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Ciclismo

Milano-Sanremo: Italia, un tabù difficile da sfatare

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Era un periodo in cui il ciclismo italiano attraversava una fase sicuramente migliore di quella attuale, eppure, dal 1953 al 1970, nessun azzurro riuscì ad imporsi nell’amata Milano-Sanremo: dalla doppietta di Loretto Petrucci, personaggio che abbiamo avuto modo di riscoprire in questo articolo, all’interminabile e gloriosa fuga del bresciano Michele Dancelli passarono anni di piazzamenti, vittorie sfumate, amare delusioni.

Non stupiamoci dunque se l’Italia attuale, che ha un numero e una qualità di squadre e corridori ben inferiore a quelli di tale periodo, faccia altrettanta fatica a trionfare sulla riviera ligure: è dal 2006, dal piccolo capolavoro di Filippo Pozzato (poi sfiorato l’anno successivo), che nessun azzurro riesce a vincere. Ci hanno provato in tanti, Petacchi e Nibali in modo particolare: più che altro, visti gli esiti delle ultime edizioni, all’Italia è mancato uno sprinter in grado di giocarsela con i top del mondo, come lo era Petacchi in gioventù, come lo era Re Leone Cipollini. E se la soluzione della Classicissima sarà in volata, cosa non così impossibile (anzi…), dovremo aggrapparci tutti alla ruota blufucsia di Sacha Modolo, apparso in ottima condizione nelle prime corse stagionali e un po’ meno alla Tirreno-Adriatico: in ogni caso, contro Cavendish, Degenkolb, Ciolek, Démare, Sagan e compagnia sarà veramente, ma veramente durissima.

Gli altri non potranno aspettare la volata. E per altri si intendono anzitutto le altre due punte Lampre, ovvero Diego Ulissi e lo stesso Filippo Pozzato (il primo sembra avere una buona gamba); ma anche Enrico Battaglin (Bardiani) o perché no Vincenzo Nibali (Astana), anche se lo squadrone kazako potrebbe puntare allo sprint su un Andrea Guardini sicuramente avvantaggiato dall’annullamento della Pompeiana. Altri, come Francesco Gavazzi, Luca Paolini o Sonny Colbrelli sono ruote abbastanza veloci, le quali però necessitano di un gruppo ristretto e non di un plotone totalmente compatto per sprintare verso la gloria.

Certo, come Modolo o Guardini, anche Appollonio (Ag2r) e Belletti (Androni) aspetteranno la volata ma vale il discorso fatto per il ventiseienne veneto: Cavendish, Degenkolb e gli altri rappresentano ossi forse troppo duri per i nostri pur bravi velocisti. Perciò…inventiva, ragazzi. E riportiamo in Italia una corsa che ci appartiene.

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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