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Nuoto, il borsino dell’Italia maschile dopo gli Assoluti: trionfo di Detti e uno stile libero Dotto

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Luca Dotto 2 - nuoto - foto fin dpm

STILE LIBERO

Partendo dunque dallo stile libero, i personaggi dei campionati italiani sono due: Luca Dotto ed il citato Gabriele Detti. Il velocista del Gruppo Sportivo Forestale, dopo anni di contraddizioni, ha ritrovato lo smalto del 2011, quello che gli valse la medaglia iridata sui 50 stile libero ai mondiali di Shanghai, ottenendo il tempo limite sui 50 e 100 metri con un record italiano storico nella gara regina, primo uomo in Italia a scendere sotto i 48” (47”96 e seconda prestazione mondiale dell’anno). Una nuotata di grande acquaticità quella di Dotto, sempre in spinta e continua. Un vero spettacolo che ha espresso il suo apice nella prima frazione della staffetta quando nelle gare individuali, dopo la brillante batteria in 48”34, non si era ripetuto in finale siglando un 48”40 sufficiente però per staccare il ticket per Rio. Dubbi e perplessità hanno adombrato questa prestazione di Luca che nella 4×100 stile ha stampato un crono pazzesco che ha messo ufficialmente termine al suo periodo nero. La domanda che sorge spontanea è la seguente: riuscirà l’atleta allenato da Claudio Rossetto a tirar fuori il meglio di sé stesso quando il gioco si farà duro? La piscina brasiliana ci darà presto una risposta. Sulle ali dell’entusiasmo dei successi citati, Dotto ha messo in mostra un 200 stile di grande consistenza e coraggio, valso 1’47”74 che teoricamente ne fa uno degli staffettisti per l’eventuale 4×200 che si giocherà le sue chance di qualificazione a 5 cerchi agli Europei di Londra. Venendo ora all’uomo degli Assoluti, ovvero Detti, partiamo da questo:

  • Primo nei 200 metri con il crono di 1’47”72 (personal best abbassato di 1” visto il precedente di 1’48”76 e presenza nella 4×200 olimpica)
  • Primo nei 400 metri con il crono di 3’43”97 (terza prestazione mondiale dell’anno e personale migliorati di quasi 3” visto il precedente 3’46”46 e pass olimpico)
  • Primo negli 800 metri con il crono di 7’48”19 (terza prestazione mondiale dell’anno)
  • Secondo nei 1500 metri con il crono di 14’46”48 (terza prestazione mondiale dell’anno e record personale migliorato di più di 2” 14’48”86 e pass olimpico).

Sono questi i dati dell’allievo di Stefano Morini che ha lanciato il suo guanto di sfida al mondo e che vorrà conquistare in primis una finale alle Olimpiadi, sui 400 e 1500 stile libero, e poi giocarsela per una medaglia. La felicità di Gabriele fa un po’ da contraltare all’umore di Paltrinieri, uscito dalla vasca di Riccione con molta delusione. Il 14’42”91 (peggiore del suo 14’40”61 nuotato in pieno carico a Milano) non l’ha lasciato affatto soddisfatto ed ha sollevato dei dubbi circa la prova del carpigiano. Approccio sbagliato alla gara? Preparazione non finalizzata a questo evento avendo già il pass per Rio in tasca? Sono diversi gli interrogativi. Il fitto conciliabolo al termine dei 1500 tra Greg e Morini la dice lunga sull’amarezza del campione del mondo 2015 e pertanto è molto probabile che vedremo Paltrinieri anche agli Europei, magari in cerca di un crono che sappia davvero soddisfarlo. Non saranno presenti invece né alle Olimpiadi, al momento, e né alla rassegna continentale di Londra (16-22 maggio) Filippo Magnini (nelle gare individuali) e Andrea Mitchell D’Arrigo. Magnini è arrivato alle selezioni non nelle migliori condizioni, nuotando un 100 stile davvero di basso livello (49”30) e un 200 non eccezionale (1’48”60). Riscontri negativi che debbono far riflettere e reagire immediatamente per l’importanza che il pesarese riveste nelle due staffette. Cronometro impietoso anche per D’Arrigo, giunto in Italia con la voglia di riscattare un anno da dimenticare ma che, purtroppo, non l’ha visto nella piscina romagnola essere quello che tutti noi speravamo. L’1’48”36 (200 stile libero) e il 3’50”82 (400 stile libero) sono prestazioni che estromettono Mitch da tutto e lo lasciano a mani vuote. Un vero peccato per un atleta dalle potenzialità infinite ma che per un motivo o per l’altro non riesce mai ad esprimere il meglio di se stesso.

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