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Pentathlon, Claudia Cesarini: “A Londra non avevo la giusta maturità. Il 18 e il 19 agosto potrà succedere anche qualcosa di inaspettato…”

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A distanza di dieci anni dall’ultima vittoria di un’italiana (Claudia Corsini), un’altra portacolori delle Fiamme Azzurre è salita sul gradino più alto del podio in una gara di Coppa del Mondo di pentathlon moderno. La sua prima medaglia internazionale in carriera. Stiamo parlando di Claudia Cesarini, esperta atleta romana che circa tre mesi fa s’è fatta beffe di tutto il gotha mondiale dei Cinque Sport proprio a Rio de Janeiro, in una sorta di “prova generale” dei Giochi brasiliani. L’abbiamo intervistata per cogliere i suoi pensieri, gli obiettivi, le sensazioni, in questa lunga vigilia che la porterà a disputare le seconde Olimpiadi della sua carriera.

Quest’anno hai compiuto il tuo capolavoro agonistico in occasione della tappa di Coppa del Mondo che si è svolta a Rio de Janeiro. Ma cos’hai combinato in quello straordinario 12 marzo 2016…?!

“Credo che il 12 marzo 2016 sia stato il giorno più bello della mia vita e ho aspettato 29 anni per viverlo! Ho conquistato medaglie a squadre e individuali ai Campionati Italiani, ma il mio sogno era vincere una medaglia internazionale. Da quel giorno ho molta più fiducia in me stessa e qualsiasi allenamento ‘pesante’ lo affronto sapendo che tutte le mie fatiche sono servite e servono a raggiungere grosse soddisfazioni; soprattutto dopo aver affrontato un anno come il 2015, in cui i tanti infortuni patiti non mi hanno permesso di conseguire risultati importanti e mi hanno fatto perdere credibilità agli occhi di chi, ad inizio stagione, doveva scegliere su quali atleti puntare per la qualificazione olimpica… L’importante, però, è che io puntassi su me stessa ed è quello che ho fatto, non mi sono mai arresa e quando ho capito che potevo farcela, e in fondo i mezzi non mi mancavano, sono partita ed ho sbaragliato la concorrenza!”.

Descrivici i campi gara che vi ri-accoglieranno tra poco più di due mesi.

“In Coppa del Mondo abbiamo gareggiato nel palazzetto della scherma (Deodoro Youth Arena, ndr) che sarà il luogo dove si svolgerà la prova olimpica, il parco cavalli è molto buono, ma per quanto riguarda le altre strutture (Deodoro Aquatics Centre e Deodoro Stadium, ndr), esse erano ancora in costruzione…”.

Quella di Rio sarà la tua seconda partecipazione ai Giochi. A Londra arrivasti 25^. In cosa è cambiata maggiormente la Claudia Cesarini pentatleta di livello mondiale in questi quattro anni? Ora sei sesta nel ranking olimpico: in Brasile ci vai per recitare un ruolo da protagonista assoluta?

“Un’Olimpiade sì, l’ho fatta, ma per me la sola partecipazione era come vincere una medaglia, non avevo la giusta maturità, solo tanti sogni! Dopo l’esperienza del 2012, ho pensato che il 25° posto potesse essere solo un inizio, perché avevo i mezzi per fare meglio e la volontà di perseguire i miei obiettivi. Quindi, ho puntato a fare la seconda Olimpiade, in modo da potermi togliere delle soddisfazioni migliorando me stessa!”.

Secondo te, quali sono le grandi favorite della kermesse a Cinque Cerchi? Basta vedere le classifiche stagionali o ci possono essere delle sorprendenti “mine vaganti”?

“Secondo me, le pretendenti al podio olimpico sono: Schoneborn, Asadauskaite, Clouvel, Foldhazi, Murray, Chen. Poi, il 18 e il 19 agosto potrà succedere anche qualcosa di inaspettato, qualche ‘mina vagante’ potrebbe venir fuori…”.

Nel corso della tua carriera ci sono stati dei modelli a cui ti sei ispirata?

“Agli inizi della mia carriera, mi sono ispirata a Claudia Corsini, l’ho sempre ritenuta una grandissima atleta e sono stata molto onorata di poter entrare nel suo stesso gruppo sportivo, le Fiamme Azzurre. Ora un modello è sicuramente la tedesca Lena Schoneborn, un’atleta pazzesca che non scende mai dal podio, in tutte le gare, e nella vita una ragazza molto colta, fine ed educata. Davvero una grande donna!”.

Com’è la convivenza all’interno della “famiglia-pentathlon” azzurra? Vi allenate tutti insieme, ma alla fine i posti per gli appuntamenti più importanti sono pochi… 

“Quella del pentathlon italiano è sicuramente una grande famiglia, anche perché siamo ancora in pochi a praticare questo meraviglioso sport, in Italia soprattutto; ma la convivenza non è sempre facile, perché stiamo a contatto tutti i giorni per gli allenamenti, da mattina a sera, e non dimentichiamoci che il pentathlon è prima di tutto uno sport individuale. Inoltre, alle Olimpiadi ci possono andare solamente due atleti e due atlete… Io mi ritengo una persona molto competitiva, rispetto il mio avversario ma voglio arrivargli davanti!”.

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Foto: archivio privato Claudia Cesarini

giuseppe.urbano@oasport.it

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