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Editoriali

Sport invernali: una pioggia di podi e vittorie. L’Italia eclettica che incanta il mondo

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Due podi sono arrivati nello slittino, ma qui occorre subito una precisazione: la sprint è tutt’altra gara rispetto al format tradizionale, brevissima (circa 28 secondi per il singolo maschile) ed in cui non conta l’apporto della fase di spinta. Proprio le sprint, tuttavia, hanno regalato gioie inattese all’Italia a Park City, con la vittoria dei veterani Oberstolz-Gruber e la seconda piazza di Dominik Fischnaller. Quest’ultimo continua a mantenere un rendimento incostante, come testimonia il sesto posto nella competizione ‘classica’, dove nella prima manche ha commesso un brutto errore toccando la parete destra della pista subito dopo la partenza. Tra alti e bassi, tuttavia, l’altoatesino resta in corsa per la sfera di cristallo nella stagione più incerta degli ultimi dieci anni e senza un vero padrone. Sin qui il più costante si è rivelato l’austriaco Wolfgang Kindl, leader della graduatoria, la cui tenuta sul lungo periodo sarà però tutta da valutare. Anche l’americano Chris Mazdzer, primo a Lake Placid e Park City, ha vanificato tutto con un brutto errore nella sprint, senza contare che potrebbe fare più fatica al ritorno in Europa. Il fuoriclasse tedesco Felix Loch, infine, continua a non convincere, anche se gli avversari stanno facendo di tutto per non estrometterlo completamente dai giochi…Finora Kindl è l’unico a non essere mai sceso dal podio in quattro gare e si trova oggettivamente dinanzi all’occasione della carriera. Cruciale potrebbe ora rivelarsi la tappa di Calgary, pista sulla carta favorevole a Mazdzer (vincitore della sprint nel 2014) e Loch, mentre lo scorso anno in Canada Kindl e Fischnaller rimasero lontani dalle prime tre posizioni.

All’appello di un fine settimana entusiasmante non poteva mancare lo snowboard. Il podio nel team-event del cross agguantato da Fabio Cordi e Luca Matteotti, tuttavia, non deve camuffare un avvio stentato nelle prove individuali, dove gli azzurri non sono riusciti ad andare oltre i quarti di finale, mentre in campo femminile Michela Moioli si è fermata in semifinale. Opaco anche l’avvio dell’alpino, dove Christoph Mick e Nadya Ochner si sono fermati alle soglie del podio, mentre il veterano Roland Fischnaller, frenato da una tonsillite, non ha varcato lo scoglio delle qualificazioni. Lo snowboard, tuttavia, resta uno dei nostri sport di punta nel panorama invernale e non mancheranno le occasioni per un pronto riscatto, a cominciare dal PSL previsto sabato a Cortina d’Ampezzo.

E’ arrivato ‘solo’ un podio nello sci alpino, ma pesantissimo. Federica Brignone, infatti, pur commettendo due gravi errori nel corso della prima manche, ha ottenuto un terzo posto cruciale verso la rincorsa alla coppetta di gigante. Con l’americana Mikaela Shiffrin ormai quasi fuori dai giochi (allo ‘zero’ di Aspen si è aggiunto quello di Are, con un infortunio ancora tutto da valutare), l’avversaria più pericolosa per l’azzurra resta l’austriaca Eva-Maria Brem, senza contare un’outsider tra le porte larghe come la svizzera Lara Gut. Una vittoria e due terzi posti nelle prime tre gare rappresentano comunque un ottimo viatico per la 25enne nativa di Milano, determinata a lottare fino in fondo per un trofeo che all’Italia manca dal 2008, quando ad aggiudicarselo fu Denise Karbon. Non è arrivato l’acuto, ma gli slalomisti hanno dimostrato di poter ottenere grandi risultati anche in questa stagione. Giuliano Razzoli e Stefano Gross sono usciti mentre stavano facendo segnare degli ottimi tempi, mentre non finisce di stupire il 37enne Patrick Thaler, sesto. In grande ripresa anche Manfred Moelgg, settimo. Le buone notizie arrivano anche dai giovani, con Riccardo Tonetti 13° tra i rapid gates (e possibile nuova carta interessante in vista della combinata), senza dimenticare la sesta piazza in gigante di Giovanni Borsotti e la 21ma del 20enne Simon Maurberger. Volti nuovi su cui costruire il futuro, assieme ai velocisti Henri Battilani ed Emanuele Buzzi, quest’ultimo secondo nel superG di Coppa Europa a Soelden.

