Atletica
Atletica, Europei U23 – Bella Italia da record, ma non rinata. Giovani da non sprecare! Non rivediamo il film…
L’Italia esce bene dagli Europei U23 di atletica leggera: settimo posto nel medagliere, quinto nella classifica a punti (25 piazzamenti tra gli otto, record assoluto), otto medaglie di cui due d’oro. Numeri confortanti e soddisfacenti ma che non devono fare urlare alla fantomatica frase che potrebbero giungere dai piani alti: “L’Italia dell’atletica leggera è rinata”.
No, non è così. Anche perché bisogna purtroppo guardare i precedenti: la nostra Nazionale ha spesso fatto la voce grossa delle competizioni giovanili, soprattutto a carattere continentali, e poi quegli stessi protagonisti si sono dispersi, non mantenendo le aspettative di quei risultati.
Il salto di qualità nelle categorie che conta è poi mancato e la nostra unica speranza è che non venga sperperato nuovamente il patrimonio che abbiamo in casa e che possiamo fare crescere.
Alessia Trost è già una delle nostre migliori carte nell’atletica dei grandi. A livello internazionale il nome della friulana è ampiamente conosciuto, ha già scavalcato i due metri, è stata settima agli ultimi Mondiali, argento agli Euroindoor dell’ultimo inverno.
È mancata l’attesa battaglia con Mariya Kuchina, clamorosamente uscita a quota 1.81. All’azzurra è così bastato un modesto (per lei) 1.90 per trionfare e confermarsi sul tetto d’Europa tra le under 23 (sua ultima uscita giovanile per raggiunti limiti d’età). Non è certo una misura che può soddisfare la Trost, che ha poi commesso tre errori a 1.94, ma la medaglia d’oro fa assoluto morale e va colta per quello che è. Il processo di crescita proseguirà poi tra allenamenti e altre verifiche.
Il trionfo di Giovanni Galbieri ha entusiasmato. Uno sfavillante 10.20 in semifinale (seppur ventoso, quindi non valido per le statistiche), 10.33 in Finale per conquistare la medaglia d’oro. Per questa categoria sono tempi più che soddisfacenti ma vanno notevolmente migliorati per poter sperare di ritagliarsi spazio in una disciplina così chiusa e dominata da altre latitudini.
La qualità di Lorenzo Perini sugli ostacoli ben si conosceva e il suo argento amplificava la risonanza dell’atleta nelle categorie giovanili. Si attende ora il salto di qualità per piombare a pieno diritto tra i grandi.
Il fondo e mezzofondo hanno dato moltissimi frutti con Rachik, Zoghlami, Abdikadar: giovani con origini africane che si stanno mettendo in luce, sperando che in futuro possano battagliare con i big della disciplina, quantomeno a livello europeo.
La sorpresa di Eugenio Melloni nel salto in alto si insidia in una specialità dove l’Italia si sta togliendo belle soddisfazioni con Tamberi, Fassinotti e Chesani: un giovane alle loro spalle da non sprecare.
La ciliegina finale della 4x100m femminile con molte “seniores”, secondo tempo italiano di sempre nella categoria, va fatta maturare.
Ci sono state anche delle brutte controprestazioni, sia chiaro. Su tutte quella di Dariya Derkach che fatica ad arrivare a 6 metri in Finale, anche se è arrivata quarta nel triplo con 13.88. Sonia Malavisi si è fermata a 4.05 nell’asta.
