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Ciclismo

Parigi-Roubaix 2014: Terpstra è in paradiso! L’olandese da solo nel velodromo

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L’Inferno del nord. Forse più umano, forse meno selettivo. Si è risolta solo negli ultimi chilometri 112esima edizione della Parigi-Roubaix, la Classica Monumento più antica. Si è accesa ad Arenberg, poi alimentata da Tom Boonen per 40 chilometri fino ad un finale incerto e risolto con una semplice stoccata di Niki Terpstra, vincitore quasi a sorpresa, nascosto durante tutta la corsa e in difficoltà sul pavè.

La prima ora di corsa, volata a quasi 50 di media, ha visto prendere vita una fuga composta da otto uomini: David Boucher (FDJ), Kenny De Haes (LTB), Michael Kolar (TCS), Benoît Jarrier e Clément Koretzky (BSE), Tim De Troyer (WGG), Andreas Schillinger (TNE) e John Murphy (UHC). Il loro vantaggio, inizialmente cresciuto fino a 10′, si è stabilizzato nella prima parte di corsa sui 6-7′.

Il gruppo, per la prima volta, è stato scosso ad un centinaio di chilometri al traguardo, quando due cadute lo hanno diviso in due tronconi. Poco dopo, e ad una manciata di chilometri dall’entrata della Foresta di Arenberg, anche Peter Sagan (Cannondale) ha forato: il giovane slovacco è stato costretto ad un frettoloso rientro sulla coda del gruppo. Le squadre dei big hanno impresso una prima accelerata proprio all’interno della Foresta, che come sempre ha portato una prima selezione in gruppo. Tra i corridori attardati Alexander Kristoff, fermato da una foratura. Il gruppo, ovviamente, si è visibilmente selezionato in questo leggendario settore per ridursi ad una settantina di unità. In testa alla corsa, dopo la Foresta, sono rimasti Andreas Schillinger (NetApp Endura), John Murphy (United HealthCare), Tim De Troyer (Wanty Group Gobert) e Benoît Jarrier (Bretagne Sèche Environnment), con un vantaggio di circa 4′ sui migliori.

Nei chilometri successivi la corsa ha vissuto uno dei suoi momenti chiave. Tom Boonen (OmegaPharma-QuickStep) ha provato a selezionare il gruppo sul tratto di Wandignies, a quattro stelle. Presto attardato Peter Sagan e gruppo molto sfilacciato che si è ricomposto solo all’uscita. Subito dopo hanno provato ad evadere dal gruppo dei big alcuni atleti: tra loro anche Thor Hushovd e Lars Boom, ma il loro tentativo è stato presto neutralizzato.

Grazie ad un piccolo momento di studio tutti i favoriti si sono riportati sul gruppetto di Boonen e Cancellara, con lo svizzero sempre nascosto e mai nelle prime posizioni. In vista del settore di Mons-en-Pevel si sono susseguiti diversi scatti dal gruppo: il più importante l’ha portato Tom Boonen, a 65 chilometri dalla conclusione. In breve, sfruttando le sue abilità sul pavè, si è riportato su un gruppetto di 6 uomini che era fuoriuscito pochi chilometri prima con Geraint Thomas e Marten Tjallinji.

Questo plotoncino di coraggiosi è sempre stato tenuto a pochi secondi dal gruppo, guidato da una straordinaria BMC trainata da Manuel Quinziato, autore di un ottimo lavoro. Dopo un lunghissimo tira e molla i fuggitivi, raggiunti da Thor Hushovd su Mons-en-Pevele sono riusciti a guadagnare un buon margine di vantaggio su Cancellara e la Trek, lasciata da sola a lavorare dalle altre squadre. Un primo attacco di Sep Vanmarcke ha dimezzato il gap rispetto ai primi e ha selezionato il gruppo degli inseguitori ad una quarantina di chilometri dalla conclusione. Poco dopo, in testa alla corsa, Tom Boonen ha provato ad attaccare da solo, mentre Sagan da dietro ha provato a riportarsi sui primi, nel contempo rientrati su Boonen.

Sui settori di Camphin-en-Pévèle e sul terribile Carrefour de l’Arbre Sep Vanmarcke e Fabian Cancellara hanno scatenato l’inferno, riportandosi prima sul gruppo di Boonen e successivamente anche su un ottimo Peter Sagan, che stringendo i denti è riuscito a rimanere con i due sopracitati, Zdenek Stybar e un superlativo John Degenkolb, ancora molto brillante.

Questi 5 atleti, però, si sono studiati una volta entrati nella fase finale di corsa e da dietro è rientrato un ulteriore gruppetto formato da Tom Boonen, Bradley Wiggins, Sebastian Langeveld, Niki Terpstra, Geraint Thomas e Bert De Backer. Tutti questi atleti si erano staccati in precedenza sui tratti più difficili in pavè, ritrovandosi ad inseguire con una circa 20” di ritardo una volta usciti dal Carrefour de l’Arbre. A 6 chilometri dalla conclusione Terpstra ha rotto gli indugi e ha provato a lanciarsi da solo verso il successo: nel giro di poche decine di metri ha preso subito una decina di secondi di vantaggio. È bastato un attimo di indecisione dei big e l’olandese ha incrementato il suo margine a 15”, che a 2 chilometri dalla conclusione sono diventati 20.

Commosso, in lacrime, Terpstra è entrato con un margine rassicurante nel velodromo più famoso del mondo, potendosi gustare il primo successo della carriera in una classica monumento, quella più adatta alle sue caratteristiche, alzando le braccia al cielo e chiudendo la sua prova con 20” di margine sugli inseguitori. In volata il più lesto è stato John Degenkolb, che ha preceduto Fabian Cancellara, sempre sul podio da oltre 4 anni nelle Classiche Monumento cui partecipa, Sep Vanmarcke e Zdenek Stybar, che ha chiuso la Top5. Sesta posizione per Sagan, mentre Wiggins e Boonen hanno chiuso rispettivamente in nona e decima posizione.

Primo degli italiani Filippo Pozzato, addirittura in 50esima posizione. Dopo una prima parte di gara discreta il corridore della Lampre si è staccato nel finale, chiudendo a quasi 7′ dai primi.

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gianluca.santo@olimpiazzurra.com

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