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Sochi 2014Sport Invernali

Sochi 2014, eguagliata Vancouver, ma il medagliere piange

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Il rendimento dell’Italia ai Giochi invernali di Sochi 2014 si sta rivelando ben superiore alle attese. Dopo una settimana, dunque a metà del guado, è già stato eguagliato il bottino di Vancouver 2010, che ci auguriamo possa essere battuto sin da domani.

Avevamo poche punte, ma queste per ora non hanno fallito, anzi. Quella di Armin Zoeggeler sembrava la medaglia più scontata alla vigilia ed il Cannibale ha mantenuto le attese; Arianna Fontana voleva quattro finali (che nella sua testa sono quattro podi…) ed in carniere vanta già un argento ed il magnifico bronzo di quest’oggi nei 1500 metri, in attesa magari di chiudere il cerchio nei 1000; Christof Innerhofer, uomo da grandi eventi, ha agguantato già due allori nello sci alpino, in attesa del superG.

Medaglie a parte, in generale l’Italia si è espressa su ottimi livelli in svariate discipline, conquistando diversi piazzamenti di prestigio e non attesi alla vigilia. Pensiamo ad esempio ai quarti posti di Alessandro Pittin nella combinata nordica e Karin Oberhofer nel biathlon. Insomma, si può dire sin da ora che il livello complessivo del Bel Paese è aumentato notevolmente rispetto alla passata edizione a cinque cerchi. Eppure…

Nonostante le premesse positive appena esposte, il medagliere piange. L’Italia figura attualmente fuori dalle prime 15, pagando dazio alla mancanza di ori. Peraltro sin dalla vigilia era noto come per noi sarebbe stato arduo conquistare anche una sola vittoria. Ci manca il ‘campionissimo’ in grado di dominare, ma non abbondiamo neppure di quel pizzico di buona sorte necessario per il trionfo massimo (pensiamo ai 6 centesimi mancati ad Innerhofer nella discesa libera ed alla caduta della Fontana nei 500 metri, provocata dall’inglese Christie).

Il rischio, dunque, è che Sochi possa essere ricordata come la peggior Olimpiade di sempre per l’Italia quanto a piazzamento finale nel medagliere (in questa statistica non rientrano le primissime edizioni, quando non arrivano podi). Attualmente il risultato più negativo risale a Vancouver 2010, quando chiudemmo sedicesimi con 5 medaglie (1 oro, 1 argento e 3 bronzi). Serve dunque un oro per provare ad entrare nella top15, ma non è detto che basti, dato che al momento ben 18 nazioni hanno vinto almeno un alloro del metallo più pregiato. Dunque, per avere la certezza di migliorare Vancouver, riguardo al piazzamento finale, sono necessari 2 ori. Impresa complicata, soprattutto per chi, sin dagli albori olimpici, sapeva di dover faticare tanto in una miniera scarsamente aurifera.

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federico.militello@olimpiazzurra.com

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