A sorpresa è arrivato un grande risultato anche dallo short track, con la staffetta maschile seconda in Coppa del Mondo a Shanghai alle spalle dell’Ungheria. Una bella iniezione di fiducia per Yuri Confortola, Nicola Rodigari, Tommaso Dotti ed Andrea Cassinelli, reduci da un avvio di stagione stentato. Una reazione d’orgoglio da parte di una Nazionale che a breve riabbraccerà la sua stella: Arianna Fontana ha infatti ripreso ad allenarsi con le compagne e presto tornerà in pista. Al momento non appare così improbabile una presenza della valtellinese agli Europei in programma a gennaio.

Sorride anche lo speed skating, dove Fabio Francolini si conferma nel gotha della mass start con il terzo podio consecutivo agguantato a Heerenveen, un secondo posto alle spalle dell’olandese Arjan Stroetinga. Una nuova prova di maturità anche per il team-pursuit, quinto e ormai costantemente in corsa per le posizioni che contano. Prosegue inoltre la crescita di Andrea Giovannini sulla strada della polivalenza, con tangibili passi avanti anche nei 1500 metri.

In conclusione, va menzionato anche il prezioso terzo posto nella danza per Anna Cappellini e Luca Lanotte nella finale del Grand Prix di Barcellona: in passato solo Barbara Fusar Poli-Maurizio Margaglio e Carolina Kostner erano stati capaci di arpionare una top3 in questa prestigiosa competizione.

Insomma, nove podi in due giorni, provenienti da ben otto sport diversi. Eclettica, bella e vincente. E’ l’Italia degli sport invernali che incanta il mondo.

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federico.militello@oasport.it

 

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2 Commenti

1 Commento

  1. ale sandro

    14 Dicembre 2015 at 13:25

    Trovo giusto il discorso in particolare su Pellegrino e Giovannini.
    Riguardo agli atleti simili al primo ,spesso si fanno ragionamenti da “coperta corta”, ovvero, “se tale atleta lavora per migliorare in resistenza perde in brillantezza nelle volate e così via”, ma la realtà è ben diversa. Lavorare sulla resistenza fa migliorare sempre in uno sport di resistenza,anche nelle caratteristiche tipiche dello sprinter. Sono sicuro che succederà spesso di vedere Pellegrino fare discrete cose anche in gare di distanza, rimanendo forte nelle sprint, specialmente quando il percorso è impegnativo.
    Riguardo a Giovannini, per me si tratta di ulteriore conferma e quindi di passo avanti. Nei 5000 di Inzell infatti mancavano Kramer e Swings presenti a Heerenveen, dove l’azzurro ha quasi confermato lo stesso piazzamento e il tempo nonostante quella olandese sia una pista più lenta di quella tedesca.
    Nei 1500 poi , c’è stata forse se non la migliore, una delle migliori gare dell’azzurro in questa specialità. Nella mass start con Tumolero promosso in gruppo A per una prova, è dovuto passare nel gruppo B , da regolamento, nonostante avesse i requisiti per partire nella massima categoria. I problemi sono più evidenti al femminile dove la Lollobrigida non riesce a confermarsi e no nsembra al momento trovare il bandolo della matassa nella sua gara preferita, scavalcata inclassifica di Coppa anche dalla bravissima Francesca Bettrone che si confermerà nella Division A anche per l’inizio stagione successiva.

    Do una mia interpretazione sulla questione De Fabiani e le lunghe distanze.
    Un atleta che ,nella 10 km a skating di inizio stagione chiude 11° , rimontando in poco più di metà gara una ventina di posizioni, e negli ultimi 3.8 km secondi a tutti o quasi,compreso il vincitore e fuoriclasse Sundby, il tutto dopo essere partito molto piano (oltre la 30° posizione nei primi chilometri), deve capire che questa è la tattica giusta in questo momento per lui, in quasi tutti i formati di gara esistenti, figuriamoci per una gara da 30 km.
    L’altro giorno avrebbe fatto fatica anche in classico a stare nei primi 15-20 a fine gara.
    Quando me lo son visto nei primi 10 dopo il primo intermedio e ancora nei primi quindici in quello successivo , ho pensato che avrebbe fatto nè più nè meno lo stesso risultato della skiathlon di Lillehammer. Ha ancora tempo per migliorare in resistenza alla distanza, ma non è detto che debba per forza far male queste gare. Deve secondo me affrontarle andando molto più regolare nel primo terzo di gara, evitare anche in classico accelerazioni per i traguardi volanti (esempio lampante la skiathlon di una settimana fa), o il tenere ritmi troppo forti, imparare a distribuire meglio lo sforzo insomma.
    In questo discorso Chenetti può essere fondamentale nel farglielo capire e mettere sempre in pratica, visto che i suoi migliori risultati ,esclusi gli inseguimenti in classico, sono arrivati così.

  2. pizzoumbro

    14 Dicembre 2015 at 11:21

    Goduria totale!! Brava Italia!!!!

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