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Ciclismo

Tour de France 2016, gli outsider: Aru e Pinot pronti al salto di qualità. Porte per uscire dal limbo

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Nella giornata di ieri vi abbiamo presentato i quattro grandi favoriti per il Tour de France 2016: oggi, invece, proviamo ad analizzare le possibilità di quattro outsider per il podio e per la vittoria finale.

Non possiamo che partire da Fabio Aru, unico tra questi uomini ad essersi imposto recentemente in un grande giro. L’azzurro dell’Astana, vincitore dell’ultima edizione della Vuelta a España, ha preparato con dovizia di particolari l’appuntamento con il Tour. Nella prima parte di stagione non ha raccolto risultati fino al Giro del Delfinato, dove è stato capace di vincere una tappa con una splendida azione in solitaria nonostante una condizione ancora precaria. Il suo approccio, sin da quando è professionista, è sempre passato da lunghi periodi di difficoltà prima di trovare la gusta condizione, spesso crescente nelle tre settimane. Il percorso è adatto a lui, con tante salite: per quanto visto in passato, forse avrebbe preferito alcune ascese con pendenze meno accentuate ma dopo le prime due settimane potrebbe uscire di prepotenza nel finale.

Un discorso simile va fatto anche per Thibaut Pinot (FDJ), sul podio nel 2014 (complici le tante cadute, il suo distacco dalla maglia gialla di Nibali era stato di oltre 8′). Sembra maturato e le sue prestazioni, specialmente a cronometro, cresciute notevolmente. Lo scorso anno ha deluso le aspettative ma in questo 2016, fino ad ora, non ha mai sbagliato un colpo, chiudendo sempre tra i migliori 5 le corse a tappe cui ha partecipato. I padroni di casa, ora, possono tornare a sognare in grande.

Abbandonato il Team Sky, Richie Porte si trova ad una svolta cruciale della propria carriera. Fino ad ora ha sempre faticato ad essere competitivo sulle tre settimane, tant’è che l’ultimo piazzamento tra i migliori 10 tra Giro, Tour e Vuelta risale addirittura al 2010, quando sorprese il mondo con un settimo posto nella corsa propiziato dalla fuga bidone de L’Aquila. Da quel momento in poi solo qualche sprazzo di talento alla corte di Froome e tanti fallimenti, dettati dall’incapacità di essere costante su una corsa di 21 giorni che spesso lo vede in crisi e sempre meno prestante con il passare delle tappe. La BMC ha puntato su di lui e un nuovo fallimento potrebbe ridimensionare anche le prossime stagioni.

Chiudiamo con Alejandro Valverde, reduce da un Giro d’Italia non brillantissimo ma chiuso comunque sul podio. Il murciano ha concluso terzo lo scorso anno al Tour ma in questa stagione il vero obiettivo dovrebbero essere le Olimpiadi. Il suo ruolo potrebbe essere fondamentale per la Movistar in supporto a Quintana e rimanendo in classifica potrebbe poi trovarsi nel posto giusto al momento giusto. La classe non gli manca e solitamente soffre meno rispetto ad altri il secondo grande giro della stagione.

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gianluca.santo@oasport.it

Twitter: Santo_Gianluca

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