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Ciclismo

Tour de France 2016: un percorso completo con il Mont Ventoux giudice

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Ieri, a Parigi, è stato presentato il Tour de France 2016, 103esima edizione della corsa a tappe più importante e prestigiosa al mondo. Ventuno tappe tutte da scoprire per un percorso aperto a diverse soluzioni che vede il ritorno di una montagna simbolo della Grande Boucle.

Partenza dal suggestivo scenario di Mont-Saint-Michel, nel distretto della Manica. La prima frazione, che si concluderà a Utah Beach, dovrebbe essere un vero e proprio festival per velocisti: considerando anche gli abbuoni, prendere la prima maglia potrebbe essere importante. Più impegnativa la seconda tappa, mossa nel finale. I 182 chilometri da Saint-Lô a Cherbourg-Octeville potrebbero risolversi con uno sprint ristretto oppure con un’azione da finisseur, considerano gli ultimi 3 chilometri in salita. Da sprinter puri l’arrivo di Angers, protagonista nella terza tappa, mentre la quarta (Saumur-Limoges) potrebbe essere aperta a più soluzioni. L’alternativa più probabile sembra comunque la volata.

Dopo quattro frazioni relativamente facili per gli uomini di classifica con la quinta cambia decisamente la musica e arriveranno le prime salite. Si riparte da Limoges e gli ultimi 36 chilometri (su 216) sono realmente impegnativi: tre salita in fila, con il Pas de Peyrol ad aprire le danze con pendenze ben oltre il 10% nei suoi 3 chilometri finali. Anche il Col du Perthus presenta pendenze importanti, ma l’ultima ascesa potrebbe permettere a tanti di rientrare: un primo assaggio di salita che potrebbe far male. Nella sesta frazione con arrivo a Montauban dovrebbero tornare protagonisti gli sprinter ma sarà solo una piccola parentesi prima dei Pirenei.

Già la settima tappa vede un protagonista d’eccezione: il Col d’Aspin, con arrivo a Lac de Payolle. La frazione è tutto sommato facile, con un solo GPM (l’Aspin appunto). Le pendenze non sono estreme ma 12 chilometri al 6,5% e la successiva discesa potrebbero essere teatro del primo vero scontro tra i pretendenti alla maglia gialla. Il giorno successivo non c’è tregua, bensì un tappone di 186 chilometri con 4 colli. Il Col du Turmalet non ha bisogno di presentazioni, seguito da Horquette d’Ancizan e Col de Val Lauron. Ultima ascesa di giornata il Peyresourde, 7 chilometri all’8% che immettono su 15 chilometri di discesa fino a Bagneres de Luchon. Una tappa massacrante che chiamerà gli uomini di classifica a mostrare le carte: da qui in avanti non ci si potrà nascondere.

Il primo fine settimana di gara si risolverà con un’altra frazione impegnativa, contrassegnata da uno dei quattro arrivi in salita di questo Tour. Da Vielha Val d’Aran si parte subito in salita per il Port de la Boinagua, dove dovrebbe andare via la fuga della prima ora. A seguire un centinaio di chilometri facili, mentre gli ultimi 40 sono ancora una volta terreno di caccia ideale. Il Col de la Comella (4 chilometri all’8%) e il Col de Beixalis (6 chilometri all’8,5% ma solo perchè gli ultimi 2000 metri spianano) sono l’antipasto in vista dell’ascesa finale ad Andorra Arcalis. Una salita vera, che non lascia pause e che potrebbe fare la differenza dopo 170 chilometri duri. Dieci chilometri oltre il 7% linea del traguardo in cima alla montagna. Qui si tireranno le prime somme.

Il giorno di riposo arriva come manna dal cielo e il rientro non dovrebbe essere traumatico. Una sola salita vera nella decima tappa che dovrebbe lasciare spazio a fughe o attaccanti con i velocisti in attesa per capire come potrebbe svilupparsi la corsa. L’arrivo di Revel non è facile, ma quantomeno gli uomini di classifica dovrebbero stare tranquilli. Spazio per gli sprinter nell’undicesima tappa da Carcassonne a Montpellier, che dal punto di vista altimetrico non dovrebbe dare problemi.

