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Sci Alpino

Sci alpino: gli umani ritorni di Sabo ed Elly

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Stefano Gross ed Elena Fanchini sono i simboli dei due ottimi weekend recentemente vissuti dall’Italia sciistica. Un successo e un altro podio per Sabo, una vittoria e un quarto posto per Elly: due atleti ritrovati.

Non sappiamo in quanti avrebbero scommesso su di loro. D’altronde, l’Italia è il paese del tutto e subito, nello sport e in moltissimi altri ambiti: in particolare dai più giovani, tanti tifosi e appassionati si attendono clamorose dimostrazioni di forza sin dalle prime gare della carriera. E se qualcuno riesce a dare queste dimostrazioni ma poi, per un motivo o per un altro, vive qualche stagione di calo, di risultati sotto le attese, di difficoltà derivanti da chissà cosa, si tende a dimenticarlo, a lasciarlo da parte, a considerarlo l’ennesimo “talento bruciato”. Senza considerare che tanti sportivi hanno bisogno di raggiungere una certa maturità, fisica, mentale, tecnica e tattica, per poter rendere al massimo. Senza considerare che la vita di un atleta…è una vita, appunto, e in quanto tale è soggetta a mille variabili non solo sportive.

Stefano Gross ed Elena Fanchini hanno carriere diverse, ma storie in parte simili. Sabo esplode nel 2011-2012, a 26 anni, cogliendo tre podi in Coppa del Mondo: poi, però non riesce più a ripetersi su quei livelli. C’è di mezzo la schiena, c’è di mezzo un lutto familiare, c’è di mezzo il ricovero in ospedale del padre. Elena Fanchini, da quel 2005 in cui vinse, appena ventenne, un argento mondiale e una gara di CdM sino ad oggi, ne ha passate di tutti i colori. Anche nel suo caso, un lutto familiare, svariate operazioni alle ginocchia, varie cadute e infortuni che capitano anche alle sorelle, alle quali è legata in un modo inscindibile, le hanno impedito di volare.

Vicende umane, terribilmente umane, ma, lo ripetiamo, gli atleti sono uomini e donne, non macchine: e solo quando si trovano nella piena serenità mentale possono esprimersi al pieno del loro potenziale. Solo che a volte ce ne dimentichiamo: pensiamo che vincere sia un dovere, che chi non vince sia scarso, che un atleta sia un automa fatto solo di sport e capace di pensare solo allo sport. Non è così. Stefano ed Elena sono tornati a brillare perché tutto, nella loro vita non solo agonistica, ha ripreso a funzionare.  Perché sono persone, non solo sciatori.

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foto: credit Fisi

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

 

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