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Hockey Pista

Hockey pista, 2014: i Leoni di Alcobendas conquistano l’Europa

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“Pronto Massimo, ciao come stai? Ti chiamo per chiederti un’intervista prima del prossimo Europeo di hockey pista ad Alcobendas”.

“Ciao. Va bene dimmi pure”

Gli faccio alcune domande (clicca qui per rileggerla tutta) e poi provo senza paura: L’Italia parte per vincere ad Alcobendas?” 

Mi risponde lui: “Se noi prendiamo l’albo d’oro delle competizioni mondiali ed europee vediamo che la nostra nazionale è stata mediamente tra il quarto ed il settimo posto a livello planetario ed fra la terza e la quarta posizione a livello continentale.  Negli anni ’80 abbiamo espresso il nostro meglioquando peraltro proprio Mariotti faceva parte di una meravigliosa nazionale – riuscimmo ad ottenere podi e medaglie in serie, ma dobbiamo guardare alla nostra realtà. L’obiettivo non può che essere quello di arrivare sul podio confrontandoci più che altro con Francia, Germania e Svizzera”.

Ecco.
In quel momento un po’ di delusione ce l’avevo dentro me stesso, ma poi nella mia testa è cominciata a risuonare la voce (con inconfondibile inflessione toscana) di Massimo Mariotti; sorniona, come di uno che sa il fatto suo, ma non te lo vuole raccontare a pieno.

Detiene record su record, ha vinto di tutto, lo chiamano “Mister hockey”, doveva avere per forza un asso nella manica.

Era la consapevolezza.

Quella di conoscere bene il suo gruppo di uomini, ancor prima che giocatori, di saper dare loro tutto per fargli tirare fuori il meglio nel corso di un torneo complicato come quello di un Europeo, breve ma intensissimo sia dal punto di vista fisico sia dal punto di vista nervoso.



Pronti, partenza via, si parte.

15 luglio: siamo in pista ci tocca la Svizzera (clicca qui per la cronaca)
Gli elvetici ci fanno sudare un tempo, ma poi nella ripresa Tataranni mostra tutta la sua vena realizzativa e vinciamo 7-3.

16 luglio: neanche il tempo di gioire, c’è la Germania (clicca  qui per la cronaca)
Con i tedeschi vediamo le streghe per davvero: andiamo sotto 0-2 a metà ripresa, poi pareggiamo sull’asse Cocco-Motaran e quando mancano due secondi alla fine superiamo i teutonici grazie al tiro libero insaccato da Ambrosio, dopo l’atterramento di Tataranni, per il 15° fallo dei nostri rivali.

17 luglio: si inizia a fare la storia, contro la Spagna (clicca qui per la cronaca)
Siamo in casa dei maestri del gioco, stanchi e forse un po’ intimoriti. Loro sono gli invincibili, le “Furie Rosse”, ma non hanno il nostro cuore, la nostra voglia.
Partiamo forte con Ambrosio, ancora lui, ma Gil e compagni reagiscono prima pareggiando e poi assaltando il  fortino di Barozzi che respinge di tutto.
Inizia la ripresa, fase di studio. Poi però, è sempre Ambrosio da tiro libero a ridarci il vantaggio, recuperato un’altra volta dai padroni di casa.
Succede di tutto, potremmo anche vincere.
Alla fine pareggiamo, ma che gioia aver fermato la Roja fra le mura amiche

Siamo contenti, è un premio alla nostra tenacia. Mariotti si è perfino tolto la maglietta per esultare sotto lo spicchio sparuto dei nostri inossidabili tifosi.

ABBIAMO LOTTATO COME LEONI!

I ragazzi in campo sembravano i “Leoni di Wembley”, anzi no, da adesso erano: I LEONI DI ALCOBENDAS

18 luglio: la sfida con il Portogallo vale almeno il podio… (clicca qui per la cronaca)
C’è ulteriore logoramento dopo una prova del genere contro la Spagna, forse un senso di appagamento, ma la possibilità di andare a conquistare un traguardo importante adesso diventa reale e ci deve portare a sfoderare un’altra grande esibizione anche contro i lusitani.
Loro sembrano più freschi ed infatti ci puniscono passando in vantaggio, avendo però il torto di non chiudere la contesa.
Cocco e Ambrosio scuotono gli azzurri e in un amen siamo addirittura sopra, con la collaborazione del nostro super estremo difensore Riccardo Gnata, che para di tutto.
Sembra fatta, ma sul più bello è 2-2.

Pochi minuti e…ancora il cuore oltre l’ostacolo. Cocco-gol: 3-2.

Si soffre maledettamente. Gnata respinge una, due, tre, quattro e chissà quante altre volte fino a quando non suona la sirena.

E’ finita.

Non svegliateci. Contro Spagna e Portogallo 4 punti e podio assicurato.

Domani invece, la resa dei conti. Per l’oro.

Si passa tutta la sera (tarda) a fare conteggi, proiezioni, a calcolare differenze reti, gol segnati, ma poi il giorno dopo è il momento di andare in pista.

19 luglio: prima battiamo la Francia, poi… (clicca qui per la cronaca)
Puoi stare a fare tutti i calcoli che vuoi, ma se poi non batti la Francia…

Si parte h 18 circa, la situazione è rovente. In campo c’è tensione, sugli spalti soffrono i nostri rappresentanti, accompagnati da una serie di “gufi spagnoli”, dall’Italia quello che è successo è ancora difficile spiegarlo a distanza di mesi.

Per problemi organizzativi la partita è visibile solo in streaming purtroppo, a differenza delle precedenti partite nelle quali la voce di Alberto Ambrogi (su Raisport 2) aveva riscaldato positivamente tutti i televisori degli appassionati e non solo dell’hockey pista nostrano, e dopo un primo tempo, in cui ci ritroviamo sotto 3-2, improvvisamente salta la trasmissione audio-video.

Passano dieci lunghi interminabili minuti.

Si sa poco o nulla.

Il sito hockeypista.it, presente sul posto, aggiorna del 4-2 transalpino poi…

Tre minuti più tardi ritorna a funzionare la connessione con Alcobendas e…Italia 5-4 Francia.

Gli azzurri, che ormai da metà del torneo giocano in maglia bianca, hanno fatto un miracolo.

Capitan Motaran ed una doppietta di Tataranni ci hanno riportato davanti a pochissimo dalla fine, giusto il tempo di vedere ancora Gnata effettuare delle meravigliose respinte e consegnarci la vittoria che significa almeno argento…

Diventato poi oro, grazie al pareggio in serata 6-6 del Portogallo contro la Spagna.

Il metallo più bello, per l’avventura più incredibile degli ultimi 24 dell’hockey pista italiano

In un gruppo di cui hanno fatto parte anche Domenico Illuzzi, il collante offensivo di questa squadra, Marco Pagnini, giocatore sempre pronto a dare il suo apporto, Leonardo Squeo, grintoso e sempre calato con lo spirito giusto nei suoi pochi ma utilissimi sprazzi di campo, e Alessandro Verona, uno dei giovani più inquadrati verso il futuro del movimento nostrano.

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Foto: Marzia Cattini per CERH

Si ringraziano Paolo Virdi e Gabriele Baldi

michele.cassano@olimpiazzurra.com

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