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Rugby

Sei Nazioni 2015, Italia: le scelte azzardate di Jacques Brunel

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A Jacques Brunel il coraggio non manca. Non che non lo avesse già dimostrato in passato, ma il ct lo ha voluto ribadire una volta di più al momento dell’annuncio dei primi 30 azzurri per il Sei Nazioni, con cui il baffuto allenatore francese ha sparigliato le carte in tavola più di quanto si potesse immaginare. E i dibattiti su convocati, conseguenti esclusi ed elementi poco graditi, già di per sé piuttosto accesi, sono diventati roventi. Comprensibile, d’altronde, perché il coraggio del transalpino, questa volta, sembra essere sfociato in scelte decisamente azzardate.

I punti interrogativi riguardano in particolare la prima linea e non potrebbe essere altrimenti, alla luce dei due nomi pesanti lasciati in Inghilterra da Brunel. Nessun infortunio, nessun impedimento, ma una semplice scelta tecnica ha tenuto fuori Michele Rizzo e Lorenzo Cittadini, rispettivamente pilone sinistro e destro di Leicester Tigers e Wasps. “Sinceramente è stata una brutta sorpresa”, ha commentato il primo ad Olimpiazzurra, escluso in favore di un Aguero certamente adatto al livello internazionale ma fuori dai campi dallo scorso 22 novembre (Italia-Sudafrica), mentre a condannare l’esclusione di Cittadini ci sono soprattutto i numeri. Citta è l’azzurro più utilizzato all’estero dopo Parisse con 853 minuti, per un totale di 17 presenze con la maglia delle Vespe, di cui 12 da titolare. Il tutto in un club con una storia importante alle spalle e in un campionato estremamente competitivo come la Premiership. Eppure, l’ex Treviso guarderà almeno le prime due partite dell’Italia da Londra, senza essere protagonista come invece accaduto nelle ultime stagioni.

‘Puniti’ perché emigrati nella perfida Albione? Un’ipotesi a cui nessuno vorrebbe credere davvero, ma inevitabilmente in circolo anche a causa dell’esclusione di un altro ex Benetton, Manoa Vosawai, da quest’anno ai Cardiff Blues dove sta ben figurando. E l’intervista rilasciata dall’italo-figiano a novembre, al blog Alba Ovale, scacciava via tutti i dubbi relativi ad una sua possibile chiusura alla nazionale: “[…] spero di poter tornare nel gruppo per il 6 Nations ma io posso solo lavorare bene e vedere cosa succederà più avanti”. Speranze vane, nonostante Vosawai abbia dimostrato di possedere i requisiti (più di altre volte, a dire il vero) per far parte del gruppo azzurro.

Dai grandi esclusi della mischia, alle grandi sorprese inserite in mediana e tra i trequarti. Certo, Marcello Violi difficilmente vedrà il campo a meno di cataclismi, ma la presenza nella lista del mediano di mischia classe 1993 del Calvisano (qualcuno storcerà il naso viste le ‘simpatie’ del presidente federale Gavazzi) ha stupito tutti. In Eccellenza, il nocetano ha già dimostrato tutte le proprie (importanti) potenzialità e di saper fare la differenza ma, per l’appunto, lo ha fatto in Eccellenza, ovvero in un campionato semi-professionistico lontano anni luce dal livello del Sei Nazioni. Una convocazione forse propedeutica per un talento di prospettiva e pronto al salto in una franchigia celtica da un certo punto di vista, ma anche piuttosto nonsense dall’altro, perché difficilmente Violi potrebbe rappresentare un’alternativa credibile.

Com’è improbabile, d’altronde, che lo possano essere due giovani ancora tutti da sgrezzare come le due Zebre Giulio Bisegni e Michele Visentin. Il centro frascatano, classe 1992, ha fatto intravedere buone qualità nella serie di match giocati in Pro12, ma nell’ultimo mese aveva perso lo smalto di inizio stagione e non appariva un nome papabile per entrare a far parte dei convocati. Nel contempo, inoltre, erano prepotentemente salite le quotazioni di un altro giovane centro, il coetaneo Enrico Bacchin, di gran lunga più convincente di Bisegni e probabilmente anche più funzionale, a nostro parere, nello scacchiere di Brunel, vista l’assenza di un vero numero 12.

Solo quattro partite in stagione, invece, per Visentin, ma evidentemente sufficienti per Brunel per guadagnarsi un posto nel torneo più prestigioso dell’Emisfero Nord. L’ala (classe ’91) ex Calvisano si è oltretutto ben distinto nelle poche apparizioni, marcando anche due mete (di cui una decisiva contro Edimburgo) con relativa messa in mostra delle proprie eccelse doti fisiche ed atletiche. Un prospetto interessante, su cui poter puntare in futuro ma ancora tutto da formare. E il Sei Nazioni è tutt’altro che il palcoscenico ideale dove poter completare la propria crescita.

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

Foto: FIR

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