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Olimpiadi Rio 2016: Zika, un pericolo reale? Prudenza, ma non paranoia

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I virus e le malattie infettive esistenti nel mondo sono difficilmente enumerabili, essendo davvero tantissime. Periodicamente, però, qualcuna di queste accentra su di sé tutto l’interesse dei media, e questo per vari motivi. Sostanzialmente, ciò che fa paura è l’ignoto, ovvero quello che non si conosce, ed allora parlare di un virus mai sentito può spaventare l’opinione pubblica più del dovuto.

È questo il caso di Zika, virus recentemente salito alla ribalta ma in realtà isolato per la prima volta nel 1947 in Uganda dagli scienziati del Centro di Ricerca sulla febbre gialla. La realtà, infatti, è che questo virus proviene dall’Africa, ma fino a quando si diffondeva in qualche sperduto villaggio del continente che rappresenta la periferia del mondo per eccellenza, quasi nessuno se ne era mai interessato, a parte medici e ricercatori. Ora che Zika è arrivato alle porte del mondo occidentale, espandendosi in America Latina e toccando con alcuni casi i Paesi ricchi, i media hanno deciso di concentrarsi su questo virus, provocando numerose paranoie.

L’elemento di maggior preoccupazione, ora, riguarda i Giochi Olimpici di Rio 2016, visto che il Brasile è uno dei Paesi maggiormente colpiti da Zika. Attualmente, si stima che oltre 1.5 milioni di persone siano state infettate in tutto il Brasile, e che vi siano stati oltre 3.500 casi di microencefalia registrati in neonati. Di fatto, la principale manifestazione del virus si ha nei nascituri, piuttosto che nelle persone che lo contraggono, sebbene sia anche legato alla trasmissione della febbre dengue. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, comunque, il virus è destinato ad espandersi in tutto il continente americano indipendentemente dallo svolgimento dei Giochi, anche se a livello personale, un singolo individuo (sportivo o tifoso) correrebbe naturalmente meno rischi non recandosi in Brasile, ma questo non dovrebbe incidere sulla natura endemica di Zika.

Bisogna tenere in considerazione anche altri fattori, che dimostrano come la preoccupazione nei confronti dello svolgimento delle Olimpiadi a Rio de Janeiro siano eccessive: in Brasile, il virus è diffuso soprattutto nello stato del Pernambuco, nel nord-est del Paese, mentre per ora si sono registrati solamente casi isolati nell’area di Rio e nelle altre maggiori città; in Brasile, inoltre, sono altri i virus e le malattie da temere maggiormente, e queste sono sempre state diffuse nel Paese. In sostanza, recandosi in Brasile si hanno possibilità maggiori di contrarre la malaria o – nel caso di mancate precauzioni – il virus dell’HIV piuttosto che Zika, senza dimenticare la vecchia “suina” (H1N1), che un tempo veniva sbattuta in prima pagina come viene fatto oggi per Zika, ma che di fatto esiste ancora nonostante il progressivo calo di interesse dei media.

In conclusione, ecco i consigli del Ministero degli Affari Esteri per prevenire la contrazione di Zika:

I viaggiatori che visitano questi Paesi (quelli colpiti dal virus, ndr) dovrebbero avvalersi di misure di prevenzione individuale contro le punture di zanzara al chiuso e all’aperto, soprattutto dall’alba al tramonto. Si consiglia pertanto di:

  • Utilizzare repellenti per zanzare in conformità con le istruzioni indicate sull’etichetta del prodotto. Repellenti a base DEET non sono raccomandati in presenza di bambini sotto i tre mesi di età, mentre possono essere utilizzati senza controindicazioni specifiche da donne in gravidanza
  • Indossare indumenti di colore chiaro che coprano la maggior parte del corpo,  soprattutto durante le ore in cui il tipo di zanzara che trasporta il virus Zika (Aedes) è più attivo
  • Dormire o riposarsi in camere schermate o climatizzate e utilizzare zanzariere, anche durante il giorno“.

Coloro che sono interessati a recarsi in Brasile per le Olimpiadi possono consultare i seguenti link con tutte le informazioni fornite dalla Farnesina:

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Immagine:

giulio.chinappi@olimpiazzurra.com

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