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Ciclismo

Vuelta a España 2015: la guerra di nervi

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Guerra di nervi. Forse è questa la definizione migliore per raccontare quanto è avvenuto oggi (e quanto, presumibilmente, avverrà almeno sino a sabato) tra Tom Dumoulin e Fabio Aru.

Nessun arrivo in salita, lo abbiamo scritto e ripetuto più volte: tre tappe – quella ormai in archivio di oggi, poi domani e dopodomani – dal profilo nervoso, dai GPM presenti ma non devastanti, dalle discese che lanciano verso il traguardo. Tre tappe in cui fare di tutto, dal punto di vista del sardo, per recuperare quei tre secondi, anche perché il carosello finale verso Madrid è davvero completamente piatto; tre tappe in cui difendersi in ogni modo, dal punto di vista di Tom Dumoulin, per completare un’impresa sulla quale forse nessuno avrebbe scommesso soltanto tre settimane fa.

Nel duello tra il sardo e l’olandese c’è tutta la freschezza, la grinta e l’entusiasmo dei loro 25 anni: c’è tutta la volontà, che spesso vale più delle gambe, di conquistare la prima grande corsa a tappe della carriera. E ci sono i nervi: vincerà chi li manterrà più saldi, perché guadagnare o perdere tre secondi non è (solo) questione di gambe, di fisico, di carattere. É questione di nervi: lo si è visto oggi, con la marcatura letteralmente a uomo che Dumoulin ha applicato su Aru, nemmeno fosse uno stopper negli anni d’oro del catenaccio. Attaccare una, due, cinque, sette volte e non guadagnare un metro sul rivale deve essere terribilmente frustrante: Fabio, però, non deve innervosirsi, anzi, deve continuare a lavorare ai fianchi la maglia rossa. Tre secondi sono questione di nervi.

Vuelta a España 2015

foto: gruppo Facebook Fabio Aru Fans Club

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marco.regazzoni@oasport.it

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