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Badminton: l’importanza di fare esperienza

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Il badminton azzurro richiede pazienza. Tanta pazienza, perché, vuoi anche per un maggior interesse del Coni, si sta cercando nell’ultimo periodo di ovviare ad anni in cui questa disciplina era stata veramente confinata ai margini dello sport italiano, con risultati conseguenti. Si sta seminando, ecco: la parte più difficile quando si opera nello sport, così come nell’agricoltura.

Se infatti guardassimo ai recenti Italian International in termini di risultati assoluti, certamente ci sarebbe poco da esultare: Indra Bagus Ade Chandra ha sì raggiunto la finale, sfiorando la conferma di quel titolo vinto un anno fa, ma si tratta di un ragazzo sparring partner della nazionale. In parole povere, al pari del connazionale Wisnu Haryo Putro, rappresenta l’Italia nei tornei internazionali, ma non potrà farlo, salvo ottenimento della cittadinanza, nelle Olimpiadi o nei Mondiali: il suo compito principale è quello di mettere a disposizione la sua professionalità e la sua esperienza per far crescere i giovani azzurri. Dunque, ad esempio, quelli che fanno parte del #progettogiovani #duemila20e24 varato di recente dalla FIBa: un plotone di ragazze e ragazzi in molti casi nemmeno maggiorenni, provenienti da Milano, Bolzano, Malles e dagli altri migliori club sparsi per la penisola. Ragazzi ancora digiuni di esperienza internazionale, dai quali ci si potranno attendere risultati di peso negli anni indicati dal nome del progetto. Non adesso, dove prevedibilmente e comprensibilmente hanno terminato la propria corsa nel tabellone di qualificazione o, qualora vi fossero ammessi direttamente, al primo turno di quello principale. Karin Maran, Marah Punter, Pirmin Klotzner, Matteo Bellucci, Lisa Iversen e tanti altri: ne riparleremo tra qualche anno. Anzi, li seguiremo costantemente nel loro processo di crescita.

Sperando che, appunto per il 2020, riescano a donare all’Italia una nazionale che comprenda più dei tre effettivi attuali. Ovvero Giovanni Greco, Rosario Maddaloni e Jeanine Cicognini. Quest’ultima, un innesto di qualità di origine svizzera che ha dimostrato tutto il suo potenziale nei mesi scorsi, degna erede di Agnese Allegrini (al momento, occupa una rispettabilissima 65esima posizione nel ranking mondiale). I due ragazzi, invece, hanno raggiunto nel corso dell’anno il proprio best ranking tanto in singolare quanto in doppio, dove rappresentano una coppia in grado di giocarsi la qualificazione olimpica. E sicuramente capaci anche di aiutare i tanti giovani che, timidamente, si stanno affacciando ai principali palcoscenici del badminton nazionale e internazionale.

foto: FIBa

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

 

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