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Olimpiadi Rio 2016: viva la Rai! I Giochi tornano sulla TV pubblica. Copertura in chiaro senza precedenti

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Lo sport è di tutti. Con questo motto, la Rai ha lanciato la propria campagna pubblicitaria verso i Giochi Olimpici di Rio 2016, che dopo otto anni tornano finalmente in esclusiva sulle reti dell’emittente pubblica. Naturalmente il ritorno delle Olimpiadi sulla Rai comporterà diversi cambiamenti per chi aveva seguito i Giochi di Londra 2012 – senza dimenticare quelli invernali di Vancouver 2010 e Sochi 2014 – su Sky, ma allo stesso tempo sancirà il principio secondo il quale un evento di tale portata, il più seguito del mondo, non può essere sottoposto al pagamento di un salato abbonamento ad un’emittente privata.

La Rai ha già annunciato che per Rio 2016 metterà a disposizione tre canali, la seconda rete generalista e le due di RaiSport. Inutile dire che non sarà possibile eguagliare il numero di canali dedicati di Sky, ma l’offerta sarà certamente la più completa mai vista in chiaro, e potrà raggiungere un numero decisamente più elevato di telespettatori, contribuendo alla diffusione dei cosiddetti “sport minori” presso la popolazione italiana, un compito che non può che spettare alle reti pubbliche.

In fin dei conti, chi altri, se non la Rai, potrebbe trasmettere i Giochi Olimpici? Non dimentichiamo, infatti, che le aziende private di qualsiasi settore hanno un unico obiettivo, che non è quello di offrire un servizio, bensì quello di massimizzare i profitti. Come Sky ha potuto sperimentare, la cultura monosportiva italiana, in cui il termine “sport” viene da molti considerato come un sinonimo di “calcio”, fa sì che sia molto più conveniente trasmettere una partita anche di una competizione di secondo piano rispetto ad un’edizione dei Giochi Olimpici, dove le forze da mettere in campo sono infinitamente maggiori e non ricevono una contropartita monetaria adeguata.

Diverso è il fine delle emittenti pubbliche, che nascono proprio per offrire un servizio alla popolazione: ecco, dunque, perché in Italia solamente la Rai può realmente trasmettere i Giochi Olimpici per tutti, e se la copertura non sarà la stessa di Londra 2012 ce ne faremo una ragione, o meglio, se ne faranno una ragione i fortunati che hanno avuto la possibilità di seguirle senza quel fastidioso limite delle 100 ore. La massimizzazione della diffusione delle competizioni olimpiche, del resto, non può che influire positivamente sulla conoscenza di tutte le discipline sportive, e dunque sulla possibilità che l’Italia sia competitiva in futuro nel maggior numero di specialità possibile. Un Paese dove si affida la trasmissione dei Giochi alla pay-tv, invece, non può che essere un Paese che si avvia verso il declino del proprio movimento sportivo.

Viva la Rai, viva le Olimpiadi di tutti e per tutti!

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giulio.chinappi@oasport.it

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