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Atletica, Diamond League – Brown, da doping a vittoria; show Kuchina; colpo Taylor e l’Italia…

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A Zurigo si è disputato il classicissimo Weltklasse, storico meeting di atletica leggera e valido come prima Finale della Diamond League. Il circuito itinerante si concluderà giovedì prossimo a Bruxelles con il secondo atto conclusivo.

 

L’assenza di Usain Bolt si è fatta sentire nella velocità. A prendere le veci del Campionissimo ci ha provato Alonso Edward. Sì, proprio quel ragazzino che conquistò l’argento ai Mondiali 2009 alle spalle del giamaicano e che poi era sparito dalle scene. Quest’anno è tornato alla grandissimo e ha chiuso in bellezza la stagione: primo posto in 19.95, spalla a spalla vittorioso sull’esperto Ashmeade e soprattutto conquista del diamantone per un solo piccolo punto ai danni del giamaicano (secondo in 20.01). Terzo l’altro giamaicano Rasheed Dwyer (20.21). Deludente quarto Christoph Lemaitre (20.24).

 

Veronica Campbell-Brown: dalla mini squalifica per doping alla conquista del diamantone sui 100m. E non ha dovuto faticare neanche più di tanto. La giamaicana si è presentata alla finale, ha vinto (11.04), ha fatto il pieno di punti visto il raddoppio previsto dall’atto conclusivo e ha conquistato la specialità. Seconda l’ivoriana Murielle Ahoure (anch’ella in 11.04), terza la nigeriana Blessing Okagbare (11.06). Al primo confronto con il Resto del Mondo l’olandese Dafne Schippers è quarta (11.10) ma ha comunque convinto, ben figurando e facendo meglio di Kerron Stewart (11.19, diamantone gettato al vento) e Allyson Felix (settima in 11.27).

Lo sprint puro al maschile ha regalato solo il sub 10’’ del vittorioso giamaicano Kemar Bailey-Coe (9.96) davanti allo statunitense Michael Rodgers (10.05) e al britannico James Dasaolu (10.06). Imballato Asafa Powell, quarto in 10.07, dopo il superlativo 9.87 del weekend. Ancora più indietro Nesta Carter (sesto in 10.14) e Tyson Gay che chiude praticamente al passo in 10.35.

 

Blanka Vlasic ha provato a lottare, ritornando forse non in perfette condizioni fisiche dopo il forfait forzato agli Europei. L’icona del salto in alto commette un errore a 1.85 e a 1.93, poi si deve fermare a 1.96 chiudendo al quarto posto.

Vittoria di tappa e diamantone per la giovanissima Mariya Kuchina che, dopo l’argento europeo, conferma il suo definitivo salto di qualità. La russa vola oltre i due metri al primo tentativo, eguagliando il personale (non effettuerà altre prove a quote successive). Seconda la croata Ana Simic (1.98), terza la fresca Campionessa d’Europa Ruth Beitia (1.93).

Nella serata di gloria della sua grande rivale (spesso sconfitta…) nelle categorie giovanili, Alessia Trost supera 1.89 al secondo tentativo, prima di commettere tre errori a 1.93. La friulana si è confermata così sui valori espressi nel post infortunio invernale. Speriamo di ritrovarla al top al più presto.

 

Questa non è proprio la stagione di David Rudisha. Il primatista mondiale ha faticato molto per recuperare dall’infortunio della passata stagionale e anche la tappa finale gli dice male in un volatone tiratissimo. Il kenyota è solo terzo (1:49.96), sconfitto dal vicecampione olimpico Nijel Amos (1:43.77) che gli strappa anche il diamantone e dal gibutiano Ayaleh Souleiman (1:43.93). Quinto Bosse (1:44.69), sesto e settimo i polacchi Lewandowski e Kszczot (1:44.75 e 1:44.84), deludente Mohammed Aman (ottavo in 1:45.01).

