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Ginnastica, Tea Ugrin: vento, estro e ali da Cigno di Trieste per la conferma da Campionessa

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Una ragazza semplice, senza fronzoli per la testa, molto quadrata e posata, timida ma consapevole dei propri mezzi e obiettiva nelle analisi che è solita fare. Una ginnasta che non si tira mai indietro quando c’è da fare, sempre bravissima a sfruttare le occasioni che le si parano davanti. E se il pomeriggio sorride lei non sbaglia mai.

Questa è Tea Ugrin, meritatamente Campionessa d’Italia nel concorso generale di ginnastica artistica per la seconda volta in carriera. A soli 17 anni il Cigno di Trieste, soprannome azzeccato per eleganza e compostezza, ha conquistato il suo secondo tricolore all-around, entrando prepotentemente nell’albo d’oro federale.

Non era nemmeno lontanamente data tra la favorite della vigilia (oggettivamente la carta voleva ben altro), ci fossero dei bookmaker dell’artistica sarebbe probabilmente finita nella categoria “altri”. Lei ha sbaragliato nuovamente tutti, costruendo la sua cara in sordina, con precisione certosina.

Brava a inserire delle novità rispetto alla gara di due settimane fa, a incrementare le proprie difficoltà, a volersi mettere ancora una volta in discussione. Il sogno Mondiali è più vivo che mai.

 

Nel 2013 era ancora junior, oggi è nel pieno della propria attività da senior. Cresciuta molto, soprattutto di testa, capace di primeggiare in una gara in cui tutte hanno sbagliato mentre lei è stata brava a eseguire quattro esercizi pulitissimi. L’allieva di Diego Pecar ha così riscattato l’opaca gara di due settimane fa a Porto San Giorgio, riprovando proprio quello che abbiamo detto in apertura: quando trova il passo sui quattro attrezzi può sempre dire la sua. La discontinuità è sicuramente il suo tallone d’Achille, con prestazioni altalenanti da weekend a weekend.

Le altre avranno messo sì piede a terra ma Tea ha trionfato anche per merito suo, con delle performance convincenti su tutti gli attrezzi, soprattutto alle sue parallele e al quadrato, non soffrendo psicologicamente gli altri colossi dell’artistica italiana.

È chiaro che questo risultato mette in difficoltà Enrico Casella in ottica convocazioni ai Mondiali di Glasgow e un tricolore ha sempre una certa importanza, anche se inferiore rispetto a valutazioni tecniche, difficoltà raggiungibili, solidità e sicurezza da fornire alla squadra e quant’altro.

Dagli Europei juniores del 2012, quando fu d’argento con la squadra, ai Giochi Europei di Baku quando l’emozione l’ha tradita impedendole di conquistare una fattibilissima medaglia di bronzo alle parallele. Nel mezzo due titoli Assoluti italiani e un palmares che inizia a rimpinguarsi in maniera importante. Vincere sarà pure facile, confermarsi è solo da Campionesse.

 

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