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Atletica, DOPING: recidiva, quattro anni di squalifica, ma farà le Olimpiadi…

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A inizio settimana è stata emessa la condanna a Nadzeya Ostapchuk, risultata positiva a un controllo antidoping in occasione delle Olimpiadi di Londra 2012 (dove aveva conquistato l’oro, poi giustamente assegnato a Valerie Adams). La bielorussa, già pescata con le mani nella marmellata ai Mondiali del 2005 (vinti), è stata squalificata per quattro anni.

La sanzione terminerà il 14 agosto 2016 (quattro anni esatti dal giorno in cui venne comunicata la sua positività), proprio in piene Olimpiadi di Rio de Janeiro (5-21 agosto).

Il 14 agosto sarà il terzo giorno di gare a cinque cerchi per quanto riguarda l’atletica leggera e c’è seriamente il rischio che quel giorno si disputi il getto del peso (il programma dettagliato non è ancora stato reso noto, ma a Londra quella disciplina venne disputata proprio il terzo giorno). Dunque la Ostapchuk potrebbe partecipare…

Dopata, recidiva, con la possibilità di lottare per le medaglie… Stranezze della vita. Speriamo che il programma finale ci metta una pietra sopra. Appuntiamo, ovviamente, che non avrebbe il minimo di qualificazione, ma forse quello è davvero il minore dei “problemi”.

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(foto IAAF)

5 Commenti

1 Commento

  1. Luca46

    6 Aprile 2014 at 22:31

    Queste continue vicende confermano le mie perplessità in materia. Potrei rigirare la frittata. Quanto conviene a Nike, Adidas e via dicendo che l’atleta gareggi? Chi non mi dice che certi casi di positività siano coperti o meno da esborsi di sponsor e federazioni? Chi mi dice che atleti ritenuti scomodi dall’ambiente non risultino casualmente positivi? o che vengano in qulache modo “ricattati”?

    Sono daccordo con voi. Così però non si combatte il doping anzi se ne incentiva l’uso. Io credo anche che tra prodotti dopanti, prodotti post-agonismo per chi si è dopato, sperimentazioni, ricerche ecc… c’è talmente un giro d’affari che non vuole una lotta seria.

    • ale sandro

      7 Aprile 2014 at 00:54

      Totalmente d’accordo con te, c’è già stata in passato la situazione di copertura di atleti sponsorizzati da azienda che entrava per la prima volta in quello sport, e andata via una volta finita la carriera dell’atleta o il ciclo di quella società sportiva. Di sicuro così facendo non si combatte nella direzione corretta il doping, se poi le punizioni riguardano solo gli atleti ancora meno.

      • Luca46

        7 Aprile 2014 at 12:43

        Esattamente. L’atleta è il capro-espiatorio. La punta dell’ice-berg ma tutto il sommerso non viene mai fuori e chi tira i fili è sempre al coperto.

  2. Al

    4 Aprile 2014 at 11:21

    Sarebbe bello se la federazione bielorussa venisse indotta informalmente a non prendere neanche in considerazione questa persona, in quanto la sua partecipazione ai Giochi certificherebbe la poca serietà non solo della Bielorussia, ma dello stesso CIO. Uno beccato due volte a falsare le massime competizioni mondiali, non può più essere portato in gara. Non è solo una questione etica, ma anche di molti soldi. Con che faccia Nike, Adidas e via dicendo dovrebbero investire palate di soldi su atleti, gare, programmi tv, quando diventa chiaro a tutti che per vincere mondiali e olimpiadi non servono i loro costosi prodotti, ma corrompere medici e funzionari vari?

  3. ale sandro

    4 Aprile 2014 at 09:33

    La pesista non avrebbe comunque risultati tali da qualificarla visto che rientra alle gare troppo tardi, e non sarebbe logico che partecipasse anche per questo motivo, senza contare il discorso recidiva o magari il fatto stesso che sia stata pescata positiva all’olimpiade precedente. Non so se l’abbia salvata il Tas di Losanna dalla radiazione , fatto sta che l’ennesima interpretazione di organi federali internazionali continua a far ritenere tutto ciò che si fa in materia antidoping una barzelletta. Non vorrei si verificasse un caso alla Chioma Ajunwa ad Atlanta, sebbene in quel caso a norma di regolamento l’atleta nigeriana poteva partecipare.

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