LaShawn Merritt e Kirani James devono essere un’unica cosa, perché quando manca uno l’altro non riesce a rendere al meglio. Lo statunitense vince la gara con facilità disarmante (44.36) e conferma il suo diamantone, ma nulla rispetto alle epiche battaglie col grenadino sub 44’’. Secondo il connazionale Gil Roberts (44.96), terzo il botswano Isaac Makwala (45.03).

 

Grande numero di giornata firmato da Chris Taylor! Il Campione Olimpico e Mondiale è solo al terzo posto a una sola prova dal termine e il diamantone gli sta sfuggendo dalle mani. Lo statunitense non si arrende e piazza un triplo da 17.51 all’ultimo appello, scavalcando così Benjamin Compaoré di sei centimetri. Il francese, laureatosi Campione d’Europa su questa pedana, era fermo al 17.45 della seconda prova e aveva ormai in tasca il successo di tappa. Terzo lo statunitense Will Claye (17.39) che, fino al balzo del connazionale, era primo nella Diamond Race.

Tanto pathos nel salto in lungo femminile. La serba Ivana Spanovic mette subito in chiaro le cose e piazza 6.80 al primo tentativo. A metà gara, quanto Brittney Reese salta 6.66 scalzando la Bartoletta dal secondo posto, sente profumo di diamantone. Tianna, però, non molla e si supera: 6.76, seconda posizione alle spalle della vincitrice Spanovic ma con 40000 euro in più di premio in tasca. Non brillano Klishina (settima, 6.61) e Lesueur (ottava, 6.54).

 

Ancora Jennifer Simpson! La statunitense, dopo il successo di Birmingham, si replica nella finalissima e conquista un incredibile diamantone! La 28enne vince i 1500m con un bel volatone finale (3:59.92) sulla connazionale Shannon Rowbury (3:59.93), mentre le attesissime big sbagliano la gara: Sifan Hassan è quarta (4:00.72), Abeba Aregawi sprofonda nel finale e giunge ottava (4:03.40). Terza la kenyota Viola Jelagat Kibiwot (4:00.46).

Molto brava Federica Del Buono che non si fa intimorire dalla sua prima avventura in Diamond League e sfrutta al meglio la presenza delle lepri per migliorare ulteriormente il suo personale: dopo il 4:07.49 realizzato nella finale europea due settimane fa (dove fu quinta), la 19enne corre in 4:06.80 concludendo in decima posizione. La veneta continua a migliorarsi a ritmi esponenziali.

 

Il salto con l’asta femminile chiude una stagione poco esaltante e che ha pagato il ritiro temporaneo di Elena Isinbaeva. Vince tappa e diamantone la brasiliana Fabiana Murer con 4.72, fallendo poi tre tentativi a 4.82 che le avrebbero regalato la miglior prestazione mondiale stagionale. Seconda la statunitense Jennifer Suhr (4.67), terza la greca Nikoleta Kyriakopoulou (4.67 alla prima prova, ma due errori a 4.57). Non all’altezza l’esibizione di Roberta Bruni: entra in gara con 4.12, poi commette tre nulli a 4.32 e chiude al decimo e ultimo posto.

 

Il kenyota Caleb Mwangangi Ndiku vince i 5000m (13:07.01) conquistando anche il diamantone. Secondo l’etiope Muktar Edris (13:07.32), terzo lo statunitense Galen Rupp (13:07.82).

Sui 3000m siepi dominio a sorpresa della tunisina Habiba Ghribi che vola via e vince in 9:15.23, record del meeting (migliorato il precedente di 9:21.32 di Sofia Assefa, 2012). L’etiope Hiwot Ayalew è seconda (9:19:29), gestendo bene il bel vantaggio per la conquista del diamantone (9:19.29) sulla connazionale Sofia Assefa (oggi terza in 9:19.79). Record asiatico per Ruth Jebet che ora rappresenta il Bahrain (quarta in 9:20.55).

Nulla di particolarmente rilevante sui 400m ostacoli. Il sudafricano Cornel Fredericks vince la gara (48.25) ma il diamantone è tutto per lo statunitense Michael Tinsley (oggi secondo in 48.31) che ben controlla la sfida finale con il rivale Javier Culson (48.53). Il fresco Campione d’Europa Kariem Hussein si migliora ulteriormente di fronte al proprio pubblico in 48.70 (quarto).

