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Nuoto, Europei 2014: le pagelle degli azzurri. Turrini super, Cagnotto umana

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BERLINO – Argento e bronzo, l’Italia chiude a 23 medaglie gli Europei di nuoto a Berlino. Nell’ultima giornata brilla la forza di volontà di Federico Turrini, mentre le regine dell’acqua Tania Cagnotto (argento) e Federica Pellegrini (quarta) raccolgono meno di quanto sperato.

 

Federica Pellegrini, 6: va premiato il coraggio di gettarsi nella mischia in una gara che non sente più sua, a differenza di Sjoestroem che non osa anche quando può. Va male, è vero, ma un terzo (o secondo) gradino del podio non avrebbe cambiato nulla nella carriera della veneta. Deve sistemare più di una cosa nella nuotata per tornare ad essere efficace e potente come nei giorni migliori.

Federico Turrini, 8: ha l’occasione giusta e la coglie al volo. I 400 misti non sono propriamente la gara dal più elevato contenuto tecnico dell’Europeo e lo spazio per salire sul podio c’è. Lui ci si infila con bravura e dimostra che non sempre soffre la sfida.

Silvia Di Pietro, 7.5: anche lei approfitta della situazione. Entra in finale con un po’ di fortuna e stampa il nuovo record italiano scendendo sotto i 25″. Entra in un’altra dimensione e ora guarda con fiducia al futuro.

Marco Orsi, 6: strappa la sufficienza con 35 metri di speranza, poi nel finale si fa risucchiare dai rivali e chiude quinto seppure con il personale stagionale. La medaglia di Liukkonen poteva essere sua.

Stefania Pirozzi, 6.5: illude per 150 metri di poter addirittura aspirare alla medaglia dei 200 farfalla poi paga la fatica dei giorni scorsi e va a calare nel finale, chiudendo quinta. Buon Europeo, il suo.

Alessia Polieri, 6: il suo obiettivo vero era la prima finale europea che arriva. Ci prova per 120 metri ad evitare l’ottavo posto, poi cala vistosamente e fa peggio di ieri. È comunque l’inizio della seconda parte di carriera.

Diletta Carli, 6.5: strappa la finale ed è già un successo.  Poi al pomeriggio resta lontana dalle prime.

Carlotta Zofkova, 7: lancio degno della staffetta, ad un soffio dal personale. L’1’00″60 ce l’ha, ora serve tirare giù ancora un secondo per entrare nell’elite mondiale.

Arianna Castiglioni, 7: regge il confronto alla grande. Interpreta i 100 a memoria e riesce a mettersi alle spalle più di un’avversaria.

Ilaria Bianchi, 6.5: fa lanciata poco meno di quanto era riuscita a fare nella gara individuale il giorno prima e capita nel solito girone infernale con Sjoestroem, Ottesen e Dekker. Difficile restare a tiro.

Erika Ferraioli, 6.5: anche lei potrebbe fare qualcosa in più visto quanto fatto nella mista ma sarebbe comunque servito a poco in chiave medaglia.

Staffetta 4×100 mista uomini, 4: uscire in quel modo dalla finale europea fa male. Bonacchi sbaglia in maniera enorme, ma c’erano i margini per rimettersi in carreggiata e invece Rivolta, Toniato e Dotto non riescono a raddrizzarla. Inizio premonitore della giornata più grigia dell’Europeo azzurro. Peccato.

Tania Cagnotto, 7: è umana anche lei. Un argento è sempre un argento, vero, ma per come è arrivato quello da 3 metri il rammarico è tanto. In una gara ricca di errori, la bolzanina paga la stanchezza post doppio oro e commette due imprecisioni fatali per perdere un titolo che ormai sembrava ad un passo. Il doppio e mezzo rovesciato finale, il tuffo più amato, che termina abbondante è poi un pugno al cuore per gli appassionati. Peccato, ma rimane un Europeo trionfale.

Maria Marconi, 5: la testa frega ancora la romana, che non accede alla finale da 3 metri dopo una buona eliminatoria macchiata da un rovesciato – anche lei – prima interrotto in presalto e poi scarso in ingresso. La penalità si aggiunge ai voti bassi e da quinta Maria scala tredicesima, perdendo la possibilità di andare a caccia di una medaglia che, vista a posteriori la finale del pomeriggio, sarebbe stata ampiamente alla portata.

 

Enrico Spada e Francesco Caligaris

 

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Foto da: Fin/DeepBlueMedia

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