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Editoriali

‘Italia, come stai?’: l’arco non tradisce mai; Tamberi fa sognare; ciclismo donne: azzurre super!

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Fine settimana molto positivo per i colori azzurri in rotta su Rio 2016. Ottime notizie giungono dai Mondiali di acquaticità a Kazan, ma di questo parleremo la prossima settimana, essendo l’evento in pieno svolgimento.

Nelle occasioni che contano, il tiro con l’arco italiano risponde presente. Sempre. Dopo l’oro olimpico nella prova a squadre a Londra 2012, i nostri portacolori avevano accusato, per loro stessa ammissione, una flessione dovuta al cambio di regolamento. Gradualmente gli azzurri hanno metabolizzato un nuovo modo di gareggiare e, nell’appuntamento più importante del quadriennio, hanno conquistato un argento pesantissimo, qualificandosi per Rio 2016. Nel tiro con l’arco attuale, spesso non vince il migliore, ma l’arciere più in forma: inevitabile con un format innovativo suddiviso per ‘set’, sia nell’individuale sia nelle prove per equipe, dove, rispetto al passato, la costanza non gioca più un fattore determinante o risolutivo (paradossalmente, si può anche vincere facendo un punteggio bassissimo in una volée, poiché il tutto viene azzerato in quella successiva). Se Mauro Nespoli si conferma sempre più il leader del movimento, capace di avvicinare la zona podio anche nella prova individuale, accanto alla leggenda Michele Frangilli è stato affiancato il giovanissimo David Pasqualucci, 19enne di grande talento e personalità che ha portato nuovi stimoli e motivazioni per i veterani. In attesa del ritorno ad alti livelli di Marco Galiazzo e della definitiva consacrazione di Massimiliano Mandia, l’Italia si conferma ancora una volta una delle nazionali leader in campo mondiale.
E’ andata meno bene alle ragazze, con Guendalina Sartori che ha conquistato un pass individuale per il Bel Paese (non nominale). Le azzurre si sono arrese agli ottavi ad una Georgia in stato di grazia ed ora dovranno passare per la tappa di Coppa del Mondo di Antalya 2016 per ottenere uno dei tre rimanenti pass olimpici per la prova a squadre. L’Italia dovrà giocarsela con Germania, Taipei, Spagna e Francia.

Dopo il titolo conquistato lo scorso anno da Daniele Lupo e Paolo Nicolai, la nazionale azzurra di beach volley si è mantenuta sul podio europeo con lo splendido argento di Alex Ranghieri ed Adrian Carambula. Si tratta di una coppia formatasi solo da pochi mesi e con margini di miglioramento ancora tutti da scoprire. La potenza del friulano e l’estro dell’italo-uruguaiano si combinano alla perfezione in un mix che promette emozioni. Di certo attualmente l’Italia può contare su due coppie di livello mondiale (Lupo-Nicolai e Ranghieri-Carambula), con i gemelli Ingrosso non così lontani dal vertice. insomma, un movimento in crescita costante, almeno in campo maschile. Ben diversa la situazione tra le donne, dove Marta Menegatti e Viktoria Orsi Toth, al di là degli acciacchi recenti, hanno vissuto un 2015 in costante regresso dal punto di vista tecnico e mentale. Solo ora, a distanza di un anno, emerge in tutta la sua chiarezza il colossale errore di smembrare una coppia formidabile come quella composta da Greta Cicolari e dalla stessa Menegatti.

Un settore di cui si parla troppo poco è quello del ciclismo femminile. L’Italia ha sinora ottenuto tre vittorie in sette prove di Coppa del Mondo: nessuno ha fatto meglio nel 2015. Se Elisa Longo Borghini figura ormai da tempo tra le migliori al mondo e punterà con decisione ad una medaglia sull’impegnativo tracciato olimpico di Rio 2016, continuano ad affacciarsi volti nuovi come Elena Cecchini e Barbara Guarischi, vincitrice ieri a Bochum, atlete resistenti, ma dotate anche di un considerevole spunto veloce. Aspettando sempre il definitivo salto di qualità (soprattutto in termini di continuità di rendimento) da parte di Rossella Ratto, dal settore giovanile premono con decisione Sofia Beggin e Sofia Bertizzolo, due ragazzine di cui sentiremo parlare a lungo.

Il fine settimana ha portato in dote anche lo stratosferico record italiano di Gianmarco Tamberi nel salto in alto: 2,37 metri. Una misura che, se ripetuta ai prossimi Mondiali, potrebbe valere qualcosa di molto importante. Proprio la rassegna iridata di Pechino, in programma a fine agosto, chiarirà se l’Italia avrà davvero trovato in Tamberi e Marco Fassinotti (altro atleta da 2,34 e oltre) due punte per dare ossigeno ad un movimento boccheggiante da troppo tempo.

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federico.militello@oasport.it

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