La musica torna ad essere roc’n’roll, per la dodicesima frazione, nella giornata della presa della Bastiglia. Arrivo classico sul Mont Ventoux, un vero e proprio mostro di 15 chilometri che sfiora il 9% di pendenza media, con il vento ad aggiungere difficoltà ancora maggiore nel tratto finale totalmente scoperto sulla cima del Monte Calvo. Su questa ascesa, dove fare la differenza non solo è possibile ma sembra quasi naturale, potrebbe decidersi una buona parte di Tour. Per la 13esima tappa prima cronometro individuale, 37 chilometri che in linea di massima dovrebbero avvantaggiare gli uomini in grado di spingere il lungo rapporto nei tratti pianeggianti che caratterizzano la prova di Bourg-Saint-Andéol – La Caverne du Pont-D’Arc, sedi di arrivo e di partenza della tappa.

Dopo due giornate improntate alla definizione delle prime posizioni in classifica la 14esima frazione sarà ancora una volta dedicata alle ruote veloci nei 208 chilometri che collegano Montélimar a Villars-les-Dombes. La 15esima sarà un continuo saliscendi da Bourge-en-Bresse a Culoz, con 4 GPM segnalati ma pochissimi metri di pianura. Dopo una prima parte di gara senza respiro si arriva al Gran Colombier (13 chilometri al 7% con due chilometri centrali al 10%). Da qui lunghissima discesa e un breve tratto di piano prima della salita di Lacets du Grand Colombier, le cui pendenze (su 8 chilometri di ascesa) scendono raramente sotto l’8%. L’ascesa si conclude a 15 chilometri dal traguardo, con gli ultimi 7 in pianura che potrebbe rimescolare ancora una volta le carte.

Ultima tappa prima del giorno di riposo caratterizzata da un facile sconfinamento in Svizzera con arrivo a Berna, dove si ripartirà per la 17esima frazione. I primi 150 chilometri sono di trasferimento, ma ancora una vola il finale è molto impegnativo con le salite del Col de la Forclaz e di Finhaut-Emosson, dove si concluderà la tappa. La prima prevede 13 chilometri all’8%, la seconda 10 all’8,4 di media, ma le rampe più impegnative arrivano tutte nella seconda parte. A dividerle 7 chilometri di dicesa: qui c’è spazio non solo per attaccare ma anche per far saltare in aria il Tour de France. Il tutto, lo ricordiamo, dopo il giorno di riposo. Soli 17 chilometri per la 18esima frazione, una crono individuale che in parte ricorda una cronoscalata. Si parte da Sallanches e si arriva a Mégève scalando la Cote de Chozeau, che nonostante sembri facile in una prova contro il tempo può scavare distacchi molto pesanti.

Ultimo arrivo in salita a Saint-Gervas Mont Blanc per la 19esima frazione. Partenza da Albertville, sede delle Olimpiadi invernali del 1992, e quattro colli da affrontare prima dell’ultima ascesa. Questa presenta le pendenze più arcigne già nei primi chilometri, dopo 135 tutt’altro che agevoli di gara, salvo poi spianare leggermente: comunque, ancora negli ultimi 4 chilometri si oscilla tra l’8 e il 10% in una salita che come pendenza media generale arriva all’8% su 10 chilometri. Chi ha le gambe, dopo 18 giorni senza tregua, può scavare buchi che potrebbero rivelarsi decisivi nell’economia della Grande Boucle. 

146 chilometri tra Megève e Morzine per l’ultimo sforzo prima di Parigi. Anche qui, le salite non mancano con Col des Aravis e Col de la Colombiere a precedere il Col de la Ramaz (14 chilometri al 7% ma con lunghi tratti oltre il 10% prima degli ultimi tre km dove la strada si addolcisce). Dalla cima mancheranno 53 chilometri alla conclusione e l’ultima salita del Tour, il Col de Joux Plane. Una salita che farà male con i primi 6 chilometri che si aggirano tra il 7 e l’8%. A metà, la strada si inerpica più decisa. Arriva al 9-10% senza lasciare tregue ai corridori. In cima, altri 4000 metri in cui serve spingere prima della discesa che porterà al traguardo che di fatto definirà la classifica generale.

Per l’ultima tappa e la passerella a Parigi si partirà da Chantilly per un totale di 136 chilometri studiati per i festeggiamenti e l’ultimo valzer dei velocisti rimasti ai piedi dell’Arco di Trionfo.

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Foto: Pagina Facebook Team Sky

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