 

Sandra Perkovic soffre per metà gara, ma poi riesce a mettere le cose in chiaro al quarto tentativo (67.54) prima di esplodere nel finale (68.36). La croata vince così la sesta gara stagionale in Diamond League, si conferma la grande dominatrice del tiro del giavellotto e conquista il diamantone. Seconda la statunitense Gia Lewis-Smallwood (67.32), terza l’australiana Dani Samuels (64.86).

Gran bel successo per Reese Hoffa che getta il suo peso a un interessante 21.88 (stagionale). Lo statunitense scaccia così gli ultimi dubbi e si aggiudica con ampio margine il diamantone. La gara è perso stata spettacolare, un bel duello testata a testa con David Storl che lo aveva scavalcato al quinto tentativo (21.47) prima della bordata dell’avversario. Terzo l’altro statunitense Joe Kovacs (21.43).

Il tiro del giavellotto si è confermato imprevedibile ed è sbucato fuori il tedesco Thomas Roehler che ha avuto la meglio su una concorrenza agguerritissima: trionfo col nuovo personale di 87.63 e addirittura la conquista del diamantone! Secondo il Campione Olimpico Keshorn Walcott (85.77, record nazionale), terzo l’eterno Tero Pitkamaki (85.12). Deludono i big: quinto Vitezslav Vesely (84.04), sesto il Campione d’Europa Antti Ruuskanen (83.85), settimo il primatista mondiale stagionale Ihab Abdelrahman (83.62).

 

La serata si è chiusa con la 4x100m femminile. La Gran Bretagna si ripete sulla pista del trionfo europeo e firma il nuovo record nazionale in 42.21, togliendosi lo sfizio di battere le potenze Giamaica (42.33) e USA (42.48). L’Italia è quarta (come agli Europei) in 43.88. Non terminano la prova Paesi Bassi e Svizzera.

1 Commento

1 Commento

  1. alebi

    29 Agosto 2014 at 10:25

    Ottime gare di salto in alto e triplo, con il risultato che è cambiato solo alla fine come solo i concorsi riescono a fare! Peccato davvero non vengano per niente valorizzati da questo format… Mostrandoti solo i salti migliori è come seguire una gara di cui si sa già l’esito, non vivendo per nulla la successione di emozioni e di suspence che la gara ti dà nella sua interezza 🙁
    Ottimo anche giavellotto (di cui non hanno trasmesso nè il lancio di Rohler nè di Walcott entrambi PB…. della serie no comment…) e salto con l’asta (di cui non ho visto il record nazionale della Buchler che magari essendo pure in casa meritava un po’ più di visibilità…).
    Onestamente non è mancato per nulla Bolt, almeno non il Bolt di Varsavia che dopo quella gara (record indoor?! di dubbio valore) ha pensato di rinunciare a Zurigo per non venire sconfitto (forse anche da più atleti… cosa che per motivi di marketing non gli gioverebbe affatto). Certo se parliamo del Bolt in forma è un’altra cosa, ma allora lo stesso discorso si potrebbe fare per il Powell, il Gay o il Lemaitre… Piuttosto è mancato Gatlin, lui sì il miglior velocista dell’anno che per stupide ragioni a Zurigo non poteva correre.

    In generale la Diamond League deve cambiare. Tutti ma proprio tutti sostengono che le gare meriterebbero di essere viste nella loro totalità (o quasi) perchè dei riassunti dei primi 3 non ce ne facciamo niente (tanto vale leggersi la classifica). Poi non sarebbe male nemmeno un minimo di presentazione a priori delle gare con il resoconto dei punti atleta per atleta, così che puoi accorgerti degli stravolgimenti di classifica in diretta, senza aspettare che i cronisti si facciano i conti e te lo dicano… Insomma, fatta così la Diamond ha l’aria di un meeting qualunque e ormai sono anni che va avanti così, da quando è nata non hanno cambiato una virgola.

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