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Ginnastica, US Classic da urlo – Biles ritorno RECORD: 61.7! Ross, 60 non basta! Locklear show

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Signore e signori che ritorno da urlo! Saranno anche passati 300 giorni dall’incoronazione a Reginetta della Polvere di Magnesio, ma il tempo sembra non essere passato per Simone Biles.

La Campionessa del Mondo inscena uno show di assoluto livello internazionale a Chicago e stravince gli US Classic, prova di avvicinamento ai Campionati Nazionali dove verrà scelto il sestetto per i Mondiali di Nanning (3-12 ottobre).

La Venere Nera domina in lungo e in largo la competizione, tenendo il bandolo della matassa per le due ore di gara in cui, tra sorrisi spensierati, ha impartito una sonora lezione di ginnastica artistica. Il tabellone finale recita addirittura 61.700: per la prima volta in stagione si supera la fatidica barriera dei 60 punti (non succedeva proprio dal suo trionfo iridato) e soprattutto si arrivano a sfondare gli indicibili 61 punti per la prima volta da quando vige il nuovo codice dei punteggi (cioè dal 1° gennaio 2013).

Facendo addirittura un paragone coi vecchi cdp (non me ne vogliano i puristi) si è arrivati quasi a toccare i 61.875 del titolo mondiale di Shawn Johnson 2007, senza scomodare gli esagerati 63 di Nastia Liukin alle Olimpiadi 2008 (quando c’erano le travi da over 16). Insomma qualcosa di letteralmente mostruoso.

Per dovere di cronaca va appuntato che le ragazze in gara hanno potuto usufruire di un decimo di punto di bonus in ciascun esercizio dove sono riuscite ad effettuare almeno un atterraggio perfetto da un elemento acrobatico (ma Simone ha preso massimo 0.2-0.3 in più del dovuto: gli over 61 ci sarebbero stati comunque).

 

Il clou della serata si è avuto subito in partenza: il nuovo corpo libero. Ed è stato letteralmente sbalorditivo: Silivas stoppato, poi il suo Biles, un bel doppio teso stoppato, ultima diagonale con Tsukahara (piccolo passo indietro), buona anche la parte artistica. Il punteggio è stratosferico: 15.8 e addirittura 6.6 di D Score. Si tratta chiaramente della miglior prestazione mondiale stagionale (ha vinto l’oro di specialità ad Anversa, nessuna sorpresa): demolito il 15.1 di Aliya Mustafina (ai Nazionali) e il 15.0 che Larisa Iordache aveva esibito alle qualificazioni degli Europei. Anche togliendo il decimo dello stuck landing c’è poco da dire…

Si passa poi al volteggio e si rivede l’Amanar dei bei tempi: altissimo, concluso con un leggerissimo passo in avanti. Il 15.9 finale la spedisce a 31.8 a metà gara: fantaginnastica.

Si temeva a questo punto sulla sua tenuta fisica, ma la Biles ha risposto nel migliore dei modi: delle buone parallele (5.8 il D Score), con l’uscita stoppata e qualche incertezza nella parte iniziale le regalano un notevole 14.750 visto anche che gli staggi sono il suo attrezzo più ostico.

Alla trave il capolavoro finale: non esita, viaggia sui livelli del bronzo iridato, commette solo uno sbilanciamento poco dopo la metà della routine (è l’unica sporcatura rilevante dell’intera serata), prima di un ottimo crazy dismount. 15.250 è il referto finale (6.4 il D Score) di un tabellone dei punteggi sempre generoso e che non le ha tolto mai nulla (anzi…).

Tornata, come solo le vere Campionesse sanno fare. A Bolt sono serviti 328 giorni, alla Biles 300 ma il risultato finale è sempre lo stesso: la vittoria incontrastata, senza se e senza ma.

 

Realizzare 60 punti e non vincere. Può succedere solo a Kyla Ross che si spinge fino a 60.050, ma si deve accontentare dell’ennesimo secondo posto. L’unica Fierce Five superstite ha condotto una gara meravigliosa, oscurata solo per i meriti della Biles: 14.6 al corpo libero, dove ha mancato il salto di collegamento dopo la prima diagonale; molto bene il volteggio da 15.2; presenta delle parallele facilitate rispetto ai suoi standard (6.1 la nota di partenza) e, pur dichiarando di non essere al top sugli staggi, stampa 15 punti; chiude la gara con una grandiosa trave da 15.25. Insomma per la seconda metà di gara ha fatto meglio della vincitrice, ma si è dovuta inchinare al cospetto di un esercizio al quadrato magico davvero stellare.

Sul terzo gradino del podio sale una sorprendente Maggie Nichols (57.600), uscita fuori alla distanza dalla lotta dietro le due star. Quarta Rachel Gowey (57.000, nonostante una caduta al volteggio), quinta Mykayla Skinner (56.150).

Infortunio per Madison Kocian che è caduta dalla trave ed è stata costretta a fermarsi: ghiaccio e lacrime. Brenna Dowell si è fermata dopo mezzo esercizio alle parallele. Per entrambe condizioni da valutare nei prossimi due giorni.

 

Attenzione, non è finita qui. Perché a mettere la ciliegina sulla torta ad una nottata davvero stellare ci ha pensato la (semi)sconosciuta Ashton Locklear, classe 1998. Con grandissima sorpresa (anche dei più attenti esperti statunitensi) lustra al meglio gli staggi e vola addirittura a 15.700: è la miglior prestazione mondiale stagionale! Pur togliendole il decimo per lo stuck landing, supera il precedente 15.5 di Rebecca Downie, oro agli Europei di Sòfia. Non ha praticamente curriculum se non un settimo posto alla Nastin Liukin Cup del 2013 e un passato nel tumbling: è la grande magia della bandiera a stelle e strisce, che regala sempre e solo emozioni.

 

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