, oro mondiale nel 2015 a Mosca con entrambi i quartetti. Con che ambizioni si presenterà, dunque, la spedizione azzurra a Rio 2016? L’analisi arma per arma.

FIORETTO – La certezza, come evidenziato anche all’indomani degli Europei di Torun. Arianna Errigo ed Elisa di Francisca saranno sole contro tutte ma hanno le qualità per arrivare nuovamente in fondo una contro l’altra come quattro anni fa. Tuttavia il tabellone dipenderà da un sorteggio aleatorio che, al momento, pone le possibilità di finire dalla stessa parte del torneo esattamente alla pari dell’ipotesi contraria, ovviamente per l’Italia più felice sulla carta. Al maschile gli uomini stanno faticando a livello individuale, senza mai un successo nel 2015-2016, ma con il quartetto sono campioni olimpici e mondiali in carica nonché argento europeo. Andrea Cassarà, Daniele Garozzo, Giorgio Avola e Andrea Baldini rimangono dunque in piena corsa per il podio. Medaglie previste: 3.

SPADARossella Fiamingo sarà l’unica spadista azzurra in Brasile: la clamorosa eliminazione della squadra ha privato l’Italia di altre due atlete individuali e, soprattutto, della possibilità di assaltare una medaglia con il quartetto che, prima del declino dell’ultimo anno, era salito sul podio per nove volte consecutive tra Europei, Mondiali e Coppa del Mondo. Reduce da una stagione indecifrabile, finora comunque negativa, la siciliana che si è presa gli ultimi due ori iridati è una garista e a Rio dovrà confermare definitivamente la propria immensa forza psicologica quando la posta in palio conta assai. Rischioso sbilanciarsi ma c’è fiducia. Così come c’è fiducia intorno alla squadra maschile che ha già battuto due volte la Francia nel 2015-2016 prima di cedere ai maestri transalpini nella finale continentale in Polonia. Se Enrico Garozzo individualmente può recitare la parte dell’outsider, con Paolo Pizzo, Marco Fichera e Andrea Santarelli parte per una medaglia che fino al giugno del 2015 (12° posto europeo) pareva utopia. Medaglie previste: 2.

SCIABOLA – Anche qui, Italia aggrappata al garista Montano. Ma rispetto alla situazione di Rossella Fiamingo c’è una notevole differenza: il livornese oro ad Atene 2004 e due volte sul gradino più alto del podio nell’ultima stagione di Coppa del Mondo non tira da fine marzo perché a inizio aprile è stato operato alla spalla. Di recente ha confermato al Corriere dello Sport che arriverà pronto a Rio, ma le sue condizioni fisiche (e atletiche, a 38 anni) saranno un rebus più che decisivo per le ambizioni della sciabola azzurra. Difenderà l’argento del 2012, invece, Diego Occhiuzzi, che però non appare competitivo ai massimi livelli nonostante il terzo posto di Pasqua a Seul con rimonta in extremis su Luca Curatoli per il secondo pass. Si rischiano solo passaggi a vuoto, comunque annunciati, con il reparto femminile: Rossella Gregorio, Ilaria Bianco, Irene Vecchi e Loreta Gulotta sono inferiori alle dominatrici individuali e avranno un tabellone tostissimo a squadre. Miracolo difficile. Medaglie previste: 0. 

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: Augusto Bizzi/Federscherma

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