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Rugby

Sei Nazioni, le pagelle di Inghilterra-Italia: McLean enciclopedico, Haimona ancora bocciato

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L’Inghilterra travolge l’Italia a Twickenham 47-17 nella seconda giornata del Sei Nazioni 2015. Un punteggio, tuttavia, un po’ bugiardo per quanto fatto vedere dagli azzurri, capaci di ben figurare nonostante l’evidente superiorità degli inglesi, che sfruttano ogni singolo errore della Banda Brunel. Le pagelle.

Luke McLean, voto 7,5: il migliore per qualità espressa e per continuità di rendimento lungo gli 80′. Brunel lo riconsegna alla sua posizione naturale e l’italo-australiano è l’assoluto padrone del gioco tattico, con calci di liberazione al millimetro e sempre a trovare il box vuoto alle spalle del triangolo allargato. Indispensabile anche in attacco da primo ricevitore, a dare una soluzione in più a Gori.

Leonardo Sarto, voto 6,5: cala insieme al resto della squadra nel momento in cui l’Inghilterra prende il sopravvento, ma il giudizio non può che essere positivo. Abile a servire Parisse con il timing giusto nella prima meta, bravo a creare un importante break nel secondo tempo, preludio alla prima meta di Morisi. Arma importante.

Luca Morisi, voto 7: dall’altra parte, il dirimpettaio Joseph manda a più riprese nel panico la difesa azzurra ma il centro milanese non è da meno, dimostrando di essere più incisivo da secondo centro. Decisivo già in occasione della meta iniziale, poi si scatena e ne marca due di cui una (la prima) davvero da fuoriclasse, con una splendida volata di trenta metri.

Andrea Masi, voto 6,5: non marcherà le due mete di Morisi, ma dimostra che quello sceso in campo all’Olimpico era il gemello molle e poco reattivo. Schierato finalmente centro, l’aquilano cerca di creare spazi ai suoi compagni e diventa spesso una spina nel fianco nella difesa inglese (che bello il passaggio a Morisi per la terza meta), oltre ad essere quasi sempre una roccia in difesa.

Giovanbattista Venditti, voto 6: torna titolare in azzurro dopo i test estivi e non sfigura, come spesso capita in maglia azzurra. Tatticamente e al piede deve ancora migliorare (ma qualche progresso si è intravisto), ma palla in mano fa sentire il proprio fisico.

Kelly Haimona, voto 4,5: c’è da dire che in cabina di regia il maori gestisce al meglio la fase offensiva in più occasioni, ma l’apertura delle Zebre conferma le grandi difficoltà in fase difensiva e dalla piazzola. Le statistiche, d’altronde, parlano chiaro: sei placcaggi sbagliati sui quattordici tentati e, soprattutto, 0/4 al piede, di cui due tentativi piuttosto facili. Bocciato per la seconda partita consecutiva.

Edoardo Gori, voto 6,5: decisamente un altro giocatore rispetto alla settimana scorsa, anche per la grinta e il cuore che mette in difesa. In un paio di occasioni, si ritrova anche a fronteggiare un colosso come Vunipola, uscendone vincitore anche in occasione della meta clamorosamente assegnata dal TMO. Più che sufficiente anche la gestione dell’attacco, nonostante la potenza del pack inglese.

Sergio Parisse, voto 6,5: impeccabile nel farsi trovare pronto in occasione della prima meta. Poi è il solito Parisse, elegante e spesso capace di fare la differenza palla in mano, con tre difensori battuti, e una garanzia anche in touche tra le mille difficoltà. Un all-rounder.

Mauro Bergamasco, voto 6: in attacco non viene quasi mai chiamato in causa, ma dà tutto in fase difensiva. Sempre presente nel breakdown, rallenta come può (e quando può) i punti d’incontro inglesi e non commette alcuna sbavatura.

Francesco Minto, voto 6: stesso discorso fatto per Bergamasco, anche se il gladiatore miranese cerca di offrire un contributo anche in fase offensiva. Contro Haskell e Robshaw, però, nemmeno per un lottatore come Yao è semplice far emergere la propria grinta.

Marco Bortolami, voto 5,5: chiamato in causa per aggiustare i problemi in touche e certamente la sua esperienza si fa sentire, anche se qualche difficoltà resta. In giro per il campo mette a referto dieci placcaggi, ma il suo impatto è in realtà minore rispetto a quanto dicono i numeri.

George Biagi, voto, 6,5: per la seconda partita consecutiva non fa rimpiangere Geldenhuys, perlomeno sul piano del fisico e dell’impatto con gli avversari. E che avversari. Il seconda linea zebrato non avrà quell’acume tattico e la furbizia dell’italo-sudafricano, ma lotta come un leone su ogni pallone e non fa mancare il proprio apporto in ambedue le fasi.

Martin Castrogiovanni, voto 5: nel gioco aperto fa il suo, ma è in mischia che Castro soffre terribilmente, in maniera anche un po’ inaspettata viste le buone risposte date contro l’Irlanda. Eppure, lo scontro in chiusa viene vinto a più riprese da Marler, come sottolineano i tre falli fischiati al barbuto pilone azzurro.

Leonardo Ghiraldini, voto 5,5: non incide ed è una notizia. Da ball carrier fatica spesso a trovare spazio nelle maglie della difesa avversaria, salvo rare eccezioni. Viene disinnescato al meglio dagli inglesi, che hanno imparato a conoscerlo in Premiership.

Alberto De Marchi, voto 5: ci si attendeva ben altro rendimento dal dinamico pilone degli Sharks che, invece, è ben poco presente in fase offensiva. Si limita al compitino in difesa, dove placca per nove volte, ma non entusiasma nemmeno in mischia chiusa.

Andrea Manici, voto 5,5: non riesce ad avere lo stesso impatto sul match come successo una settimana fa. Piuttosto anonimo nei venti minuti giocati.

Matias Aguero, voto 6: buone risposte perlomeno in mischia, dopo la brutta prestazione dell’esordio.

Dario Chistolini, voto 6: come Aguero, è solido e performante nelle mischie giocate negli ultimi venti minuti. Solito buon contributo dalla panchina.

Joshua Furno, voto 5: quasi un tempo per mettersi in mostra e per riscattarsi dall’opaca partita dell’Olimpico, ma di fatto il giocatore dei Falcons è inesistente. Da lui ci si attenderebbe ben altro rendimento e soprattutto maggiore presenza in fase offensiva.

Samuela Vunisa, voto 6: entra nel primo tempo provvisoriamente al posto di Minto e si mette in mostra con un bel buco, poi ripetuto anche nella ripresa quando prende il posto di Bergamasco. Recita bene il ruolo di impact player, anche se con i suoi chili potrebbe anche dare di più.

Guglielmo Palazzani, sv

Tommaso Allan, sv: entra nuovamente a partita già finita, ma fa capire a Brunel di potersi meritare una chance.

Giulio Bisegni, voto 6: bagna il suo esordio in azzurro con il gran break che propizia poi l’azione per la terza meta di Morisi.

All. Jacques Brunel, voto 5,5: non può essere colpa sua se la squadra crolla fisicamente dopo un’ora regolarmente, ma il francese avrebbe potuto anticipare i cambi almeno di una decina di minuti, viste le palesi difficoltà soprattutto della prima linea. Perlomeno, rispetto al match contro l’Irlanda si vede una certa idea di gioco e ha il merito di non insistere su Masi all’estremo. Il prossimo passo? Sistemare le fasi di conquista, ancora deficitarie e poco continue nel corso della partita.

 

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

Credit Fotosportit/FIR

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