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Viaggio all’Inferno e ritorno. Il grande cuore delle azzurre e il sogno Rio ancora vivo

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E infine uscimmo a riveder le stelle…E’ stata una settimana infernale per la nazionale femminile di volley. Più volte le azzurre hanno accarezzato le fiamme di Lucifero, sono state ad un passo dal dire addio ai Giochi. Ma hanno lottato, combattuto, pianto, ruggito, sperato, sognato. E hanno vinto, mantenendo più vivo che mai il traguardo di Rio 2016.

Forse era tutto scritto nel destino. Marco Bonitta ha flirtato con la follia: drastico ricambio generazionale proprio nel momento più delicato dell’intero quadriennio. Spazio a mezzo Club Italia, ragazzine novizie per questi livelli, malgrado un talento smisurato (come dimostra il titolo mondiale Under18). I 17 anni di Paola Egonu ed Alessia Orro, i 19 di Anna Danesi: un Under20 più che una nazionale maggiore. Eppure il ct romagnolo ha vinto la sua rischiosissima scommessa. Consapevole che il gruppo storico fosse ormai alla fine della corsa, ha deciso di lanciare un nuovo ciclo, gettando le basi per la costruzione di una squadra potenzialmente devastante e vincente nei prossimi anni. L’obiettivo vero sono le Olimpiadi di Tokyo 2020, tuttavia Bonitta sapeva che queste ragazze valevano (e valgono) anche Rio. Il nuovo che avanza a discapito dell’usato sicuro: quanti allenatori avrebbero optato per una scelta del genere? Il coraggio di osare ha pagato, tramutando la follia in concretezza.

Il baratro è stato vicino a più riprese. Prima il match-point annullato al Belgio, poi il mancato ‘biscotto’ tra le fiamminghe e la Russia, passando per la soffertissima vittoria sulla Polonia. Poi il successo della liberazione con la Turchia padrona di casa al termine di un match vibrante ed indimenticabile.

Una settimana sofferta, che ha forgiato la tempra di ragazzine dal sicuro avvenire, ma nella quale non va dimenticato l’apporto di commoventi veterane come Antonella Del Core e Martina Guiggi, indomabili nel caricarsi la squadra sulle spalle nei momenti di maggior tensione. Tecnicamente, ammettiamolo, è stata l’Italia più brutta e modesta dell’ultimo decennio. Mancava quasi tutto: feeling, intesa corale, continuità in attacco, solidità difensiva, muro e servizio altalenante, cinismo nelle rigiocate. Eppure le azzurre hanno superato le difficoltà aggrappandosi ad un’incrollabile forza di volontà. Con le unghie e con i denti, non hanno mai mollato, sopperendo alle lacune con il cuore. Un grande cuore verde, bianco e rosso.

Dentro di me ho trovato la carica perché voglio realizzare il mio sogno: andare alle Olimpiadi“, ha dichiarato Alessia Orro. E proprio il miraggio di Rio 2016 ha rappresentato l’ancora di salvezza cui aggrapparsi per schivare le fiamme dell’Inferno di una mancata qualificazione. Ora questa Italia ha un futuro, dal pre-olimpico di maggio in Giappone, ma soprattutto guardando al prossimo lustro. Intanto, dopo una settimana di battaglie, godiamoci l’impagabile splendore di un cielo stellato.

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federico.militello@oasport.it

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