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Rugby

Rugby: dalle Samoa all’Argentina, l’Italia risponde presente. Ma con i soliti difetti

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Un’Italia a tratti anche bella da vedere, combattiva, solida ma alla fine spuntata. La Banda Brunel sembra aver ritrovato definitivamente i suoi punti di forza, come la mischia e la difesa, offrendo un altro match di indiscusso valore dopo quello di una settimana fa contro Samoa. Eppure, non è bastato. L’Argentina ha avuto il merito di far emergere i soliti difetti degli azzurri, poco cattivi al momento di chiudere la partita e sorpresi dalla furbizia dei Pumas.

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Continuità nelle prestazioni: dalle Samoa all’Argentina il passo è stato, come preventivabile, piuttosto lungo. Contro un avversario di livello più elevato, però, anche gli azzurri hanno dimostrato di poter innalzare la propria qualità di qualche tacca, offrendo forse la miglior prestazione dell’ultimo anno al pari della prima contro il Galles nello scorso Sei Nazioni. Un segnale inequivocabile di come la Banda Brunel stia ritrovando, a piccoli passi, la retta via. In questo senso, una sconfitta di misura può solo aumentare la voglia di riscatto e di tornare sugli standard del 2012-2013.

La risposta della mischia: di fronte c’era la scuola della mischia per eccellenza, quella che nell’anno in corso ha ampiamente preso il sopravvento sull’élite del rugby mondiale, Italia compresa. Proprio gli azzurri, dopo l’ottima prestazione contro Samoa, cercavano conferme importanti da uno degli storici punti di forza, in crisi come tutto il movimento nell’ultima stagione. Conferme che non sono tardate ad arrivare. Già, perché Aguero e Castro prima, e De Marchi e Chistolini poi, hanno retto la potenza di Ayerza&co. e hanno spesso tirato fuori i denti contro i maestri del settore, ingaggiando una lotta senza esclusioni di colpi.

La sicurezza di Haimona: non capita spesso che un numero 10 azzurro giochi con una tale confidenza due partite di seguito. Eppure, il maori d’Italia ci è riuscito alla prima occasione. Come? Con la consueta intelligenza tattica e la tranquillità che caratterizza il mediano zebrato, entrato già nel cuore di tanti tifosi, anche in quelli dei più scettici. Già, perché in due match Haimona è riuscito anche nell’impresa di far ricredere chi pensava alla sua convocazione e al suo impiego come una scelta imposta “dall’alto”. E anche se fosse, il neozelandese ha dimostrato di valere ampiamente una maglia da titolare nell’Italia.

FLOP

Mancanza di cinismo: quello che invece ha permesso all’Argentina di espugnare Genova, sfruttando gli unici due buchi lasciati dall’Italia. Gli azzurri, nella consueta pochezza offensiva, hanno avuto ugualmente le occasioni per andare in meta e, dunque, chiudere con ogni probabilità la partita. Clamorosa, in particolare, quella sciupata da capitan Parisse con quel passaggio a metà strada tra Morisi e McLean nel secondo tempo, quasi come se gli azzurri fossero sorpresi dalle situazioni vantaggiose create. Mantenere il sangue freddo, in certe occasioni, vale più di una magia fine a se stessa nei propri 22…

Handling e trasmissioni difettose: quella di Parisse è stata la più eclatante, ma il capitano generalmente non ha di questi problemi, differentemente da altri componenti del XV sceso in campo a Genova. Peccato, però, che gli errori nelle azioni palla in mano siano costati carissimo alla Banda Brunel, la cui poca qualità nel costruire un assalto attraverso la velocità dei trequarti (e Morisi, Campagnaro e Sarto ne hanno…) ha impedito di marcare quei punti fondamentali per poter battere i Pumas. La sola spinta degli avanti, ormai, non può più bastare.

Un Gori disordinato: che Ugo fosse un mediano di mischia piuttosto istintivo e il più delle volte con poco raziocinio era risaputo. Negli ultimi mesi, però, l’eccessiva foga è sfociata inesorabilmente in confusione e disordine, probabilmente anche a causa di una scarsa concorrenza interna. Il mediano del Benetton Treviso, al solito, si è dimostrato discontinuo, alternando buone trasmissioni dalla base a scelte piuttosto incomprensibili, in cui si è notata spesso una frenesia non richiesta. Al toscano il talento non mancherebbe, ma per prendere davvero in mano l’Italia servirà una maggiore solidità mentale.

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

Foto: FotosportIT/FIR

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