Seguici su
LEGGI OA SPORT SENZA PUBBLICITÀ
ABBONATI

Pallavolo

Volley, Civitanova e una stagione fallimentare! Semifinali da incubo, zero titoli: di chi è la colpa?

Pubblicato

il

Una stagione da incubo, fallimentare dall’inizio alla fine. Civitanova chiude l’anno senza alzare al cielo nessun trofeo, perdendo le tre semifinali delle tre competizioni a cui ha preso parte: contro Trento in Coppa Italia e in Champions League, contro Perugia nei playoff scudetto.

La Lube era partita per vincere tutto, per dominare in lungo e in largo, tornando al successo dopo anni di vacche magre in cui si erano portati a casa solo gli scudetti del 2012 e del 2014. Gli investimenti del sodalizio marchigiano sono sempre stati elevati e quest’anno hanno superato qualsiasi previsione

La raccolta delle figurine, però, non è servita. Non basta acquistare le prestazioni di alcuni dei migliori giocatori in circolazione per poter vincere qualcosa. Serve una squadra, serve l’amalgama, serve un gioco cioè tutto quello che è mancato a Civitanova nei momenti più importanti di una delle peggiori stagioni degli ultimi dieci anni.

 

Sulla panchina si è fatto sedere Chicco Blengini, Commissario Tecnico della Nazionale condotta al secondo posto in Coppa del Mondo e al bronzo agli Europei. Le prestazioni dell’ex coach di Latina, squadra che eliminò Macerata lo scorso anno ai quarti di finale, dovevo essere la base da cui far ripartire il tutto. Così non è stato.

La guida del piemontese non è stata delle migliori sotto il profilo tecnico (soprattutto nelle partite cruciali), ha faticato a tenere le fila del gruppo e la squadra è sembrata non seguirlo. Una debacle alla sua prima stagione in un grande club che potrebbe anche avere un peso sull’Italia verso il cammino che porta alle Olimpiadi 2016. Potrebbe esserne uscito delegittimato? Probabilmente è così anche agli occhi di alcuni giocatori che potrebbero non vedere in lui un vincente.

Osmany Juantorena è tornato nel nostro campionato dopo una lunga assenza, ha sempre fatto la differenza giocando meravigliosamente per larghi tratti della stagione ma anche questo non è bastato. L’apporto di una stella come Ivan Miljkovic, l’acquisto di un super big come William Priddy, la possibilità di alternare tre grandi centrali del calibro di Enrico Cester (tra le poche note positive della stagione), Mirko Podrascanin e Dragan Stankovic, Grebennikov il libero più forte del Mondo: tutto inutile, come nullo è stato l’impiego di Simone Parodi e Jiri Kovar, due possibili carte azzurre che non si sono praticamente mai viste.

Tanta confusione in una società che spesso fatica a focalizzare bene gli obiettivi e con una gestione sportiva che ha portato sì gli uomini ma senza poi dare l’impostazione e la quadratura necessaria. Come non può bastare comprare stranieri (Miljkovic lo è, pur se poteva giocare da italiano), non far giocare o dare via in prestito i proprio giovani. Scelte dubbie e discutibili che hanno portato all’ennesimo fallimento. Le dimissioni del DS porteranno davvero a qualcosa? Si attende una rivoluzione…