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Ginnastica, Olimpiadi Rio 2016 – La storia di Shang Chunsong, ai Giochi per guarire il fratello cieco

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Shang Chunsong sarà la capitana della Cina alle Olimpiadi 2016. È una delle ginnaste di punta della Nazionale vicecampionessa del Mondo in carica e che a Rio andrà a caccia di una medaglia nella prova a squadre. È una all-arounder dotata di grande completezza e tecnica, eccellente soprattutto alle parallele e al corpo libero, una potenziale outsider nella corsa alle medaglie del concorso generale individuale e anche nelle Finali di Specialità dei suoi attrezzi preferiti.

Fin qui tutto normale. Una ginnasta di livello come altre nel piccolo circuito della Polvere di Magnesio. La storia di Shang Chunsong è però più unica che rara. Una vita di sacrifici, il desiderio di emergere nella ginnastica per poter guadagnare dei soldi che le permettessero di aiutare il fratello maggiore, afflitto da cecità.

 

Chunsong significa “pino in primavera”. Questo il nome che le hanno imposto i suoi genitori, due modesti operai della poverissimo villaggio di ShiYanPing nel sud-est del Paese. Shang non ha diritto a un’alimentazione completa e in più suo fratello, di sei anni maggiore, soffre di problemi di vista. Le cure diventano troppo costose e le condizioni di Lei si aggravano lentamente.

Nonostante questo i due fratelli, ogni giorno, affrontano un’impervia camminata per andare a scuola. Sono miglia e miglia di tragitto, il sole cala presto e così sulla strada del ritorno è la piccola Shunsong che a soli sei anni deve tenere la mano del fratello ormai adolescente.

Nel 2003 arriva la svolta. La ragazza ha soli sette anni e viene selezionata dal Gymnastic Centre di Yongshun. L’iscrizione e la frequenza costano parecchio. Si ripropone il problema dei soldi ma arriva in soccorso Lei che a 13 anni inizia a lavorare come massaggiatore nonostante la sua cecità. Chiede però alla sorella una promessa: che un giorno sarebbe diventata Campionessa Olimpica. Lei giura che ci sarebbe riuscita, guadagnando così quei soldi che le avrebbero permesso di guarirlo.

 

Nel 2006 Chunsong entra nella squadra provinciale e inizia a monetizzare le sue fatiche. Spedisce tutti i soldi a casa: non compra nulla per se, indossa sempre gli stessi vestiti, mangia anche poco. E nel 2013 accende un mutuo per acquistare una casa all’amato Lei grazie ai 163mila dollari guadagnati vincendo i Campionati Sportivi Cinesi (una manifestazione che prevede la disputa di svariate discipline).

Non mancano i problemi di salute. In inverno l’influenza è una fedele compagna, il fisico è sempre gracile e minuto, tanto che non dimostra neppure gli anni che ha. Una classe 1996 che però sembra non crescere nel viso e nel corpo, come abbiamo potuto vedere durante gli ultimi tre Mondiali.

 

Ai Mondiali 2013 partecipa alla Finale alla trave ma un errore le impedisce di lottare per le medaglie (fu la pazza gara che consegna l’oro a sorpresa ad Aliya Mustafina e che fece discutere per il bronzo assegnato a Simone Biles con le annesse lamentele di Carlotta Ferlito e Vanessa Ferrari).

Nel 2014, ai Mondiali nella casalinga Nanning, si presenta debilitata a causa di un infortunio. Conquisterà sì l’argento con la squadra ma a livello individuale non ottenne risultati, uscendo con le lacrime agli occhi davanti alle telecamere di tutto il circuito.

Nel 2015 l’amata nonna muore pochi giorni prima dei Mondiali di Glasgow. La famiglia non vuole farle arrivare la notizia ma la voce si diffonde e Shunsong apprende così la dipartita della parente. Manterrà la calma, conquistando un bellissimo quarto posto nell’all-around (pagò purtroppo un volteggio non all’altezza della situazione, sempre a causa del suo fisico).

 

Alle Olimpiadi 2016 riuscirà a mantenere la promessa fatta al fratello nell’ormai lontano 2003? Alle parallele le chance più concrete ma si lotta per una medaglia anche alla trave e al corpo libero. E se alla tavola fosse davvero migliorata potrebbe sognare qualcosa anche nell’all-around. Nella prova a squadra la Cina parte per conquistare una medaglia anche se sarà praticamente impossibile contrastare gli USA per il titolo.

 

stefano.villa@oasport.it

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