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Boxe, Preolimpico Vargas 2016: i “pro” alle Olimpiadi ed il fallimento dell’Aiba

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Il torneo di qualificazione olimpica di Vargas, in Venezuela, ha scritto a suo modo una pagina di storia, dando per la prima volta in assoluto la possibilità a dei pugili professionisti di ottenere il pass per i Giochi Olimpici. Grazie a questo colpo di testa dell’Aiba, arrivato oltretutto solamente ad un mese dallo svolgimento del TQO, alcuni “pro” sono effettivamente riusciti a qualificarsi per Rio 2016, e tra questi ci sarà anche l’azzurro Carmine Tommasone, che in Brasile disputerà il torneo dei pesi leggeri (60 kg).

Al di là del risultato del campano, però, dobbiamo concludere che l’esperimento dell’Aiba si è risolto con un fallimento, fortunatamente. Più potenti del richiamo delle medaglie a cinque cerchi sono state le minacce delle sigle più importanti del mondo professionistico, che hanno minacciato i pugili di severe sanzioni fino ad una sospensione di due anni, e, così, di professionisti di grido a Vargas non ce n’erano, se non un paio.

I pugili che hanno indossato in carriera cinture di rilievo, per intenderci, erano di fatto due: il thailandese Amnat Ruenroeng, presente nella categoria di Tommasone, già campione IBF dei pesi mosca tra il 2014 ed il 2015, ed il francese Hassan N’Dam N’Jikam, campione WBA e WBO dei pesi medi tra il 2010 ed il 2012, che si è qualificato tra i mediomassimi (81 kg) rappresentando il suo Paese di origine, il Camerun.

La maggioranza delle federazioni nazionali ha optato per non convocare pugili professionisti per il torneo, confermando fino all’ultimo la fiducia nei dilettanti che per quattro anni hanno puntato a questo obiettivo. L’esperimento è risultato di fatto gradito a pochi, e non sembra aver apportato nulla di significativo al mondo della boxe olimpica. Per ora, dunque, la scellerata decisione dell’Aiba è stata quasi priva di effetto, e si spera che la federazione internazionale sia in grado di tornare sui propri passi entro Tokyo 2020, altrimenti rischieremo di vivere un vero e proprio caos, visto che questa volta ci saranno quattro anni, e non solo un mese, per prepararsi all’evento.

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giulio.chinappi@oasport.it

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