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Nuoto, Mondiali Doha 2014. Azzurro sbiadito. Avanti solo 4×50 mista donne e Niccolò Bonacchi. Eliminati D’Arrigo e Pellegrini.

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Peggio di così non poteva andare la terza mattinata di gare ai Mondiali di Doha per i colori azzurri. Tante, troppe eliminazioni, alcune anche eccellenti in gare, bisogna dirlo, che difficilmente avrebbero riservato soddisfazioni ad alto livello però in alcuni casi non arriva neppure il minimo sindacale per gli atleti di casa nostra.

E dire che l’avvio era stato incoraggiante con la 4×50 mista (Barbieri, Casteiglioni, Bianchi e Pezzato) che centra una non semplice qualificazione alla finale della 4×50 mista donne con 1’48”02, in una gara che, anche con la formazione titolare in vasca, non vede l’Italia in lotta per il podio nella finale del pomeriggio. La seconda gioia del mattino per Italnuoto arriva da Niccolò Bonacchi che strappa la qualificazione alla semifinale dei 50 dorso (di cui da ieri è detentore del record italiano) con un buon 23”60 che significa nono posto assoluto. Simone Sabbioni chiude con un deludente 23”99 e finisce ventunesimo in una gara che si preannuncia molto equilibrata per la vittoria finale. La terza qualificazione è anche quella più consistente e la centra la staffetta 4×100 stile libero donne (Di Pietro, Ferraioli, Mizzau, Pellegrini) con 3’33″65 che è il terzo tempo del lotto. Medaglia non impossibile nel pomeriggio.

Le buone notizie finiscono qui e arrivano quelle negative, a partire da Federica Pellegrini. Che i 200 dorso fossero solo un approccio alla manifestazione in vista della gara che conta si sapeva ma vedere la numero uno azzurra così lontana dalla qualificazione non è bello. Chiude sedicesima con 2’05”76 che non è nemmeno malaccio ma davanti volano. Lontanissima dalle prime anche l’altra azzurra al via, Ambra Esposito, 35. con 2’14”07. L’altra eliminazione eccellente e che brucia forse più di tutte è quella di Andrea Mitchell D’Arrigo. Il giovane rampante, allievo di Troy, imposta la gara come sempre sulla rimonta ma stavolta gli mancano gli ultimi 50 metri per mettersi alle spalle una vecchia volpe come Oussama Mellouli che lo sopravanza di 9 centesimi e lo sbatte fuori da una finale dove l’azzurro avrebbe magari potuto dire la sua. D’Arrigo è nono in 3’40”60. Sedicesimo uno spento Gabriele Detti che chiude in 3’42”15.
Nei 50 farfalla uomini Belotti strappa la sufficienza ma non basta il suo 23”26 per entrare in semifinale (22.). Continua il calvario di Matteo Rivolta che finisce addirittura 31. con 23”50, a distanza abissale dalla qualificazione. Anche Arianna Castiglioni conferma la scarsa condizione finendo 24. nei 100 rana (gara in cui aveva conquistato il bronzo europeo a Berlino) in 1’06”49. Nei 200 misti, out ancora Federico Turrini per il virus gastrointestinale, Matteo Pelizzari non va oltre un 23. posto con 1’58”99. Nei 400 stile libero donne prova discreta di Chiara Masini Luccetti, quindicesima con 4’05”01. Non partita Diletta Carli.

3 Commenti

1 Commento

  1. MARIO82

    5 Dicembre 2014 at 14:39

    Non ho visto le batterie stamattina ma in generale sono abbastanza d’accordo con te però vorrei fare un paio di valutazioni.
    Guardando i passaggi forse D’arrigo avrebbe potuto osare qualcosa di più nella prima parte di gara (anche in virtù del notevole miglioramento sui 200) e non fidarsi troppo del suo finale (che comunque e’ stato notevole) per recuperare un tale gap ad atleti forti ed esperti come Mellouli e Glaesner.
    Comunque e’ stato un po’ sfortunato.
    Per quanto riguarda la Pellegrini mi dispiace che non abbia fatto i 400 (tra l’altro non ho capito se li ha abbandonati definitivamente) anche perchè mi pare evidente che nel dorso soprattutto in vasca corta non è assolutamente al livello delle più forti (avrebbe dovuto nuotare al livello del suo record solo per entrare in finale) , invece nei 400 può sempre dire la sua.

    • ale sandro

      5 Dicembre 2014 at 15:22

      I 400 credo siano ormai definitivamente un ricordo per la Pellegrini, in questo argomento sta uno dei punti di diverbio con Lucas che poi ha portato alla seconda separazione. Sono d’accordo con te sul fatto che sarebbero ancora la sua gara dopo i 200 stile ovviamente, ma la mente sa essere più forte di tutto ,e se un’atleta si mette in testa di non volerne più sapere c’è poco da fare. Credo che Federica punterà esclusivamente ai 200 stile da qui fino alla fine della carriera.
      Per il resto finora ci son state buone cose ,altre meno buone, ma ancora la rassegna non è terminata. Di sicuro il duo di non ancora ventenni D’Arrigo – Di Fabio è ottimo in prospettiva. Su D’Arrigo ci sarebbe un ragionamento da fare riguardo la caratteristica “dormiente” nella prima metà gara (gli capita anche nei 200 stile). Forse deve imparare a gestire meglio le vasche , o forse ha la tendenza a fare molto bene la prima gara e calare un po’ col passare dei giorni. Ma in ogni caso meglio accada in vasca corta che lunga, e meglio ora che ai mondiali.E soprattutto avercene in tutti i stili e distanze di giovani così. Su Detti , credo lo abbia detto lui stesso agli ultimi meeting italiani, stanno puntando tutto sui 1500 in vasca lunga, ci sta perdere qualcosa nei 400.
      Per il resto d’accordo con le considerazioni di ste86.

  2. ste86

    5 Dicembre 2014 at 12:58

    Io leggo sempre e apprezzo olimpiazzurra, però devo dire che alcuni articoli e considerazioni sono pessimi.
    Parlare di mattinata disatsrosa e di prestazioni che in molti casi non arrivano al minimo sindacale non corrisponde al vero.
    L’unica (relativa) delusione è stata la mancata qualificazione di D’Arrigo per la finale dei 400 sl, qualificazione peraltro sfiorata e tutt’altro che scontata (Andrea ha nuotato solo 6 centesimi in più rispetto al proprio primato personale).
    Le altre eliminazioni erano per lo più scontate (per i passaggi di turno sarebbero servite mezze imprese), ma in molti casi i nostri si sono ugualmente più che discretamente comportati: penso ai primati personali di Sabbioni (perchè il suo tempo sarebbe deludente?!?), di Belotti, della Castiglioni, di Pellizzari e della Masini Luccetti.
    Quando si giudicano prestazioni di atleti, bisogna valutarne i miglioramenti e le potenzialità di ognuno, non può essere una medaglia o meno o il passaggio di turno o meno la discriminante tra buona prestazione e pessima prestazione.

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