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Formula 1

F1, GP Russia 2016, le pagelle: Kvyat vendicativo, Alonso “revenant”. Le Mercedes scappano…

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L’incidente che ha estromesso dalla gara la Ferrari di Vettel è stato il momento più emozionante dell’intero GP di Russia 2016, sicuramente molto più emozionante del monocorde dominino di Rosberg. Il tedesco ha fatto poker a Sochi (settima vittoria consecutiva, se consideriamo anche il travolgente finale di 2015) e più che l’uomo del momento, è già l’uomo del Mondiale. Guida senza sbavature e con autorevolezza dal venerdì alla domenica, è risparmiato dalla sfortuna di avarie tecniche, vincendo con merito e con quella cattiveria che tante volte gli era stata “richiesta” lo scorso anno. Sarà dura stargli dietro, anche per uno come Hamilton, che oggi è stato bravissimo a rimontare fino alla seconda posizione partendo decimo. Lewis si è sbarazzato in gara di Massa, Raikkonen e Bottas, a conferma della nettissima superiorità Mercedes, come e più dominanti del recente passato. La (intesa una sola) Ferrari ha fatto quello che ha potuto, ottenendo il minimo sindacale: Raikkonen sul podio dietro alle scatenate Frecce d’Argento. Seb non ha potuto nuovamente iniziare la sua gara… Molto bene Alonso, su una rediviva McLaren, mediocri le Williams e Ricciardo, molto male Gutierrez e, soprattutto, Kvyat. Per ovvie ragioni…

Rosberg: 10. Ormai è in modalità pilota automatico. Dov’è finito il Nico remissivo, timido e “troppo buono” della scorsa stagione? A quanto pare, solo “gufose” cause di forza maggiore possono arrestare la sua trionfale fuga iridata e, onestamente, non glielo dovrebbe augurare nessuno. Stupenda metamorfosi agonistica.

Hamilton: 8. Secondo, come lo scorso anno. Sembra una vita fa, perché adesso è lui quello che deve inseguire, ammirare, applaudire… Anche la fortuna pare avergli voltato le spalle. Rimonta da applausi, ma è già ibernato a -43. “Potevo farcela”, ha dichiarato nel post-gara. Un tantino attapirato?!

Vettel: SV. Weekend da incubo, senza colpe. E il Mondiale 2016 s’allontana in maniera preoccupante… Quantomeno resterà per sempre il ricordo del suo team radio “blasfemo” e di un proverbiale self control andato legittimamente a farsi benedire. Come dargli torto…? Macumba o vendetta russa?

Raikkonen: 6 politico. La valutazione della sua gara è tutta nelle parole di Arrivabene: “Ha fatto una buona gara, ma dopo la safety car poteva fare meglio”… Il finlandese di ghiaccio scatta bene, supera Bottas, ma dopo la safety car (rimasta in pista tre giri per l’incidente Kvyat-Vettel), si fa risorpassare dal connazionale della Williams. Nulla può contro il ciclone Lewis che risaliva da dietro. Al trentesimo giro accusava però già 19 secondi di ritardo da Rosberg. AAA velocità cercasi.

Kvyat: 1. Come il numero del giro che sancisce il suo voto…e la fine della gara di Vettel. Gliele aveva promesse a Seb, dopo la ramanzina di Shanghai, così decide bene di estrometterlo dalla corsa alla prima occasione buona. Finisce 15° nella tanto attesa (forse pure troppo) gara di casa. Non volendo pensare male, resta la condotta ancora una volta oggettivamente discutibile. Sconsiderato.

Ricciardo: 5. Dopo i tre buoni, quasi inattesi, piazzamenti al quarto posto, l’anonimo undicesimo di Sochi. Ma non perderà quel contagioso sorriso che lo rendono amabile agli occhi di tutti gli sportivi.

Williams: 5,5. Un quarto ed un quinto posto per tentare l’assalto al terzo posto della classifica costruttori. Può bastare per entusiasmare nonno Frankie e soci?! Bah…

Alonso: 7,5. Il “revenant” che sembrava morto, dal punto di vista sportivo (in Australia, anche qualcosa in più…). Una delle migliori gare della sua esperienza-bis in McLaren. L’incidentaccio di Melbourne è definitivamente alle spalle. Dove potrà arrivare con la monoposto aggiornata?

Magnussen: 6 di stima. Dev’essere lui il leader di questa sperimentale Renault, il settimo posto colto nella Campagna di Russia è il primo risultato decente di inizio 2016. Sono lontanissimi i fasti di quell’incredibile secondo posto ottenuto all’esordio in F1, GP d’Australia 2014. Il danese s’impegna, ha voglia, non vuole tornare a fare il collaudatore…

Gutierrez: 4. Non va. Rispetto al suo compagno di squadra ed alla bella figura che il neonato Team Haas sta facendo in questo primo scorcio di Mondiale, il messicano arranca, soffre, continua a frequentare le posizioni che vanno da metà gruppo in giù. Arrugginito.

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giuseppe.urbano@oasport.it

 

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