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Ciclismo

Giro d’Italia: il punto dopo le prime tre giornate

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Sarebbe riduttivo riferirsi ai primi tre giorni di corsa rosa unicamente con Marcel Kittel, comunque imperioso velocista che ha tutto per essere l’erede di Cavendish, lo sprinter capace di dominare per almeno un lustro: la trasferta irlandese del Giro d’Italia ha dato segnali interessanti a più livelli.

Sul piano dei velocisti, le ruote azzurre sembrano in un buon momento di forma, anche se il tedesco pare davvero su un gradino superiore. Le gambe di Elia Viviani ci sono e girano bene, ma quando in uno sprint ben impostato dalla propria squadra come quello di ieri non si riesce ad avere la meglio, significa che il vincitore è veramente un fuoriclasse in stato di grazia: comunque, la vittoria di una frazione sembra alla portata del brillante veronese. Giacomo Nizzolo ha incominciato benissimo a Belfast e ha fatto un passo indietro a Dublino, ma anche in questo caso ci sono tutte le potenzialità per rifarsi; infine, Davide Appollonio sta dimostrando una crescente confidenza anche con le occasioni, come quelle del Giro, nelle quali quasi tutti i migliori velocisti sono presente, e il quarto posto di ieri ne è la dimostrazione.

Ma tra la cronosquadre e il vento d’Irlanda era prevedibile che succedesse qualcosa anche per la classifica generale. E Rigoberto Urán guida virtualmente la graduatoria dei favoriti, grazie all’ottima performance della sua Omega Pharma-Quick Step e a tanta attenzione nelle due giornate successive; Cadel Evans, però, circondato di passisti formidabili (nonostante la caduta di Bookwalter prima della partenza della cronosquadre) si è difeso egregiamente in tutte e tre le frazioni e paga appena 2” al colombiano. Segnali molto positivi arrivano da Michele Scarponi: dopo la prestazione comunque positiva dell’Astana nel prologo, il marchigiano ha recuperato 11” a tutti con un colpo di mano, frutto dell’esperienza, che gli ha permesso ieri di non perdere le ruote degli sprinter. La classifica è ovviamente cortissima e solo Joaquim Rodríguez, col suo 1’28” da recuperare a Urán, sembra un passo indietro: alcune frazioni vallonate sugli Appennini, prima delle Alpi, daranno però indicazioni ben più precise.

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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